La Banca Popolare Cooperativa di Fossombrone venne costituita con atto del 26 aprile 1891 (rogito Sebastiano Biondi) come società anonima cooperativa di credito a capitale illimitato, avente il fine «di procacciare il credito ai propri soci col mezzo della mutualità e del risparmio» (statuto, art. 2). Derivava dalla trasformazione della succursale cittadina della Banca Popolare Cooperativa di Fano in istituto bancario autonomo, approvata con delibera della sua Assemblea generale del 5 aprile 1891. Il capitale di dotazione iniziale era costituito dalla sottoscrizione di n. 696 azioni di lire 50 cadauna da parte di 305 soci. Nella prima adunanza dell'Assemblea generale dei soci convocata il 26 aprile fu nominato come primo presidente Eugenio Tamburi. Per lo statuto approvato nella medesima adunanza, gli utili dovevano essere versati per un decimo «agli impiegati ed erogarsi in premi e sussidi d'istruzione e di previdente beneficenza» (art. 42), stabilendo che «una parte potrà essere trattenuta per costituire un fondo di previdenza ed una cassa di pensioni» (art. 43). La Banca si distinse per il supporto ai diversi settori dell'economia locale, costituita in prevalenza da imprese di piccola e medio-piccola dimensione. Scartata la proposta di fusione con la Banca Popolare Pesarese, con atto del 1° novembre 1971 si fuse per incorporazione nella Banca Popolare del Montefeltro, già di Macerata Feltria e S. Agata Feltria, che con questa operazione mutò la propria denominazione in Banca del Montefeltro e del Metauro, già di Fossombrone, Macerata Feltria e S. Agata Feltria. L'operazione era stata approvata dall'Assemblea straordinaria dell'Istituto di Montefeltro il 22 novembre 1971 e di quella di Fossombrone il 2 maggio 1971. Con disposizione del Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio del 5 ottobre 1971 la banca incorporante fu autorizzata a sostituirsi con proprie dipendenze nell'esercizio degli sportelli bancari della Banca Popolare di Fossombrone.