Cassa di Risparmio di Pesaro

Marche, Pesaro (PU)

data di fondazione20.06.1840
data di fusione20.10.1994

La Cassa di Risparmio di Pesaro venne costituita per delibera del Consiglio della Camera di Commercio Arti e Manifatture del 20 giugno 1840, accogliendo le istanze di alcuni autorevoli cittadini, e approvata dal cardinale legato Tommaso Riario Sforza il successivo 17 luglio. Il capitale iniziale ammontava a scudi 2040, risultante dalla sottoscrizione di 102 azioni, di scudi 20 cadauna. Operativa dal 1° luglio 1841, la Cassa ebbe un'ascesa costante nel primo venticinquennio, con l'attività rivolta al sostegno di tutti i settori dell'economia locale. Lo statuto venne modificato nel 1892 e tre ulteriori revisioni seguirono tra il 1901 e il 1908. Tra la fine del Prima guerra mondiale e l'inizio degli anni '20 si colloca uno dei momenti della sua maggiore espansione nella raccolta dei depositi; in corrispondenza di tale ascesa vennero avviati i lavori di sistemazione di Palazzo Belenzoni, acquistato nel 1923 per farne la propria sede, ed inaugurato nel 1927. Negli stessi anni la Cassa avviava la sua espansione sul territorio della provincia di Pesaro e Urbino, mediante sia l'apertura di nuove filiali che l'assorbimento di istituti di credito. Dopo essere subentrata alla Banca Popolare Cooperativa di Urbino e alla Banca Popolare di Sant'Angelo in Vado nel 1926, in virtù delle disposizioni governative di accorpamento delle casse di risparmio minori in casse di risparmio circonvicine di dimensioni maggiori (regio decreto legge 10 febbraio 1926, n. 26, convertito in legge 29 dicembre 1927, n. 2586), fuse le Casse di Risparmio di Carpegna, di Fossombrone, di Sant'Agata Feltria, di Mondavio, di San Lorenzo in Campo, di Pergola e di Cagli. A causa del peso delle situazioni economiche ereditate da talune Casse assorbite e del ritardo nell'adeguamento dell'organizzazione interna alle nuove esigenze operative, l'Istituto venne ripetutamente sottoposto ad amministrazione straordinaria tra il 1930 e il 1933. Una nuova fase di prosperità si ebbe dalla metà degli anni '30, sostenuta dall'espansione della rete territoriale avvenuta anche tramite l'assorbimento della Cassa Rurale di Frontone e San Savino (1937), di sette agenzie della fallita Banca delle Marche e degli Abruzzi (1940) e del Monte di Credito su Pegno di Urbino (1943). Con l'intensificarsi delle incursioni aeree durante la Seconda guerra mondiale, tra il febbraio e l'autunno 1944 la direzione generale e gli uffici centrali furono temporaneamente trasferiti a Urbino e a Pergola, mentre la sede centrale venne minata e distrutta. Ritornata alla gestione ordinaria nel gennaio 1947, la Cassa di Risparmio di Pesaro si dedicò alacremente alla ripresa post-bellica e successivamente concorse a creare le condizioni per lo sviluppo dell'economia locale, anche per il tramite della sua partecipazione al Mediocredito delle Marche (1953) e all' Istituto di Credito Fondiario delle Marche (1959); dalla metà degli anni '50  e per i successivi due decenni fu soprattutto attiva nei finanziamenti alla locale industria meccanica, al settore edilizio e dei comparti collegati, al settore dei mobili e a quello turistico-alberghiero. Proseguiva nel contempo l'espansione sul territorio. Fu chiamata ad incorporare i Monti di Credito su Pegno di Pesaro (1950), di Pergola (1952) e di Urbania (1958) e continuò nell'apertura di sportelli nel circondario di Pesaro per poi estendersi nei decenni successivi fuori dai confini tradizionali con sportelli a Bologna, Rimini, Cesena, Jesi, Ancona, Perugia e Roma. Con decreto ministeriale del 16 giugno 1992 venne approvato, in applicazione della cd Legge Amato, il progetto di ristrutturazione della Cassa con il conferimento dell'azienda bancaria, compreso il credito pignoratizio, ad una società per azioni denominata Cassa di Risparmio di Pesaro SpA e l'adozione di un nuovo statuto da parte dell'ente conferente che assumeva la denominazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Nel contesto del più generale processo di concentrazione che riguardava il sistema bancario sin dalla metà degli anni '80 e che investì anche le casse di risparmio marchigiane dalla fine di quel decennio, la Cassa di Risparmio di Pesaro pervenne alla fusione con Banca Carima mediante la costituzione di una nuova società denominata Banca delle Marche, con atto del 20 ottobre 1994 (rogito Sandro Scoccianti, Ancona).

relazioni

ente conservatore

bibliografia

- Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 165, 16 luglio 1930;
- Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 174, 28 luglio 1933;
- Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, Le Casse di Risparmio italiane nel secondo venticinquennale della loro Associazione (1938-1962), Roma, Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, 1962, pp. 338-346;
- Paolo Mottura, Giacomo Vaciago, Le Casse di Risparmio delle Marche, Bologna, Il Mulino, 1972;
- R.P. Ugiccioni, Le origini della Cassa di Risparmio di Pesaro, Pesaro, Cassa di Risparmio di Pesaro, 1991;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 161, 10 luglio 1992;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
, n. 275, 24 novembre 1994;
- Francesco Chiapparino, Credito, comunità e sviluppo. Ricerche di storia della banca locale nelle Marche in età contemporanea, Ancona, Affinità elettive, 2008.

nella mappa