La Cassa di Risparmio di Carpegna fu autorizzata con regio decreto 26 marzo 1874, n. 836, in approvazione di quanto deliberato dall'assemblea degli azionisti dell'Istituto l'11 maggio 1873. Con questa disposizione inoltre si determinava la sostituzione dell'articolo dello statuto riguardante l'impiego dei capitali della Cassa di Risparmio, stabilendo che essi dovessero essere utilizzati nell'acquisto di cedole del debito pubblico e di buoni del Tesoro a breve scadenza, in mutui con garanzie fondiarie, in operazioni cambiarie, in anticipazioni in conto corrente e in anticipazioni sopra effetti pubblici quotati in Borsa. Un nuovo statuto venne approvato con regio decreto 7 gennaio 1891, n. 1, accogliendo le modifiche proposte dal Consiglio di Amministrazione dell'Istituto dell'11 gennaio e 21 giugno 1891 in merito alle modalità di alcune operazioni. In seguito alle disposizioni governative di accorpamento delle casse di risparmio minori in casse di risparmio circonvicine di dimensioni maggiori (regio decreto legge 10 febbraio 1926, n. 26, convertito in legge 29 dicembre 1927, n. 2586), su proposta del ministro dell'Economia Nazionale, la Cassa di Risparmio di Carpegna venne fusa per incorporazione nella Cassa di Risparmio di Pesaro per regio decreto 12 agosto 1927, n. 1732 (in vigore dal 13 ottobre 1927).