Istituto Bancario San Paolo di Torino

Piemonte, Torino

data di fondazione25.01.1563
data di fusione1998

Il 25 gennaio 1563 sette cittadini torinesi fondarono la Compagnia della Fede Cattolica sotto l'invocazione di San Paolo, con il duplice scopo di soccorrere la popolazione, gravata dalla miseria, e di arginare l'espansione della riforma protestante. Ben presto la confraternita trovò ampia adesione tra gli strati alti della popolazione, tanto che nel 1579 ottenne l'autorizzazione da papa Gregorio XIII e dal duca Emanuele Filiberto per la ricostituzione di un Monte cittadino. Il rafforzamento del patrimonio della Compagnia, grazie a numerosi legati di piccola entità, cui si aggiunsero grandi eredità di famiglie piemontesi, permise l'avvio di un'intensa attività finanziaria, gestita dal Monte di Pietà. Le principali forme di impiego consistevano nell'acquisto di quote del prestito pubblico, statale e municipale, in prestiti a comunità e privati, in particolare al Comune di Torino, in acquisto di censi e tassi, in investimenti immobiliari. Dopo aver raggiunto, a metà Settecento, il culmine dello sviluppo organizzativo e della attività creditizia, la Compagnia subì a fine secolo l'influenza della generale crisi economica, dovendo da un lato sopperire alle aumentate richieste di soccorso da parte della popolazione gravata dalla miseria, e dall'altro sottostare alle pesanti imposizioni fiscali dettate dalle necessità belliche. Con l'avvento del governo repubblicano francese in Piemonte la Congregazione di San Paolo perse progressivamente il possesso del proprio patrimonio, fino alla soppressione decretata il 26 marzo 1802. La Compagnia venne reintegrata nelle sue funzioni nel 1814 assumendo, accanto al Monte gratuito, la gestione del Monte di Pietà a interessi. Attraversò una nuova crisi nel 1848, al momento del passaggio del Piemonte dall'assolutismo alla monarchia costituzionale. Con il diffondersi delle idee liberali, infatti, maturò negli ambienti politici torinesi la convinzione della necessità di abolire le congregazioni religiose, incamerandone i beni: nel 1853 Vittorio Emanuele II limitò le funzioni della Compagnia al solo esercizio delle pratiche religiose, ed affidò la gestione del patrimonio delle Opere Pie di San Paolo di Torino a una Direzione di nomina governativa e municipale, con un presidente e un vicepresidente di nomina regia. A partire dal 1859 l'attività creditizia si sviluppò ampiamente e, con l'assunzione dell'esercizio del credito fondiario nel 1867, prese avvio un settore di attività molto rilevante anche successivamente per la banca. Nel 1923 il Monte di Pietà ricevette con la classificazione nella prima categoria il riconoscimento della prevalente attività bancaria, mentre l'Istituto si affacciava sulla scena nazionale con i prestiti agli enti pubblici, soprattutto ai comuni, e con la partecipazione ai nuovi organismi finanziari, come il Consorzio Sovvenzioni su Valori Industriali, l'Istituto federale per il credito agrario per il Piemonte, il Consorzio nazionale per il credito agrario di miglioramento. Nel 1927 assunse la denominazione di Istituto di San Paolo in Torino - Beneficenza e Credito. Alla fine degli anni '20 la crisi economica internazionale causò il crollo di alcuni gruppi industriali piemontesi e delle banche che li finanziavano, mentre per il San Paolo fu il momento della grande espansione: nel 1931, forte della propria consolidata efficienza amministrativa, fu in grado di rilevare i depositi della Banca Agricola Italiana in Piemonte, Liguria e parte della provincia di Pavia. Così l'Istituto di San Paolo, che ancora nel 1928 contava soltanto tre agenzie in Torino e tre filiali fuori città, si trovò ad avere dieci agenzie in città e 110 filiali diffuse prevalentemente nelle regioni nord-occidentali. Nel 1932 il Governo, riconoscendone la rilevanza nell'economia del Paese e le finalità di pubblico interesse, gli conferì lo status di Istituto di credito di diritto pubblico. Dopo l'emanazione delle leggi razziali del 1938 il credito fondiario del San Paolo fu incaricato di gestire, principalmente in Piemonte e Liguria, le proprietà immobiliari sequestrate agli ebrei, cui si aggiunsero, dopo l'entrata in guerra, quelle degli stranieri di nazionalità nemica. Nel 1940 furono incorporati i Monti di credito su pegno di Carignano e di Susa. Nel dopoguerra l'Istituto ricoprì un ruolo determinante in Piemonte nella ricostruzione del patrimonio distrutto e nell'eccezionale incremento edilizio di Torino, attraverso l'erogazione di mutui fondiari che favorirono la piccola proprietà e la costruzione di grandi condomini. Nel 1950 il cambiamento della denominazione in Istituto Bancario San Paolo di Torino sancì il definitivo passaggio da banca prevalentemente raccoglitrice di risparmio a vera e propria banca commerciale. Nel 1960 fu costituita la Sezione opere pubbliche per il finanziamento a medio e lungo termine di opere pubbliche e impianti di pubblica utilità. Nel 1961 l'Istituto ottenne l'autorizzazione governativa a operare direttamente anche nel campo del credito agrario di miglioramento. Tra il 1965 e il 1969 l'Istituto assorbì le attività della Banca Grasso, in liquidazione. Le incorporazioni della Banca Depositi e Sconti di Milano, della Banca Fiorentina di Credito e del Banco Santi di Bologna, attuate nel biennio 1971-1972, consentirono l'ampliamento della rete di filiali a Milano e l'istituzione delle sedi di Bologna e Firenze. L'apertura della sede di Bari e delle delegazioni di credito fondiario a Pescara, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria, Catania, costituirono i primi passi dell'espansione sull'intero territorio nazionale. Nel 1975 l'Istituto ottenne l'autorizzazione a operare su tutto il territorio nazionale, arrivando ad avere fino a 260 filiali. Dalla fine degli anni '70 il processo di espansione internazionale, già avviato agli inizi degli anni '60 con l'apertura degli uffici di rappresentanza di Zurigo, Londra e Parigi, si sviluppò notevolmente arrivando negli anni '80 ad essere presente con proprie filiali ad Amsterdam, Francoforte, Monaco, Londra, Parigi, Los Angeles, New York Singapore e con uffici di rappresentanza a Stoccolma, Bruxelles, Zurigo e Tokyo. Con l'acquisizione di Banco Lariano, Banca Fabbrocini, Banca Provinciale Lombarda, Banca Popolare dell'Agricoltura di Canicattì e Banca Nazionale delle Comunicazioni, il San Paolo divenne un vero e proprio Gruppo. Nel 1998 la fusione con l' Istituto Mobiliare Italiano determinò la nascita di Sanpaolo-IMI.

