Banca di Credito e Risparmio
Lazio, Roma
La Banca Nazionale delle Casse Rurali Italiane, "appoggiata alla Federazione nazionale delle casse rurali", nacque come società anonima cooperativa il 31 maggio 1914, con lo scopo di "sovvenire le casse rurali e le altre società cooperative e mutue, intese alla diffusione del credito tra i piccoli agricoltori" (art. 2 dello statuto). Alla fondazione dell'Istituto parteciparono, oltre a molte casse rurali, anche banche popolari, consorzi agrari, organizzazioni sindacali, privati cittadini e casse di risparmio di qualsiasi parte d'Italia (tra cui quelle di Bologna e Voghera). Non partecipò la Cassa di Risparmio di Milano, come riportato nel verbale della seduta del Consiglio di amministrazione dell'8 aprile 1915: "Il Vice Presidente On. Giovanelli, comunica che le pratiche da lui fatte presso S. E. On. Marcora per ottenere contributi a favore della Banca sono riuscite infruttuose, avendo l'On. Marcora, come Presidente della Cassa di Risparmio di Milano, opposto reciso diniego". Primo presidente del Consiglio di amministrazione fu Leone Wollemborg, israelita di origine tedesca, noto economista, ministro delle Finanze del governo Zanardelli e fondatore della prima cassa rurale italiana a Loreggia, in provincia di Padova, nel 1883. La costituzione della Banca fu voluta dallo stesso Wollemborg nel tentativo di riorganizzare le casse rurali "neutre", visto che sul finire degli anni '10, su circa 1.400 casse rurali italiane, oltre 1.000 erano di stampo cattolico. Molte furono le attività della Banca, "da quelle intese a promuovere l'agricoltura, l'allevamento del bestiame da cortile, le industrie delle marmellate ecc. fino alla attività diretta a favorire la fondazione di cantine e caseifici sociali, di stazioni di monta, e persino la costruzione e riattamento di edifici rurali". Nel 1923 la Banca Nazionale dell'Agricoltura avviò una trattativa per l'assorbimento dell'Istituto, che rifiutò la proposta, "avendo la Banca dell'Agricoltura poste delle condizioni che da parte nostra non fu possibile accettare, sia per la tutela dei nostri stessi interessi, che di quelli dei nostri clienti". L'Assemblea straordinaria dei soci del 24 ottobre 1938 deliberò la modifica della ragione sociale in "Banca Nazionale di Piccolo Credito", a seguito delle nuove disposizioni legislative sulle casse rurali (regio decreto 26 agosto 1937 n. 1706), ulteriormente modificata il 23 febbraio 1948 in "Banca di Credito e Risparmio". Nel 1953, a seguito della legge sulle incompatibilità parlamentari (legge 15 febbraio 1953 n. 60), il senatore Teresio Guglielmone fu costretto a rassegnare le proprie dimissioni dalla carica di presidente del Consiglio di amministrazione: al suo posto fu nominato il suo socio bancario Francesco Balbis. Nel 1955 l'Istituto assorbì la Banca Ugo Natali e, due anni più tardi, il Credito Mobiliare Milanese L. Bertett & C. Nel 1964 il pacchetto azionario dell'Istituto passò dal gruppo Guglielmone e dalla Società Iniziative Sviluppo Economico all'Italmobiliare della famiglia Pesenti. Nuovo presidente del Consiglio di amministrazione fu nominato Carlo Aloisi. Il 30 dicembre 1967 la Banca di Credito e Risparmio, insieme ad altri istituti di credito minori, fu assorbita dal Credito di Venezia e del Rio de la Plata, dando vita all' Istituto Bancario Italiano.
bibliografia
- Pietro Cafaro, La solidarietà efficiente. Storia e prospettive del credito cooperativo in Italia (1883-2000), Roma-Bari, Laterza, 2001, pp. 180-191.
fonti
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Banca Commerciale Italiana (ASI-BCI), Ufficio Studi, Spoglio di bilanci di imprese, Cessate, cart. 3;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde (ASI-Cariplo), Istituto Bancario Italiano e banche preesistenti, Banca Nazionale delle Casse Rurali Italiane, poi Banca Nazionale di Piccolo Credito, indi Banca di Credito e Risparmio, serie Verbali del Consiglio di Amministrazione, 1914-1940; serie Verbali delle Assemblee Generali, 1916-1947.