Le radici dell'Istituto Bancario Romano risalgono al 15 febbraio 1925 quando, per opera dell'Associazione Abruzzese Molisana di Roma, venne costituita una società anonima cooperativa denominata "Credito Popolare Abruzzese Molisano". La società aveva per oggetto "l'esercizio del Credito Bancario col mezzo della mutualità e del risparmio, favorendo principalmente lo sviluppo di tutte le attività regionali collettive ed individuali degli Abruzzesi - Molisani dovunque residenti" (art. 2 dell'atto costitutivo). Il 24 settembre 1938 l'Istituto fu trasformato da società anonima cooperativa a società anonima per azioni, con un capitale di 500.000 lire suddiviso in 5.000 azioni da cento lire ciascuna. Oggetto della nuova società fu "l'esercizio del credito bancario e del risparmio, favorendo precipuamente lo sviluppo di tutte le attività collettive e individuali regionali e nazionali". Le operazioni consentite dal nuovo statuto furono: prestiti, sconti, sovvenzioni, anticipazioni, custodia e compravendita di titoli e valori e "tutte le operazioni industriali commerciali e finanziarie, mobiliari e immobiliari, che concorrano al conseguimento del suo scopo sociale". In ottemperanza alle disposizioni contenute nel regio decreto legge n. 1297 del 1° luglio 1926, convertito poi dalla legge 14 aprile 1927 n. 531 sull'uso delle qualifiche di "mutua" e di "popolare" da parte degli istituti di credito, l'Assemblea generale dei soci del 19 luglio 1939 deliberò la modifica della denominazione sociale in "Credito Abruzzese Molisano", ulteriormente modificata in "Istituto Bancario Romano" l'8 marzo 1947. Il 30 dicembre 1967 venne effettuata la fusione per incorporazione nel Credito di Venezia e del Rio de la Plata dell'Istituto Bancario Romano insieme ad altri istituti di credito: da questa operazione nacque l' Istituto Bancario Italiano.