relazioni

ente conservatore

percorsi

personalità di rilievo

Anton Dante Coda

(Biella, 21 dicembre 1899 - Torino, 3 marzo 1959)
Anton Dante Coda, figlio di Giovanni e Maria Gremmo, diplomatosi in ragioneria nel 1917, si impegna fin da studente nell'associazionismo e nella politica. Nel 1920 viene nominato Segretario politico dell'Unione Democratica di Biella e direttore della Tribuna Biellese. Partecipa alle campagne elettorali del 1921 e del 1924, appoggiando la lista Giolitti. Fin dal 1922 si batte per l'autonomia del Partito Liberale dal fascismo e quando nel 1924 assiste al prevale della componente filofascista all'interno del liberalismo piemontese, fonda un'altra sezione a Torino in via Barboux, insieme tra gli altri a Ruffini, Einaudi, Soleri. Nel 1927 consegue la laurea in Scienze economiche commerciali e stabilisce la sua residenza a Torino; frequenta il salotto di Einaudi e continua nella clandestinità la sua opposizione politica, avvicinandosi a Carlo Rosselli e a Giustizia e Libertà. Nel 1935 viene arrestato mentre si stava recando a Parigi; detenuto dal 4 al 24 giugno, viene rilasciato per intervento di Vittorio Emanuele Orlando e di Caviglia. Già prima del 25 luglio si attiva per ricostruire i liberali nel Nord Italia. Lascia Torino l'11 settembre 1943 dandosi alla macchia, pur rimanendo attivo nella clandestinità. Viene accusato di collusione col fascismo per fatti avvenuti nel 1921: questione poi risolta solo il 5 febbraio 1946. Il 20 settembre 1946 viene nominato presidente del San Paolo sostenuto da Einaudi, Governatore della Banca d'Italia, che lo apprezza per la sua capacità mediatrice; viene riconfermato il 3 giugno 1950. Sono gli anni in cui il San Paolo è in particolare finanziatore di fondamentali opere pubbliche per Torino. Dotato di grande capacità gestionale, sotto la sua direzione il San Paolo diventa Istituto San Paolo, passando da banche raccoglitrice di risparmio a banca commerciale.

