Il Monte di Pietà di Campagna fu fondato da Monsignor Anzani, come da processo della Curia dell'8 agosto 1695, e gestito dalla Congregazione di Carità cittadina. Secondo lo statuto approvato con regio decreto 9 luglio 1908, n. 300, il Monte ebbe lo scopo di «prestar danaro sopra pegni a persone bisognose, col diritto di percepire l'interesse sulle somme date a prestito» (art. 1). I prestiti potevano essere erogati solo ai cittadini «preferendosi sempre i più poveri» (art. 5); l'interesse fu fissato al 5%, con l'aggiunta di un diritto di polizza per il pegno in proporzione alla somma prestata. Furono ammessi come pegni oggetti in oro ed argento, escluse le pietre preziose, le cose sacre e gli arredi di chiesa, gli oggetti appartenenti alla milizia o agli agenti comunali e provinciali, e altri metalli. L'utile netto annuale doveva essere distribuito per una metà all'aumento del patrimonio dell'ente, per una quarta parte alla creazione di una borsa di studio a favore «d'un giovanetto diligente, che frequenti gli studi secondari, e che dovrà essere dalla Congrega designato come il più meritevole» (art. 28), e per un'altra quarta parte in concorso all'Ospedale civile. Trasformato in Monte di Credito su Pegno in applicazione del provvedimento di riordinamento dei Monti di pietà del 1938 (legge 10 maggio, n. 745), nel novembre 1939 fu posto in gestione commissariale in quanto la situazione delle sue attività era tale da rientrare nelle condizioni per l'avvio della procedura di incorporazione in un altro Monte di provincia (art. 7 della legge 10 maggio 1938, n. 745 e art. 15 del regio decreto attuativo 25 maggio 1939, n. 1279). Con regio decreto 3 febbraio 1941, n. 75 fu disposta la sua incorporazione nel Monte di Credito su Pegno di Salerno; l'operazione era stata deliberata dal commissario del Monte di Campagna il 30 ottobre 1940 e da quello del Monte di Salerno il giorno successivo.