La Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Frontone e S. Savino venne costituita, nella forma di società in nome collettivo, con atto del 17 giugno 1900 stipulato presso la residenza abbaziale al civico 3. L'iniziativa si doveva a 23 possidenti per la maggior parte nati e residenti a Frontone. Per statuto, suo scopo doveva essere «il miglioramento morale ed economico dei suoi membri, mediante atti commerciali, escluso qualunque fine politico» (art. 2 dello statuto del 1900). L'Istituto si affermò operativamente nella zona di Frontone e S. Savino più che per la raccolta del risparmio locale per le continue e importanti rimesse fatte dagli abitanti del luogo emigrati. Le forti disponibilità, in confronto agli impieghi sul posto, avevano spinto l'Istituto a cercare di estendere i prestiti, anche per cifre importanti, sia in paesi vicini che in località fuori dalla provincia di Pesaro (Sassoferrato, Bologna, ecc.). Dalla seconda metà degli anni Venti, la Banca entrò in difficoltà sia per il mancato rientro di alcuni prestiti sia per una gestione poco accorta dei suoi direttori. Nell'Assemblea del 26 marzo 1933 venne deliberato di avviare contatti con vari istituti di credito della provincia per conoscere la loro disponibilità ad assorbirla; tra questi, anche la  Cassa di Risparmio di Pesaro che era presente in Frontone con una filiale dal 13 agosto 1929 e che condizionò la sua disponibilità all'operazione della liquidazione della Cassa Rurale. Solo con il regio decreto del 14 luglio 1937, n. 1312 la Cassa di Risparmio di Pesaro venne autorizzata a procedere all'incorporazione della Cassa Rurale di Frontone e S. Savino. La disposizione seguiva alle delibere a favore dell'operazione da parte degli organi amministrativi della Cassa di Risparmio del 6 maggio e 13 giugno e della Cassa Rurale del 21 maggio e 6 giugno 1937.