Banca San Paolo di Brescia
Lombardia, Brescia
La Banca venne costituita con la denominazione di Società Anonima Cooperativa Cassa di Risparmio S. Paolo il 20 marzo 1888 (rogito del notaio Cesare Bettoni), su progetto dell'avvocato camuno Giuseppe Tovini, con il sostegno di autorevoli esponenti della Brescia cattolica. Il capitale sociale, di lire 100 mila, fu sottoscritto da 170 soci. Autorizzata con regio decreto del 7 aprile 1888, iniziò l'attività nel settembre 1888 in due locali al piano terreno di casa Morelli (contrada Porta Nuova, poi via Gabriele Rosa), e contestualmente cambiò nome in Banca San Paolo Società Anonima Cooperativa. Tratto distintivo che ispirò e indirizzò la sua operatività fu il richiamo ai principi del cattolicesimo sociale sollecitato dalla Rerum Novarum (1891). Già lo statuto stabiliva che l'Istituto, fondato «a scopo di beneficenza», una volta salvaguardate le necessità di autofinanziamento e solvibilità, dovesse destinare la prevalenza degli utili all'istruzione ed alla formazione scolastica cattolica (art. 6); si trattò di una priorità sempre onorata. Fino alla Prima guerra mondiale l'evoluzione della Banca fu continua e rapida. Il credito fu rivolto soprattutto all'agricoltura, con condizioni di favore per consorzi agrari, casse rurali ed artigiane; parallelamente, concesse prestiti alle amministrazioni locali per opere di pubblico interesse, specie nell'edilizia urbana per la popolazione più disagiata e nei trasporti. Proficui furono i rapporti con altri istituti di credito, tra cui il Banco di Napoli da cui ottenne il mandato di rappresentanza e corrispondenza per la provincia. Nel frattempo nel 1892 la sede fu trasferita presso Palazzo Martinengo Cesaresco (in contrada Santa Brigida, oggi via Trieste), mantenuta fino al passaggio definitivo a Palazzo Martinengo Villagrana nel 1926. Nel 1928 avvenne la trasformazione in società per azioni. Se l'espansione sul territorio iniziò già nel 1889-1890 con l'insediamento delle prime agenzie in Valle Camonica, dagli anni Venti prese avvio l'ampliamento più consistente, attraverso sia l'apertura di sportelli nell'intera provincia che l'assorbimento di altre banche. Le prime furono la Piccola Banca Valsabbina San Pietro nel 1928, il Credito Padano nel 1930 e la Banca Piccolo Credito di Erbusco nel 1931. All'assorbimento delle filiali bresciane della Banca Popolare di Rovereto (1930), seguì dal 1932 l'intervento, su sollecito delle autorità monetarie, nella liquidazione di alcuni istituti di credito in dissesto e l'acquisizione delle loro agenzie, secondo il piano di ripartizione della distribuzione degli sportelli nella provincia, concordato con le autorità stesse e il Credito Agrario Bresciano: l'Unione Bancaria Nazionale (1932), la Banca Cooperativa Bresciana (1932), la Banca Triumplina S. Filastrio (1932). Seguì quindi l'assorbimento del Banco di Previdenza S. Antonino di Concesio (1938), la Banca S. Ercolano (1940), la Cassa Rurale ed Artigiana di Bagnolo Mella e la Sezione di Risparmio dei Monti Riuniti di Credito su Pegno di Brescia (1941). Nel secondo dopoguerra, l'ampliamento sul territorio avvenne con l'assorbimento della Cassa Rurale ed Artigiana di Castenedolo (1947), della Banca Popolare di Salò e della Cassa Rurale ed Artigiana di Cellatica (entrambe, 1949). Dall'inizio degli anni '50 la Banca assecondò lo sviluppo dei vari settori produttivi, specie di quello industriale che trainava la crescita dell'economia provinciale; a questo fine, furono avviati proficui rapporti anche con istituti di credito speciale, tra cui il Mediocredito Lombardo. Nel 1963 acquisì una partecipazione nella Banca di Valle Camonica, che fu aumentata negli anni successivi. Nel corso degli anni '80 la Banca intraprese importanti iniziative di partecipazione in altri istituti di credito: dall'acquisizione del controllo dell' American Express Bank (1981), alla costituzione del Nuovo Banco Ambrosiano (1982), alla partecipazione nel gruppo Banknord per supportare l'incremento dell'attività con l'estero. Altrettanto importante fu la costituzione e la gestione di società del parabancario. Con delibera dell'Assemblea straordinaria del 19 dicembre 1987 cambiò denominazione in Banca San Paolo di Brescia (e in forma abbreviata Banca San Paolo). Nel 1996 il titolo della Banca fu quotato al listino della Borsa Valori milanese. L'11 novembre 1998 costituì, alla pari, con il Credito Agrario Bresciano (CAB), il Banco di Brescia San Paolo CAB, passo propedeutico alla sua fusione per incorporazione nel CAB a formare la Banca Lombarda, con atto del 22 dicembre 1998.
