Cassa di Risparmio di Casamassima
Puglia, Casamassima
In seguito alla soppressione del locale Monte Frumentario, con delibera del 22 novembre 1869, il Comune di Casamassima approvò la costituzione di una cassa di prestiti, poi cassa di risparmio. Istituita con regio decreto 1° novembre 1870 e gestita dalla locale Congregazione di Carità, la Cassa avviò la propria attività con un patrimonio di circa 6.000 lire, proveniente dal soppresso Monte Frumentario. Tra gli impieghi consentiti dallo statuto figuravano mutui e conti correnti ipotecari, mutui chirografari ad enti morali, anticipazioni su pegno di valori e di preziosi. L'attività della Cassa fu però sempre piuttosto esigua anche a causa dell'esigua consistenza dei depositi, che nel 1904 ammontavano a circa 7.000 lire per un totale di appena 22 libretti. Nel 1929, in ottemperanza alla legge 29 dicembre 1927 n. 2587, l'Istituto fu assorbito dalla Cassa di Risparmio del Banco di Napoli, insieme alle Casse di Risparmio di Andria, Bari, Barletta, Cassano delle Murge, Forino, Isernia, Lucera, Marsiconovo, Moliterno, Muro Lucano, Piedimonte d'Alife, Santeramo in Colle. Con l'assorbimento di un così consistente numero di istituti, la Cassa del Banco assunse una posizione di predominio nel Mezzogiorno, dal momento che sul territorio continuarono a operare solo alcune casse abruzzesi, la Cassa di Calabria e quella Salernitana, poi incorporata nel 1931.
bibliografia
- Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio, Le Casse ordinarie di Risparmio in Italia dal 1822 al 1904. Notizie storiche presentate all'Esposizione di Milano del 1906, Roma, Tipografia Nazionale di Giovanni Bertero e C., 1906, p. 576;
- Luigi De Rosa, Storia del Banco di Napoli, volume IV, Il Banco di Napoli tra fascismo e guerra (1926-1943), Napoli, Banco di Napoli, 2005, pp. 91-99, 154-156.