Monte di Credito su Pegno di Urbino
Marche, Urbino (PU)
Il Monte di Pietà di Urbino venne eretto nel 1468 per volere della duchessa Battista Sforza, in seguito alla predicazione del francescano osservante Domenico da Leonessa. L'organizzazione e i capitoli del Monte furono il risultato del contributo di diverse personalità. Caratteristiche distintive dell'Istituto sono state, dal punto di vista organizzativo, una forma evoluta e semplificata delle procedure e le mansioni ben definite dei suoi funzionari, con severe pene verso eventuali loro negligenze; mentre, dal punto di vista operativo, una volontà a rendere quanto più accessibile il credito (es. obbligo dell'apertura degli sportelli in tutti i giorni feriali, possibilità per i membri di una stessa famiglia di accedere a più prestiti, valore del pegno pari a quello del prestito). Non è stato possibile individuare come si sia formato il capitale iniziale del Monte; dai capitoli si apprende che l'Istituto prestava a interesse e che poteva allestire un cippo per raccogliere le elemosine all'interno della centralissima chiesa di San Francesco. Fonti successive, come lo statuto approvato con regio decreto 21 aprile 1904, n. 179, indicano che il Monte ebbe grande prosperità sotto il ducato di Francesco Maria I della Rovere, che nel 1508 gli conferì privilegi e concessioni. Sempre da questo statuto, rileviamo che, conformandosi alle disposizioni della legge 17 luglio 1890 sulle istituzioni pubbliche di beneficenza, fu retto dalla Congregazione di Carità locale ed aveva sede in locali di sua proprietà che facevano parte del palazzo ex ducale di Urbino. Inoltre, era stabilito che l'Istituto aveva lo scopo «di accordare, a qualunque persona bisognosa, sovvenzioni di piccole somme in denaro sopra pegni di oggetti preziosi (oggetti d'oro, d'argento, coralli, ingranati, pietre preziose), rami, ottoni, ferramenti, effetti di biancherie ed in genere di oggetti di non facile deterioramento» (art. 3); dava anche adempimento a tre lasciti dotalizi, per le 'zitelle' povere della città, di antica provenienza dai testamenti di Nicolò Ventura del 10 gennaio 1572, di Cristoforo De Rossi del 1618, di don Ubaldo Taglioni del 1632. Trasformato in Monte di Credito su Pegno nel 1938 in applicazione delle disposizioni sul riordino dei Monti di Pietà (legge 10 maggio 1938, n. 745), nel novembre 1939 fu posto in gestione commissariale temporanea in quanto la situazione delle sue attività era tale da rientrare nelle condizioni per l'avvio della procedura di incorporazione in un altro Monte di Credito su Pegno di provincia (art. 7 della legge 10 maggio 1938, n. 745 e art. 15 del regio decreto attuativo 25 maggio 1939, n. 1279). Con regio decreto 15 febbraio 1943, n. 141, venne incorporato nella Cassa di Risparmio di Pesaro; l'operazione era stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Cassa e dal Commissario del Monte di Urbino rispettivamente il 7 e 13 gennaio 1943.
bibliografia
- Statuto (1904), in Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Appendice al Bollettino di notizie sul credito e la previdenza. Regi decreti di istituzione, atti costitutivi e statuti dei Monti di Pietà. Appendice n. I (1904), Tipografia nazionale di G. Bertero e C., Roma, 1905, pp. 110-116;
- Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia, n. 45, 23 febbraio 1940, p. 801;
- Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia, n. 77, 3 aprile 1943;
- Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, Le Casse di risparmio italiane nel secondo venticinquennale della loro associazione (1938-1962), Roma, Tipografia delle Terme, 1962, p. 341;
- Viviana Bonazzoli, Monti di Pietà e politica economica delle città nelle Marche alla fine del '400, in Banchi pubblici, banchi privati e Monti di Pietà nell'Europa preindustriale, Atti del Convegno, Genova, 1-6 ottobre 1990, Genova, Sede della Società Ligure di Storia Patria, 1991, pp. 567-589;
- Giulietta Gheller, I capitoli del Monte di pietà di Urbino del 1468 e le loro specificità nell'orizzonte delle coeve fondazioni di Monti Pii, in Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli (a cura di), I Monti di pietà fra teoria e prassi. Quattro casi esemplari: Urbino, Cremona, Rovigo e Messina, Bologna, Il Mulino 2009, pp. 1-44;
- Giulietta Gheller, Pegni al Monte di Pietà di Urbino tra gli anni '70 e gli anni '90 del Quattrocento: due periodi a confronto, Bologna, Il Mulino, 2012, pp. 261-288;
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