Istituto di Credito Fondiario delle Marche, Umbria, Abruzzo e Molise

Marche, Ancona

data di fondazione03.11.1959
data di fusione24.06.1992

L'Istituto di Credito Fondiario delle Marche, con sede in Ancona, fu costituito con atto del 3 novembre 1959 (rogito notaio Franco Ricci) ed approvato con decreto del Presidente della Repubblica 1° febbraio 1960, n. 151. Fu promosso per iniziativa di nove Casse di Risparmio, che sottoscrissero quote di partecipazione di lire 100.000 ciascuna: la Cassa di Risparmio di Ancona (901 quote), la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno (1427 quote), la Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana (549 quote), la Cassa di Risparmio di Fano (667 quote), la Cassa di Risparmio di Fermo (857 quote), la Cassa di Risparmio di Jesi (1189 quote), la Cassa di Risparmio di Loreto (287 quote), la Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata (2252 quote) e la Cassa di Risparmio di Pesaro (1871 quote); il capitale di garanzia iniziale fu dunque di lire un miliardo. Per lo Statuto, approvato con il medesimo decreto presidenziale di autorizzazione, scopo dell'Istituto fu di «esercitare il credito fondiario (...) nelle province di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro-Urbino» (art. 2). L'Istituto si avvaleva delle Direzioni locali delle Casse di risparmio partecipanti nell'esercizio delle proprie attività (raccolta delle domande mutuo, istruttoria, stipula dei contratti di mutuo e operazioni di versamento e rimborso dei mutui). Nel 1961 fu autorizzato ad emettere cartelle fondiarie (d.p.r. 6 luglio 1961, n. 744). In seguito alla delibera dell'Assemblea straordinaria del 27 aprile 1965, fu aumentato il capitale sociale di 500 milioni e furono introdotte modifiche negli articoli dello statuto in merito agli organi sociali ed ai rapporti tra l'Istituto e le Casse di Risparmio in relazione alle operazioni che rientravano nella zona di competenza territoriale di quest'ultime (approvate con d.p.r 5 settembre 1966, n. 908). Il capitale di garanzia fu portato a lire 2 miliardi per delibera dell'Assemblea straordinaria del 26 giugno 1969 (d.p.r. 13 novembre 1970, n. 1212); nella stessa Assemblea furono approvate ulteriori modifiche allo statuto relative, tra l'altro, alle funzioni del direttore generale. Nel 1972 fu istituita una Sezione autonoma per il finanziamento di opere pubbliche e di impianti di pubblica utilità (delibera dell'Assemblea  straordinaria del 21 aprile 1972 e decreto ministeriale 13 ottobre 1972), con un fondo di dotazione di lire 600 milioni assegnati dall'Istituto; regolamentata da un proprio statuto, la Sezione aveva lo scopo di erogare mutui «a favore di enti pubblici aventi sede nella zona di competenza [dell'Istituto di Credito Fondiario], nonché a favore di consorzi, aziende autonome e società dagli enti stessi costituiti, nonché infine a favore di imprese di nazionalità italiana, operanti nella zona di competenza, che abbiano ottenuto dagli enti pubblici predetti concessioni relative ad opere pubbliche o impianti di pubblica utilità» (art. 2); nell'esplicare tali funzioni, la Sezione si avvaleva degli stessi organi sociali di amministrazione e di gestione dell'Istituto. Con l'adesione di alcune Casse di Risparmio dell'Umbria ( Cassa di Risparmio di Città di Castello, Cassa di Risparmio di Foligno, Cassa di Risparmio di Narni, Cassa di Risparmio di Orvieto, Cassa di Risparmio di Perugia, Cassa di Risparmio di Spoleto, Cassa di Risparmio di Terni), fu modificata la denominazione in Istituto di Credito Fondiario delle Marche e dell'Umbria ed estesa l' operatività anche nella regione umbra (delibera Assemblea straordinaria dell'Istituto del 12 gennaio 1974 e d.p.r. 7 luglio 1975, n. 554); allo stesso modo fu modificata la denominazione della Sezione Autonoma per il Finanziamento di Opere Pubbliche ed Impianti di Pubblica Utilità (d.p.r. 7 luglio 1975, n. 555). Con l'aggregazione delle Casse di Risparmio umbre, il fondo di garanzia ammontava a lire 3.429.500.000, con quote di partecipazione sottoscritte di lire 250.000 ciascuna. Il 24 giugno 1992, per decreto ministeriale, fu approvato il progetto di fusione dell'Istituto di Credito Fondiario con il Mediocredito delle Marche mediante la costituzione di una nuova societa' per azioni bancaria denominata Mediocredito Fondiario Centroitalia, con un capitale sociale di lire 115.666.612.400.

bibliografia

- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 65, 15 marzo 1960;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 180, 22 luglio 1961;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 202, 16 agosto 1961; 
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 209, 13 agosto 1973;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 86, 1° aprile 1974;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 312, 26 novembre 1975;
- G. Filuppucci, Sviluppo ed operatività dell'Istituto di Credito Fondiario delle Marche, Umbria, Abruzzo e Molise, in Credito ed edilizia: prospettive di sviluppo (Pescara, 15 novembre 1986). Atti del Convegno promosso dall'Istituto di Credito Fondiario delle Marche, Umbria, Abruzzo e Molise con il patrocinio dell'Associazione fra le Casse di risparmio italiane, Di Lauro, Roma, pp. 19-23;
- M. L. Marinelli, Il credito nelle Marche dal dopoguerra agli anni dello sviluppo (1945-1970), in Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche (a cura di), Le Marche nel secondo dopoguerra. Atti del Convegno 'Le Marche dalla Liberazione alla fine degli anni Cinquanta" (Ancona, 27-29 ottobre 1983), Ancona, Il Lavoro editoriale, 1986, pp. 131-148;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 166, 16 luglio 1992.

nella mappa