Cassa di Risparmio di Terni

Umbria, Terni

data di fondazione1846
data di fusione1988

Nel gennaio 1846 monsignor Vincenzo Tizzani, vescovo di Terni, invitò il Gonfaloniere della città a riunire un gruppo di privati cittadini per creare una cassa di risparmio. Composta la commissione, in pochi giorni vennero sottoscritte 112 azioni da 10 scudi romani ciascuna: la nascente Cassa di Terni venne eretta a Ente Morale il 5 settembre dello stesso anno, con decreto della Segreteria di Stato firmato dal cardinale Gizi ed iniziò la propria attività il 1° dicembre. All'indomani dell'Unità d'Italia, l'estensione della legislazione piemontese a tutto il territorio nazionale determinò che le casse di risparmio italiane fossero assimilate alle opere pie e per questo poste alle dipendenze delle Congregazioni di Carità. Ciò avvenne anche per l'Istituto ternano, al quale però vide riconosciuta la propria autonomia grazie al regio decreto del 21 aprile 1862 firmato da Urbano Rattazzi. Lo statuto originario della Cassa di Terni lasciava al Consiglio di Amministrazione piena libertà nell'utilizzo del capitale: inizialmente fu impiegato solo in mutui chirografari mediante scrittura privata, dal 1857 in mutui ipotecari e, dal 1865, anche nell'acquisto di fondi pubblici. Con le modifiche statutarie del 1893 fu aggiunto l'esercizio del credito agrario secondo le direttive della legge del 1887: i mutui agrari furono utilizzati principalmente per l'acquisto di bestiame, ma anche per l'acquisto di macchinari, per il miglioramento dei fondi e per la costruzione di case coloniche. L'attività della Cassa di Terni è stata quindi da sempre fortemente legata all'evoluzione economico-sociale del territorio di competenza. Gli impianti delle acciaierie ed altri poli industriali, costruiti a partire dal 1885, dettero infattinuovo impulso all'Istituto e permisero una maggiore affluenza di denaro nelle sue casse. Tuttavia, l'appartenenza dei nuovi impianti industriali ad un'imprenditoria non locale, fece sì che l'Istituto cittadino operasse limitatamente con queste nuove importanti realtà economiche e agisse principalmente a favore dell'agricoltura, dell'edilizia e dell'artigianato locali. Nel 1930 l'Istituto partecipò con una quota di 50.000 lire alla costituzione dell'Istituto Autonomo per le Case Popolari, mentre l'anno successivo aderì alla Federazione delle Casse di Risparmio Umbre. Durante la Seconda guerra mondiale, la città di Terni, importante centro industriale, stradale e ferroviario, fu pesantemente colpita dalle incursioni aeree: ciò provocò la quasi totale distruzione dell'agglomerato urbano e lo sfollamento generale della popolazione. Tuttavia, subito dopo l'ingresso delle truppe alleate, la Cassa riprese la sua normale attività, contribuendo anche questa volta in maniera decisa alla ricostruzione della città e alla ripresa di tutte le attività economiche e sociali. Nel 1946 celebrò i suoi cento anni con una donazione di 500.000 lire a favore dell'ospedale civile e di altri enti di assistenza e beneficenza e si impegnò in sovvenzioni agli sfollati, nel sostegno creditizio ad enti pubblici e nei finanziamenti per il ripristino di ponti, strade ed edifici pubblici danneggiati. Nel 1953 partecipò alla costituzione del Mediocredito Regionale Umbro, mentre l'anno successivo assorbì il Monte di Credito su Pegno cittadino, assumendo la nuova denominazione di Cassa di Risparmio e Monte di Credito su Pegno di Terni. Nel 1988 viene firmata la fusione per incorporazione nella Cassa di Risparmio di Narni, divenendo Cassa di Risparmio di Terni e Narni.

relazioni

ente conservatore

percorsi

palazzi di pregio

Palazzo Montani Leoni

Palazzo sito in corso Cornelio Tacito, acquistato dalla Cassa di Risparmio di Terni dal Comune nel 1877 e poi nel 1992 diventato sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. Tipico esempio dell'architettura tardo ottocentesca, sebbene la sua originaria costruzione risalga al 1584 a cura di Aurelio Fazioli. Passata poi la proprietà tra il 1654 e la seconda metà del XIX secolo ad altre quattro famiglie nobiliari (Guglielmetti, Genuini, Viviani e Montani Leoni), nel 1873 passò al Comune di Terni che lo espropriò vendendolo alla locale Cassa di Risparmio.

bibliografia

- Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio, Le Casse ordinarie di Risparmio in Italia dal 1822 al 1904. Notizie storiche presentate all'Esposizione di Milano del 1906, Roma, Tipografia Nazionale di Giovanni Bertero e C., 1906, pp. 482-485;
- Associazione Nazionale fra le Casse di Risparmio Italiane, Le Casse di Risparmio Italiane nel Venticinquennale della loro Associazione (1912-1937), Roma, Tipografia delle Terme, 1937, pp. 440-444;
- Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, Le Casse di Risparmio Italiane nel secondo Venticinquennale della loro Associazione (1938-1962), Roma, Tipografia delle Terme, 1962, pp. 469-477;
- Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, Le Casse di Risparmio e le Banche del Monte italiane, Roma, Iger - Istituto Grafico Editoriale Romano, 1987, pp. 352-355;
- Paolo Fernando Conti (a cura di), Banche e medaglie. Gli anniversari. Vol 1°, Milano, Sitrade Italia srl (sistemi trattamento denaro), 1993;
- Anna Ciccarelli, Palazzo Montani Leoni. Sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Terni, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, 2011.

fonti

- Mario Pericoli, Alberto Caporali, Cassa di Risparmio di Terni (a cura di), Inventari degli archivi del Monte di pietà e delle antiche confraternite a Terni, Terni, Cassa di Risparmio di Terni, 1985. 
                                                                                   

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