 


personalità di rilievo

Luciano Jona

(Chieri, 1897 - Torino, 1979)
Luciano Jona proveniva da una famiglia ebrea di imprenditori tessili della zona di Chieri. Partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale degli alpini e nel 1920 si laureò in Economia e commercio. Fu chiamato, ancora prima della laurea, da Vittorio Valletta a collaborare nello studio da commercialista, di cui assunse la conduzione quando Valletta fu chiamato a dirigere la Fiat e di cui divenne poi titolare nel 1928. Nel 1931 entrò all'Università di Torino, prima come libero docente di Tecnica bancaria, industriale e commerciale e poi come docente di Tecnica bancaria in successione a Giuseppe Broglia; nel dopoguerra ebbe la cattedra di Scienza delle finanze. Nel 1938 fu incaricato dal podestà di Torino di unificare le linee tranviarie intercomunali nella Satti, ma ben presto dovette lasciare tutti gli incarichi pubblici per l'avvento delle leggi razziali e fu costretto a nascondersi fuori Torino. Nel 1945 fu designato dal CLN a rappresentare il Partito liberale italiano, al quale si era iscritto nel 1919, nella Deputazione provinciale di Torino. Dal 1945 al 1956 fu assessore alle finanze della Provincia di Torino, dove promosse la costruzione di nuove scuole e infrastrutture e lasciò un bilancio, che aveva ereditato in rosso, in pareggio, con una riserva di cassa pari a sei mesi di entrate.
Nel 1959 fu nominato presidente dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, in successione a Anton Dante Coda, morto improvvisamente. Il 29 ottobre 1959, il neo presidente già operativo, presiedette per la prima volta il Consiglio di amministrazione dell'Istituto. Ricoprì il prestigioso incarico fino al 1978.
Fu consigliere provinciale dal 1956 al 1960, assessore comunale e prosindaco dal 1960 al 1966, e sindaco di Torino facente funzioni per quattro mesi tra il 1964 e il 1965. Dal 1966, con l'avvento del centro sinistra nella giunta torinese, fin al 1975, quando si ritirò dalla vita politica, sedette tra i banchi dell'opposizione.
Come presidente del San Paolo, nel dopoguerra realizzò, tra gli altri interventi, l'operazione di salvataggio dell'Istituto bancario piemontese assieme alla Cassa di Risparmio di Torino e all'IFI costituendo la Banca Subalpina. Si mosse con determinazione in molti ambiti, dalle celebrazioni di Italia ‘61 alla realizzazione di autostrade e trafori alpini; intervenne nel campo dell'edilizia abitativa, scolastica e dei servizi per fronteggiare il grande incremento demografico legato all'immigrazione dal Sud.


