La Centrale

Toscana, Livorno

data di fondazione10.10.1925
data di fusione31.12.1989

La Centrale, società per il finanziamento di imprese elettriche, si costituì a Livorno il 10 ottobre 1925 come holding del principale gruppo elettrico-telefonico dell'Italia centrale, nato per iniziativa della Società ligure toscana di elettricità (Selt, fondata a Livorno nel 1905) e della Società elettrica Valdarno (fondata a Firenze nel 1905 e dal 1923 interamente controllata dalla Selt), e di cui faceva parte anche la Società Telefonica Tirrena (Teti, 1924), concessionaria della "quarta zona" telefonica che comprendeva Ligura, Toscana, Lazio e Sardegna. Il gruppo - dietro il quale agivano gli interessi delle famiglie Orlando e Pirelli, con il forte sostegno del Credito Italiano - conobbe un'ulteriore forte espansione tra la seconda metà degli anni Venti e gli anni Trenta. Con lo scadere delle concessioni telefoniche (e la conseguente cessione all'IRI della Teti nel 1957) e con la nazionalizzazione dell'industria elettrica nel 1962, anche La Centrale - dal 1957 "Finanziaria generale" - seguì la tendenza, comune ai grandi gruppi elettrici privati, alla diversificazione degli investimenti (entrando nel comparto alimentare, in quello degli elettrodomestici, nelle costruzioni, nei lavori pubblici, ecc.), molto spesso attuati con spregiudicatezza. Ciò portò al progressivo sganciamento, sul finire degli anni Sessanta, dei gruppi industriali che avevano controllato direttamente la finanziaria fin dagli anni Trenta, i Pirelli e gli Orlando, per far spazio a nuovi azionisti (la RAS, la Banca d'America e d'Italia, la famiglia Bonomi Bolchini). Nel 1971, il controllo della finanziaria fu assunto per breve tempo dall'inglese Hambros Bank per conto di Michele Sindona. Nel novembre dello stesso anno La Centrale entrava nel gruppo Banco Ambrosiano, trasformandosi da holding industriale in holding bancaria ed assicurativa ed acquistando importanti partecipazioni nel Credito Varesino (1972), nella Toro Assicurazioni (1973) - poi cedute al Nuovo Banco Ambrosiano sorto nel 1982 - e nella Banca Cattolica del Veneto (1972). Nel 1985 si procedette alla fusione tra Nuovo Banco Ambrosiano e La Centrale, che incorporò l'istituto di credito milanese, assumendone la denominazione e adottandone l'oggetto sociale. L'atto di fusione venne stipulato il 27 ottobre e il giorno successivo il Nuovo Banco Ambrosiano venne quotato in Borsa. Con lo scopo di raggiungere le dimensioni adatte ad affrontare le nuove prospettive concorrenziali attese con l'integrazione europea, nel 1989 il Nuovo Banco Ambrosiano incorporò la Banca Cattolica del Veneto, già partecipata del gruppo dal 1972: dalla fusione dei due Istituti nacque il Banco Ambrosiano Veneto.

relazioni

ente conservatore

bibliografia

- Eugenio Scalfari, Storia segreta dell'industria elettrica, Bari, Laterza, 1963;
- Stefano Battilossi, Accumulazione e finanza. Per una storia degli investitori istituzionali in Italia (1945-1990), in "Annali di storia dell'impresa", n. 8, 1992, pp. 183-259;
- Luciano Segreto, Gli assetti proprietari, in G. Galasso (a cura di), Storia dell'industria elettrica in Italia, volume 3, tomo 1, Roma-Bari, Laterza, 1993, pp. 89-173;
- Fulvio Conti, Le vicende del gruppo La Centrale , in G. Galasso (a cura di), Storia dell'industria elettrica in Italia, volume 3, tomo 2, Roma-Bari, Laterza, 1993, pp. 643-683;
- Carlo Bellavite Pellegrini, Una storia italiana. Dal Banco Ambrosiano a Intesa Sanpaolo. Con i Diari di Carlo Azeglio Ciampi, Bologna, Il Mulino, 2013.

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