La Cassa Rurale di San Giovanni in Fiore fu costituita, come società cooperativa in nome collettivo a responsabilità illimitata, il 15 novembre 1909; l’atto costitutivo fu firmato da 14 soci, riuniti presso la sala della Lega del Lavoro (via Fontanella). Scopo della Cassa Rurale fu «il miglioramento morale ed economico dei propri soci, mediante atti commerciali (esclusa ogni operazione aleatoria) e specialmente nello estendere i benefici del piccolo credito a vantaggio degli agricoltori» (art. 2, Statuto del 1909). Erano ammessi come soci, solo «cittadini di buona condotta morale e civile, giuridicamente capaci di assumere le responsabilità inerenti all'Istituto» (art. 5, Statuto 1909). Come altre casse rurali cosentine, subì pesantemente gli effetti della crisi economico-finanziaria dell'inizio degli anni '30. Per decreto ministeriale del 17 aprile 1934 il Consiglio di Amministrazione fu sciolto e nominato un commissario governativo (Raffaele Barberio di Salvatore). Il successivo 10 luglio 1934 l'Assemblea deliberò la messa in liquidazione e la nomina di un collegio di tre liquidatori. Dal momento che la liquidazione procedeva lentamente e con difficoltà, il 25 maggio 1937 il Capo del Governo impose un unico liquidatore nella persona del commissario governativo del 1934. Il Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Calabria del 12 ottobre 1937 deliberò a favore di un intervento nella liquidazione e nel concordato della Cassa Rurale con i creditori; la Cassa di Risparmio calabrese era già presente in San Giovanni in Fiore con una propria filiale ed era depositaria delle disponibilità liquide della Cassa Rurale. Seguì il 9 dicembre 1938 la delibera del Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Calabria che autorizzava ad assorbire la Cassa Rurale di San Giovanni in Fiore e il 24 aprile 1939 quella che incaricava il direttore generale alla firma dell'atto per il passaggio delle attività e passività tra i due Istituti.