Monte di Credito su Pegno di Terni
Umbria, Terni
Sull'esempio del Monte di Perugia, primo dei Monti di Pietà italiani (1462), nel 1464 venne istituito nella città di Terni un Mons Mutationis, al fine di combattere il prestito a usura dei banchi ebraici. L'Istituto sorse su iniziativa della Confraternita di San Nicandro che, attraverso la vendita di alcuni immobili di proprietà, raccolse i 450 fiorini necessari per la costituzione del capitale iniziale, chiedendo in cambio al Comune il permesso di costruire un altro mulino per compensare, con l'attività molitoria, la vendita degli immobili. Con un nuovo statuto, entrato in vigore il 27 ottobre 1467 e approntato da una commissione composta due deputati comunali e dai francescani Barnaba Manassei e Fortunato Coppoli, l'Istituto prese il nome di Mons Pietatis civitatis Interamnae et fraternitatis Santcae Mariae. Il Monte attraversò un periodo iniziale di crisi, dovuta all'insufficienza del capitale iniziale e alla scarsità di elargizioni ed elemosine. Per ovviare al problema si decise di aumentare il dazio pagato dai mercanti nelle fiere e nei mercati pubblici ed in particolare quello sui macelli, sul macinato e sul vino; si chiese inoltre al Pontefice l'autorizzazione a devolvere a favore del Monte i beni recuperati dai furti contro ignoti e si propose di versare al Monte gli ex-voto, di sopprimere l'Ufficio del Governatore della città e di dimezzare la paga del podestà per devolverne la restante parte al Monte. Nonostante questi finanziamenti l'attività stentò a decollare, così nel 1472 frate Agostino da Perugia predispose i nuovi statuti e avanzò l'idea di coinvolgere direttamente il Comune nella gestione del Monte. Per aumentare il fondo di dotazione si decise inoltre di imporre una tassa di successione al 5% e di concedere l'assoluzione agli evasori fiscali che avrebbero sanato la loro situazione facendo donazione al Monte. Con questi interventi si ebbe una maggiore disponibilità liquida per i prestiti su pegno. Per la grande quantità di beni che cominciarono ad affluire, nel 1632 venne approvato il progetto per la costruzione di una nuova sede, che venne ultimata nel 1641, per poi essere nel 1878 espropriata dal Comune e demolita per consentire l'apertura dell'attuale via Cornelio Tacito, mentre l'anno successivo fu acquistato Palazzo Mazzancolli, nuova sede. Nel corso dei secoli il Monte partecipò attivamente alla realizzazione di importanti opere cittadine di carattere sociale. Nel 1799 un'improvvisa demonetizzazione di cedole del Banco di Santo Spirito procurò al Monte una perdita di 20.000 scudi. Nel 1814 la città fu colpita da una terribile carestia, tanto che il Monte, per procurarsi il denaro occorrente alle necessità impellenti della popolazione, non esitò ad alienare qualche immobile di sua proprietà. Con regio decreto 28 gennaio 1864 l'Istituto, insieme alle altre opere pie cittadine, venne affidato alla Congregazione di Carità perdendo pian piano il proprio carattere bancario, tanto che i depositi vennero sospesi. A causa della grave situazione finanziaria nel 1954 l'Istituto, nel frattempo divenuto Monte di Credito su Pegno, venne assorbito dalla Cassa di Risparmio di Terni, che modificò la propria ragione sociale in Cassa di Risparmio e Monte di Credito su Pegno di Terni.
bibliografia
- Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, Le Casse di Risparmio Italiane nel secondo Venticinquennale della loro Associazione (1938-1962), Roma, Tipografia delle Terme, 1962, pp. 469-477;
- Remo Tomassini e Sandro Tomassini, Il Sacro Monte della Pietà della Vergine Maria sorto in Terni nel 1464. Notizie storiche, economiche, tecniche, dalla fondazione al 1865, con particolare riguardo al primo secolo di vita, Arrone, Edizioni Thyrus, 1999;
- Pompeo De Angelis, Terni di Barnaba Manassei (il Monte di Pietà del 1464), Terni, Istess - Istituto di Studi Teologici e Storico-Sociali, 2007.
fonti
- Mario Pericoli, Alberto Caporali, Cassa di Risparmio di Terni (a cura di), Inventari degli archivi del Monte di pietà e delle antiche confraternite a Terni, Terni, Cassa di Risparmio di Terni, 1985.