personalità di rilievo

Francesco Rota

(Torino 1909 - Laigueglia, 1985)
Nel 1928 conseguì il diploma di ragioniere presso l'Istituto Sommelier di Torino; già il 1° agosto dello stesso anno entrò all'Istituto di San Paolo assunto come avventizio straordinario e in via di esperimento, in quanto l'assunzione in ruolo poteva avvenire solo mediante pubblico concorso. L'anno successivo, divenuto applicato, iniziò una brillante carriera presso la Ragioneria della Banca; grazie alle sue eccellenti doti di intelligenza e rendimento, in un breve arco di tempo ottenne tre promozioni e divenne funzionario a soli 27 anni, nel 1936.
Nel 1939 si laureò in Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Torino. Nel marzo 1942 si dimise dalla Banca per divenire direttore amministrativo della SpA Giustina e Co. - Fabbrica di cuscinetti a rulli e a sfere. Nel maggio 1945 ritornò all'Istituto in qualità di Segretario Generale con le mansioni di Direttore Centrale e Capo del Servizio Personale e Segreteria; nel 1951 fu anche designato come sostituto del Direttore Generale in caso di assenza o impedimento di questi. L'8 agosto 1957 gli fu conferito l'incarico di Direttore Generale che mantenne fino al 1968 quando si dimise per assumere la carica di Vice Direttore Generale per i servizi finanziari e amministrativi della Fiat, mentre il San Paolo gli conferiva il titolo di Direttore Generale d'onore (1969-1985).
Le principali iniziative attribuite al suo decennale impegno di Direttore Generale sono la riorganizzazione del Credito Fondiario, per snellire le procedure e favorire i piccoli risparmiatori nell'acquisto di una casa di abitazione attraverso la cosiddetta formula "Risparmio-Casa"; la promozione dei rapporti bancari con l'estero, attraverso l'apertura degli uffici di rappresentanza di Londra, Francoforte, Parigi e Zurigo; l'espansione territoriale della rete delle filiali e l'apertura di delegazioni del Credito Fondiario nel Mezzogiorno; la ristrutturazione e l'apertura della nuova sede di piazza San Carlo a Torino; la costruzione del moderno e avanzato centro meccanografico di Moncalieri; l'allestimento della nuova sede di Roma. Più in generale lo sviluppo dell'attività dell'Istituto, misurabile nell'aumento del volume dei capitali amministrati.


palazzi di pregio

Palazzo Turinetti

Commissionato dal Marchese Giorgio Turinetti di Priero, banchiere del Ducato di Savoia, il Palazzo si affaccia con il lungo porticato su piazza San Carlo a qualificare, in concerto con gli altri edifici, l'armonioso disegno unitario del salotto della città. Arredi, boiserie, stucchi, specchiere, preziosi intagli conservano l'originario sapore sei-settecentesco degli interni, sapientemente salvaguardato dopo la ricostruzione post-bellica, arricchito da arazzi di manifattura francese e dipinti dal XVII al XX secolo di artisti come il Francia, Cignaroli, Rapous, De Mura.

collezioni artistiche

L'importante ciclo di dipinti commissionato tra la fine del Cinquecento e il Seicento per decorare l'Oratorio della "Compagnia della Fede Cattolica sotto l'invocazione di San Paolo" costituisce uno dei nuclei più rappresentativi della collezione dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino e ne documenta le antiche origini, che affondano nel Monte di Pietà, dal 1580 gestito dalla Compagnia. Specchio del profondo legame con la storia di Torino e del Piemonte, la raccolta di opere d'arte del moderno istituto di credito si è formata a partire dagli ultimi decenni dell'Ottocento, rispondendo in un primo momento principalmente a finalità di rappresentanza e di arredo della sede di via Monte di Pietà. Nel 1877 ha preso avvio la serie di ritratti dei presidenti ad opera di artisti legati all'Accademia torinese o vicini alla corte sabauda come Giacomo Grosso, serie che è proseguita in modo ininterrotto nel secolo successivo. A partire dagli anni Sessanta del Novecento, con il trasferimento della Sede centrale in piazza San Carlo, l'Istituto ha ampliato e definito la sua politica collezionistica. Le acquisizioni di questo decennio e in parte di quello successivo sono state destinate in prevalenza al progetto di arredamento in stile barocco degli uffici di rappresentanza, dove accanto a dipinti del Seicento e preziosi arazzi figuravano pezzi antiquariali di grande pregio, come la console in legno intarsiato del grande ebanista Pietro Piffetti.
Negli anni Ottanta, in dialogo con la Soprintendenza, è stato invece avviato un progetto più organico rivolto alla salvaguardia e alla valorizzazione dell'identità culturale del territorio. Oltre ad ampliare la raccolta del Seicento, del Settecento (Sacchetti, Rapous), dell'Ottocento (Marco Calderini, Giacomo Grosso) e del primo Novecento (Felice Casorati), l'Istituto si è assicurato opere di grande rilievo per la storia della pittura rinascimentale piemontese: da due rare tavole di Gandolfino da Roreto allo straordinario Compianto sul Cristo morto di Gerolamo Giovenone.
Negli anni Novanta l'acquisizione delle raccolte delle banche incorporate (Banca Provinciale Lombarda, Banco Lariano, Banca Nazionale delle Comunicazioni) e la fusione con l'Istituto Mobiliare Italiano (1998) hanno portato a un notevole incremento della collezione, che nel 2007 è confluita nel patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo.

