La Cassa di Risparmio di Narni venne istituita con regio decreto del 24 aprile 1873, dopo che un comitato promotore di quindici cittadini raccolse le adesioni di 82 azionisti che acquistarono 110 azioni a fondo perduto da 50 lire ciascuna. Primo presidente fu il marchese Pietro Eroli che resse l'Istituto fino al 1889. Inizialmente si decise che il denaro raccolto fosse utilizzato in mutui a tre e a sei mesi e in fondi pubblici, mentre lo statuto del 1891 stabilì i seguenti impieghi: mutui e conti correnti ipotecari, mutui chirografari a corpi morali, sovvenzioni di favore per il risanamento e la ricostruzione di case urbane operaie, operazioni di credito agrario, acquisto di titoli emessi o garantiti dallo Stato, di obbligazioni fondiarie, agrarie, comunali e provinciali e di azioni degli istituti di emissione. La Cassa di Risparmio si trovò a operare sempre in un territorio la cui economia era essenzialmente basata sull'agricoltura. Con l'apertura delle agenzie di Calvi dell'Umbria (1946), Otricoli (1946), Narni Scalo (1946) e Nera Montoro (1965) e con l'insediamento nel territorio di nuovi complessi industriali, si crearono le premesse per un'ulteriore crescita della Cassa, ma la crisi economica degli anni '70, le ridotte dimensioni dell'Istituto e la crescente concorrenza degli altri istituti bancari, indussero il Consiglio di Amministrazione a deliberare, negli anni '80, la fusione con la Cassa di Risparmio di Terni, avvenuta nel 1988. Il nuovo istituto assunse la denominazione sociale di Cassa di Risparmio di Terni e Narni.