personalità di rilievo
Giuseppe Tovini
(Cividate Camuno, 14 marzo 1841 - Brescia, 16 gennaio 1897)
Giuseppe Tovini nasce nel 1841 a Cividate Camuno (Brescia) da una modesta famiglia. Laureatosi in legge a Pavia, nel 1867 si trasferisce a Brescia per lavorare presso lo studio dell'avvocato Giordano Corbolani, suo futuro suocero. Nella Brescia zanardiellana diviene il primo consigliere comunale cattolico, appartenendo alla componente 'intransigente' del movimento cattolico italiano. Membro del Comitato permanente dell'Opera dei Congressi, ne presiede la terza sezione, che si occupa di istruzione ed educazione, settori che attirano da sempre l'interesse di Tovini. Dal 1871 al 1874 è sindaco di Cividate Camuno: durante il suo mandato realizza importanti opere pubbliche. Lo troviamo tra i fondatori del quotidiano cattolico Il cittadino di Brescia, pubblicato dal 1878.
Propugnatore di innumerevoli iniziative in campo sociale, scolastico, editoriale, creditizio, assistenziale, è convinto assertore della necessità di assicurare piena autonomia economico finanziaria alle istituzioni cattoliche. Il suo agire nasce da questo pensiero e dalla consapevolezza che alle classi umili manchi l'accesso al capitale necessario per migliorare le proprie condizioni economiche e intraprendere possibili iniziative imprenditoriali.
Muove i suoi primi passi nel settore creditizio come fondatore o ispiratore della nascita di diverse casse rurali nella provincia bresciana, dove tra il 1891 e il 1909 sorgono una sessantina di minuscoli istituti, spesso ad opera di piccole comunità o parrocchie, la cui vita fu molto breve e delle quali, per lo più, si è persa memoria. Già nel 1906 se ne contano solo 48, di cui 31 ad indirizzo cattolico, destinate poi a scomparire quasi tutte durante il fascismo.
Ritenendo necessario che anche le piccole realtà si aprano a scenari più vasti, Tovini diventa promotore nella sua terra d'origine della nascita di una banca locale, la Banca di Valle Camonica (1872). Nel 1888 fonda la Banca San Paolo di Brescia e il suo modello creditizio trova il giusto completamento nel 1896 con la costituzione a Milano del Banco Ambrosiano.
Il 16 gennaio 1897 muore prematuramente a Brescia; il 20 settembre 1998 viene proclamato Beato da Giovanni Paolo II.
personalità di rilievo
Fausto Minelli
(Mantova, 2 agosto 1891-Brescia, 9 dicembre 1974)
Dopo gli studi ginnasiali e liceali nel collegio Cesare Arici di Brescia, nel 1909 si iscrisse a Giurisprudenza a Padova, passando due anni dopo a quella di Roma, dove si laureò nel 1914. Agli studi affiancò un'attiva presenza nel movimento cattolico giovanile. Chiamato alle armi e ferito al fronte, fu insignito della croce di guerra. Entrato presto nel Partito Popolare Italiano, nel 1920 fu eletto consigliere nel Comune di Brescia e poi assessore comunale della Giunta Gadola. Oltre all'attività amministrativa, fu membro di vari comitati per la promozione di attività sociali e culturali. Dal 1919 fu consigliere della Banca San Paolo di Brescia, della quale diventò sindaco nel 1923, segretario dal 1928 al 1939 e da quest'ultima data al 1964 presidente. Sotto la sua presidenza la Banca si espanse operativamente e territorialmente e contribuì alla ricostruzione economica ed edilizia del secondo dopoguerra. Oltre a vari incarichi in istituzioni ed enti cittadini, fu soprattutto intenso il suo impegno nell'editoria cattolica. Nel 1925 fondò con altri, tra cui Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI), la casa editrice Morcelliana, della quale fu ininterrottamente consigliere di amministrazione fino alla sua morte; nel 1946 avviò la rivista mensile Humanitas; infine, fu presidente dell'Unione Editori Cattolici Italiani (1950-1957) e consigliere e probiviro dell'Associazione Italiana Editori (1950-1958).
