Cassa di Risparmio di Andria
Puglia, Andria
La Cassa di Risparmio di Andria venne costituita con regio decreto 21 dicembre 1879. Nata su iniziativa del Comune, iniziò la propria attività nel 1880 con un fondo di dotazione iniziale di 10.000 lire donato dallo stesso Municipio, cui spettò la nomina del Consiglio di amministrazione. Tra gli impieghi consentiti dallo statuto originario vi era lo sconto di cambiali, l'acquisto di titoli e la concessione di mutui ipotecari e chirografari. A partire dal 1903 la Cassa dette il proprio importante contributo allo sviluppo dell'agricoltura locale attraverso l'esercizio del credito agrario, in qualità di intermediaria della Cassa di Risparmio del Banco di Napoli. Le operazioni dell'Istituto, scarse fino al 1888, cominciarono a crescere nell'ultimo decennio dell'Ottocento grazie all'aumento dei depositi, che nel 1903 raggiunsero la cifra di 1.300.000 lire. L'anno successivo la Cassa subì un grave furto di pegni con un danno di circa 23.000 lire, coperto mediante gli utili dell'esercizio. Il regio decreto legge 10 febbraio 1927 n. 269 (trasformato poi nella legge 29 dicembre 1927 n. 2587) fissò le direttive per agevolare il processo di fusione delle casse di risparmio minori in quelle con sede nei capoluoghi di provincia. Il ministro dell'Economia Nazionale, Giuseppe Belluzzo, il 12 luglio di quell'anno scrisse al direttore generale della Banca d'Italia Bonaldo Stringher, comunicandogli di avere in animo di fondere le casse minori dell'Italia meridionale, che si trovano in regioni dove non esistono altre casse maggiori locali, con la Cassa di Risparmio del Banco di Napoli. La Cassa di Andria non era compresa nell'elenco fornito a Stringher, in quanto si trattava di un Istituto sicuramente di piccole dimensioni ma tutto sommato abbastanza solido. Il direttore generale del Banco di Napoli Giuseppe Frignani, tuttavia, pretese che la Cassa di Risparmio del Banco di Napoli assorbisse anche l'Istituto andriese, al fine di dare un forte impulso allo sviluppo della filiale che il Banco aveva aperto ad Andria nel 1928, e che ancora non lavorava a pieno regime. La richiesta fu accolta a patto che il Banco avesse proseguito l'opera della Cassa col favorire ragionatamente il piccolo agricoltore ed il modesto commerciante nei loro bisogni stagionali: l'Istituto fu così assorbito dalla Cassa napoletana nel 1929, insieme ad altre dodici casse di risparmio meridionali.
bibliografia
- Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio, Le Casse ordinarie di Risparmio in Italia dal 1822 al 1904. Notizie storiche presentate all'Esposizione di Milano del 1906, Roma, Tipografia Nazionale di Giovanni Bertero e C., 1906, pp. 571-572;
- Luigi De Rosa, Storia del Banco di Napoli, volume IV, Il Banco di Napoli tra fascismo e guerra (1926-1943), Napoli, Banco di Napoli, 2005, pp. 91-99.