bibliografia

- L'Istituto delle Opere Pie di San Paolo nel 350° anno di sua esistenza, Torino, Società Tipografico Editrice Nazionale, 1913;
- L'Istituto di San Paolo di Torino dalle origini ai giorni nostri. 1563-1936, Torino, Tipografia F.lli Pozzo, 1937;
- L'Istituto Bancario San Paolo di Torino. 1563-1950, Torino, Istituto Bancario San Paolo di Torino, 1951;
- Mario Abrate, L'Istituto Bancario San Paolo di Torino, Torino, Istituto Bancario San Paolo di Torino, 1963;
- Giuseppe Locorotondo, Archivio Storico dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino, Torino, Istituto Bancario San Paolo di Torino, 1963;
L'Istituto Bancario San Paolo di Torino dalle origini ai nostri giorniTorino, Aeda, 1968;
- Stefano Cingolani e Giuseppe Maradini, San Paolo: da Banco a Bank. Tradizione e innovazione nella storia del più dinamico istituto di credito italiano, Milano, IPSOA, 1989;
- La Vigna di Madama Reale e l'Archivio Storico San Paolo, Torino, Compagnia di San Paolo, 1995;
- Arabella Cifani, Franco Monetti (a cura di), Il Palazzo dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino e le sue collezioni d'arte, Torino, Fondazione dell'Istituto San Paolo di Torino, 1997;
- Rainer Masera, La fusione San Paolo IMI nella prospettiva italiana ed europea, in "Rivista Bancaria - Minerva Bancaria", anno LV, n. 1, gennaio-febbraio 1999, pp. 35-59;
- Elena Cappellano, Quelli di via Monte. Il San Paolo di Torino nel dopoguerra, Torino, Teca Edizioni, 2000;
- Emanuele Tesauro, Historia della venerabilissima Compagnia della Fede Catolica, sotto l'invocatione di San Paolo, nell'Augusta città di Torino, Torino, Sinibaldo, 1657 [ultima edizione: a cura di Anna Cantaluppi, Torino, Compagnia di San Paolo, 2003];
- Anna Coliva (a cura di), La collezione d'arte del Sanpaolo, Milano, Gruppo Sanpaolo IMI - Silvana Editoriale, 2003;
- Anna Cantaluppi (a cura di), L'Archivio storico della Compagnia di San Paolo, Torino, Compagnia di San Paolo, 2008;
- Anna Cantaluppi, Walter E. Crivellin e Bruno Signorelli (a cura di), Le figlie della Compagnia. Casa del Soccorso, Opera del deposito, Educatorio Duchessa Isabella fra età moderna e contemporanea, Torino, Compagnia di San Paolo, 2011;
- Costanza Roggero Bardelli, Palazzo Turinetti. Torino, Crocetta del Montello, Intesa Sanpaolo, Terra Ferma, 2011
-  Walter Barberis (a cura di) con Anna Cantaluppi, La Compagnia di San Paolo 1563-2013, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2013;
- Clara Goria, Il patrimonio artistico del San Paolo. Una nuova identità: spazi figurati, committenza e collezioni, in La Compagnia di San Paolo, volume secondo, Torino, Einaudi, 2013, pp. 652-679;
- Anna Cantaluppi e Blythe Alice Raviola (a cura di), L'umiltà e le rose. Storia di una compagnia femminile a Torino tra età moderna e contemporanea, Torino, Leo Olschki Editore, 2017;
- Gerardo Nicolosi (a cura di), Un malinconico leggero pessimismo. Diario di politica e di banca (1946-1952), Torino, Leo Olschki Editore, 2018.

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