Banca Provinciale Lombarda
Lombardia, Bergamo
La Banca Provinciale Lombarda nacque il 19 aprile 1932, a seguito della fusione del Banco Sant'Alessandro con la Banca Piccolo Credito Sant'Alberto, il Piccolo Credito del Basso Lodigiano, il Banco San Siro e il Credito Pavese. Questa operazione fu voluta dal senatore Stefano Cavazzoni che, ricevuto da Mussolini l'incarico di salvare le piccole banche di matrice cattolica coinvolte nella crisi degli anni '30, affidò l'incarico a Giovanni Goisis, poi nominato direttore generale del nuovo Istituto. Nei primi anni di attività la Provinciale Lombarda operò principalmente nel settore agricolo: fu infatti autorizzata all'esercizio del credito agrario nelle province di Bergamo, Cremona, Mantova, Pavia, Brescia e Milano. Nel 1933 i finanziamenti erogati a favore dell'agricoltura ammontarono a 140 milioni di lire ma, nel secondo dopoguerra, l'attività creditizia si rivolse maggiormente a favore dei comparti industriale e commerciale, sia per venire incontro alle mutate esigenze dell'economia locale, che per gli avvicendamenti che si verificarono ai vertici dell'Istituto con l'ingresso di nuovi azionisti, molti dei quali industriali. Alla fine della Seconda guerra mondiale, infatti, come la maggior parte delle banche italiane, anche la Provinciale Lombarda dovette affrontare il problema della mancanza di liquidità e dell'adeguamento del proprio capitale alle esigenze della ricostruzione post-bellica. L'impossibilità dell'Istituto centrale di credito, detentore del pacchetto di maggioranza della Banca, di partecipare all'aumento di capitale, aprì la strada all'ingresso di nuovi azionisti, come l'industriale Carlo Pesenti che, dal 1947, sedette nel Consiglio di amministrazione della Banca, per poi aggiudicarsi il definitivo ingresso dell'Istituto nel gruppo Italmobiliare. Nel 1952 Pesenti offrì l'incarico di direttore generale a Luigi Ciocca, che guidò la Banca pressoché ininterrottamente per oltre trent'anni. Sotto la sua direzione l'Istituto riprese quel processo di espansione interrotto durante i difficili anni '30-'40 quando, su indicazione dell'Ispettorato del credito, le dipendenze della Banca furono ridotte da 112 a 87. Con la gestione Ciocca l'Istituto aprì nuove filiali, soprattutto nel Lodigiano, Pavese e Cremonese, e consolidò il proprio primato cittadino quintuplicando, in soli dieci anni, il patrimonio sociale e sestuplicando sia la raccolta che gli impieghi. Nel 1967 la Banca acquisì il Credito Legnanese, in seguito ceduto al Banco Lariano di Como, e nel 1983 la Banca di Alessandria (precedentemente, nel 1937, aveva assorbito il Banco San Sebastiano di Sabbioneta). Nel 1987 la quota di maggioranza della Provinciale Lombarda fu acquisita dall' Istituto San Paolo di Torino. Questa operazione portò in dote all'Istituto torinese circa 400.000 depositanti e una rete distributiva composta da 117 sportelli. Con atto 20 dicembre 1993 la Banca Provinciale Lombarda, insieme al Banco Lariano, fu definitivamente assorbita dall' Istituto Bancario San Paolo di Torino.
personalità di rilievo
Stefano Cavazzoni
(Guastalla, 1 agosto 1881 - Milano, 31 maggio 1951)
Stefano Cavazzoni, autodidatta, lavora nella piccola azienda commerciale paterna, segue le scuole tecniche serali cercando di arricchire la propria formazione frequentando biblioteche e ambienti culturali. Fin da giovane partecipa alle organizzazioni cattoliche animate da monsignor Andrea Carlo Ferrari, futuro arcivescovo di Milano. Ed è proprio qui che entra in contatto con i gruppi dei giovani democristiani seguaci di Romolo Murri e di Davide Albertario; è tra i fondatori del Fascio democratico cristiano milanese, sorto nel 1899. Si impegna nel campo sociale e religioso, prodigandosi nella fondazione di leghe cattoliche, banche e casse rurali, impegnandosi nell'assistenza nei quartieri milanesi più poveri.
Nel 1904 viene eletto consigliere comunale e nel 1908 rappresenta il Comune di Milano nel Comitato di soccorso per i terremotati di Messina e Reggio Calabria. Politicamente, auspica il formarsi di un gruppo cattolico di centro, favorevole al liberalismo e su posizioni antisocialiste. Con lo scoppio della guerra, partendo dal pacifismo di Benedetto XV, si sposta nell'interventismo, considerandolo come scelta necessaria agli interessi nazionali. Alla fine del 1919 è tra i promotori con Luigi Sturzo del Partito Popolare Italiano, di cui ricopre fin da subito cariche importanti: è membro della direzione e consigliere nazionale dal 1919 al1923 e con le elezioni del 16 novembre 1919 viene eletto alla Camera. Dopo la marcia su Roma, è chiamato da Mussolini stesso a ricoprire la carica di Ministro del lavoro (1922-1923): Cavazzoni accetta, nonostante la contrarietà di Sturzo e Meda. Con la discussione della legge Acerbo, viene espulso dal partito, per poi essere rieletto alla Camera nel 1924 nella lista nazionale insieme ai fascisti. Ricopre diversi incarichi nazionali e internazionali; in particolare il 21 maggio 1930 viene eletto presidente dell'Istituto Centrale di Credito, ente creato al fine di risanare e riorganizzare le banche cattoliche, procedendo nella loro razionalizzazione attraverso processi di fusione.
Dopo la Liberazione, Cavazzoni viene giudicato dall'Alta corte di giustizia del Senato che stabilisce la sua decadenza da senatore.
bibliografia
- Confederazione Fascista delle Aziende del Credito e della Assicurazione, Annuario delle Aziende di credito e finanziarie, 1939-1940, Roma, Confederazione Fascista delle Aziende del Credito e della Assicurazione, 1940, pp. 182-183;
- Vera Zamagni (a cura di), Storia Economica e Sociale di Bergamo, volume 6, Dalla Ricostruzione all'Euro, tomo II, Cultura, economia e welfare, Bergamo, Fondazione per la storia economica e sociale di Bergamo - Istituto di studi e ricerche, 2002, pp. 264-268;
- Pietro Cafaro, Emilio Colombo, Emanuele Camillo, Un'Antica Nobiltà. L'altro credito cooperativo a Lodi nel Novecento, Milano, Franco Angeli, 2009.
fonti
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Banca Provinciale Lombarda;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Banca Commerciale Italiana (ASI-BCI), Ufficio Studi, Spoglio di bilanci di imprese, cart. 17.