palazzi di pregio
Palazzo Martinengo Villagana
Originariamente il Palazzo è stata la dimora della famiglia Martinengo, che promosse dalla prima metà del XVIII secolo lavori di rinnovo su edifici preesistenti per innalzarne il prestigio, conferendogli aspetti di originalità e singolarità rispetto alle altre dimore signorili della città. ll primo intervento di rilievo venne avviato nel 1735, ispirato ai modelli veneziani di Baldassarre Longhena e commissionato dal conte Giovanni Giuseppe Martinengo di Villagana probabilmente all'architetto Antonio Marchetti; per gli interni, allo scultore Antonio Calegari venne affidata la realizzazione di un gruppo di statue allegoriche, alcune delle quali per lo scalone d'onore; allo stesso scultore furono commissionate anche le modifiche ai giardini e la realizzazione di fontane, oggi non più esistenti. I lavori si conclusero poco dopo il 1756. Nel 1907 il Palazzo fu acquistato dalla Banca San Paolo di Brescia, che intraprese un rinnovo radicale per renderlo funzionale all'attività bancaria. Gli interventi, eseguiti dall'ingegnere Egidio Dabbeni tra il 1924 e il 1925, comportarono la realizzazione, all'interno del cortile, di una saletta ovale retta da colonne di ordine neorinascimentale illuminata da una cupola con un ampie vetrate in stile art-decò; al centro della saletta fu collocata una scultura di Luigi Canonica, San Paolo che incede predicando alla folla, in omaggio alla Banca stessa. Il Palazzo fu gravemente danneggiato durante il Secondo conflitto mondiale dai bombardamenti del febbraio e marzo 1945; gli interventi di ricostruzione furono intrapresi dal 1946 sulla base dei precedenti progetti di costruzione.
bibliografia
- La Banca San Paolo di Brescia, Casa Editrice d'Arte Bestetti & Tumminelli, 1926;
- Aldo De Maddalena, Credito e banche a Brescia nei secoli XIX e XX, in Storia di Brescia, vol. IV, Brescia, Morcelliana, 1961, pp. 1043-1082;
- Ennio Bertoldi (a cura di), Tempi ed uomini nella vita della Banca S. Paolo. Contributo per uno studio, Brescia, Cedoc, 1971;
- Gian Ludovico Masetti Zannini, Mario Taccolini, Banca San Paolo di Brescia. Una tradizione per il futuro 1888-1988. Note storiche, Brescia, La Scuola, 1988;
- Notiziario economico bresciano, numero speciale, n. 41, a. XV, febbraio 1989;
- Florio Gradi, Banca San Paolo di Brescia: profilo economico-statistico, Brescia, Cedoc, 1989;
- Giuseppe Tovini tra memoria storica e attualità, Brescia, Cedoc, 1998;
- Valerio Terraroli (a cura di), Banco di Brescia. Il palazzo e la quadreria, Brescia, Milano, Skira, 2012;
- Mario Taccolini, Giovanni Gregorini, Banco di Brescia vent'anni nel futuro: uomini e istituzioni del sistema creditizio bresciano da Banca Credito Agrario Bresciano e Banca San Paolo a Ubi Banca, Brescia, Morcelliana, 2019;
- Minelli, Fausto, in http://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=MINELLI_Fausto, accesso aprile 2023.
fonti
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Banca San Paolo di Brescia, Verbali del Consiglio di Amministrazione, 1888-1998;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Banco di Brescia San Paolo CAB, Atto costitutivo, 11 novembre 1998;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Credito Agrario Bresciano, Documento informativo. Fusione per incorporazione nel CAB SpA di Banca San Paolo di Brescia SpA, novembre 1998;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Banca Lombarda, Atto di fusione per incorporazione di Banca San Paolo di Brescia in Credito Agrario Bresciano, 22 dicembre 1998.