Credito di Venezia e del Rio de la Plata
Lombardia, Milano
L'Assemblea straordinaria del Credito Industriale di Venezia, svoltasi il 14 luglio 1956, deliberò l'acquisizione delle sedi italiane - Genova, Milano, Napoli e Roma - del Banco de Italia y Rio de la Plata (costituito a Buenos Aires nel 1872) e la modifica della ragione sociale in Credito di Venezia e del Rio de la Plata. Il capitale sociale passò da 500 milioni a un miliardo di lire e la sede legale fu trasferita da Venezia a Milano. Il 29 settembre dello stesso anno fu nominato il nuovo Consiglio di amministrazione, alla cui presidenza fu chiamato Alberto D'Agostino, già amministratore delegato Comit. Nel 1959 venne deliberato un aumento di capitale, che passò da un miliardo a un miliardo e mezzo, mediante l'emissione di 250.000 azioni nominali da 2.000 lire ciascuna e che venne ulteriormente aumentato a tre miliardi di lire con l'emissione di altre 750.000 azioni dello stesso valore durante l'Assemblea straordinaria del 9 marzo 1960. Nello stesso anno fu nominato nuovo presidente del Consiglio di amministrazione Giovanni Balella, già presidente di Confindustria dal 1943 (successore di Giuseppe Volpi) e tra i membri del Gran Consiglio del Fascismo che il 24 luglio 1943 votarono l'ordine del giorno Grandi che sfiduciò Mussolini. Negli anni '60 Carlo Pesenti, proprietario del gruppo Italmobiliare e già azionista di altri istituti di credito, tentò di acquisire il controllo delle banche del senatore Teresio Guglielmone che, nel corso degli anni, avevano accumulato debiti per oltre due terzi dei depositi. Favorevole all'intervento di Pesenti fu l'allora Governatore della Banca d'Italia Guido Carli che, preoccupato di un crack finanziario con prevedibili conseguenze anche sul piano politico, favorì il versamento, da parte dell'industriale, di venti miliardi di lire per coprire i debiti accumulati dagli istituti e, nel 1967, concesse l'autorizzazione a fondere le banche di Guglielmone ( Banca di Credito e Risparmio, Banca Torinese Balbis & Guglielmone, Credito Mobiliare Fiorentino, Banca di Credito Genovese) con l' Istituto Bancario Romano, la Banca Naef Ferrazzi Longhi & C., la Banca Romana e il Credito di Venezia e del Rio de la Plata, di cui Pesenti era già presidente del Consiglio di amministrazione. Nacque così l' Istituto Bancario Italiano.
bibliografia
- Angiolo Silvio Ori, Banca padrona. La mano privata nelle banche e negli istituti di credito ordinario, Milano, SugarCo Edizioni, 1976, pp. 27-28.
fonti
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Cariplo Casse di Risparmio delle Provincie Lombarde;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Banca Commerciale Italiana (ASI-BCI), Ufficio Studi, Spoglio di bilanci di imprese, cart. 76.