Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde

Lombardia, Milano

data di fondazione12.06.1823
data di fusione12.2000

La Cassa di Risparmio di Milano fu istituita il 12 giugno 1823 dalla Commissione Centrale di Beneficenza, fondata a sua volta nel 1816. La Cassa si diffuse in pochi anni con dipendenze in tutta la Lombardia, limitatamente all'emissione di libretti di risparmio al portatore e con modalità di impiego in fondi pubblici e prestiti ai corpi morali. Nel 1850 iniziò l'attività di anticipazioni su titoli, nel 1858, sulla sola piazza milanese, lo sconto di cambiali con almeno tre firme, nel 1859 l'acquisto dei buoni del Tesoro mentre, nel 1867, fu istituita la gestione separata del Credito Fondiario. L'introduzione delle cartelle fondiarie portò a una radicale trasformazione dell'ordinamento del credito immobiliare dell'Istituto, contribuendo al finanziamento della costruzione della Galleria Vittorio Emanuele a Milano e del Traforo del Sempione. Tale strumento si rivelò di grande importanza soprattutto durante la ricostruzione postbellica: nel secondo dopoguerra, infatti, la Cassa si impegnò particolarmente nella concessione di mutui ipotecari, contribuendo alla ricostruzione di circa il 70% del patrimonio edilizio milanese colpito dai bombardamenti. Per celebrare il primo centenario, la Cassa promosse un congresso internazionale con la partecipazione delle associazioni di categoria e delle principali Casse di vari Paesi. In tale occasione fu istituita la Giornata Mondiale del Risparmio. Nel 1928, dopo aver assorbito negli anni immediatamente precedenti la Sezione Credito del Monte di Pietà di Cremona e le Casse di Risparmio di Voghera e di Novara, l'Istituto aprì la sezione di Credito Agrario, utilizzata principalmente per l'acquisto di macchine agricole e per la costruzione di stabilimenti per la trasformazione dei prodotti. Nel 1953 l'operatività della Cassa si ampliò con la fondazione del Mediocredito Lombardo, un istituto di credito speciale per il finanziamento a medio-lungo termine delle piccole e medie imprese, mentre nel 1958 iniziò a operare la Sezione autonoma per le Opere Pubbliche per sostenere, mediante emissione di obbligazioni, la realizzazione di rilevanti infrastrutture (impianti telefonici, rete autostradale, impianti aeroportuali...), come pure l'attuazione del piano regolatore di Milano. Tra gli anni '50 e '60 l'Istituto assorbì le Casse Rurali di Villanuova sul Clisi e di Manerba del Garda, in provincia di Brescia, e la Banca Giacobone, in provincia di Pavia. Tratto distintivo e persistente nella storia della Cassa di Risparmio è la proiezione sociale verso il territorio, realizzata attraverso erogazioni benefiche e interventi di carattere solidaristico e assistenziale. Nel 1861 tale orientamento era stato formalizzato ed eretto a norma nel primo statuto organico della Cassa, che prescriveva di destinare un quinto degli utili netti a opere di beneficenza e pubblica utilità. Confermata negli anni, tale quota fu progressivamente innalzata nel corso del Novecento fino a raggiungere nel 1967 la metà degli utili. Nel 1991, contestualmente all'incorporazione del già controllato Istituto Bancario Italiano e delle gestioni separate di Credito Fondiario, Credito Agrario e Opere Pubbliche, l'attività bancaria fu conferita a una nuova società, la Cariplo SpA. Nel 1998 il Banco Ambrosiano Veneto ha aggregato l'Istituto dando vita al gruppo Banca Intesa e, nel dicembre 2000, Cariplo è stata incorporata in Banca Intesa.

relazioni

ente conservatore

percorsi

personalità di rilievo

Giuseppe De Capitani d'Arzago

Discendente da una famiglia di antica nobiltà lombarda, Giuseppe De Capitani d'Arzago (Milano, 1870 - Paderno Dugnano, 1945) fu presidente della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde dal 1924 al 1945.
Sin da giovane coprì numerose cariche in commissioni comunali e provinciali e nella Giunta provinciale milanese, oltre a presiedere gli Orfanotrofi milanesi e il Pio Albergo Trivulzio.
Fu deputato per quattro legislature e alla Camera fu rappresentante dell'ala destra del Partito Liberale prima di passare nel Partito Fascista. Ricoprì l'incarico di sottosegretario al Tesoro nel primo gabinetto Facta e di ministro dell'Agricoltura con Mussolini dal 28 ottobre 1922, ma uscì dal Ministero nell'agosto 1923 per l'unificazione del dicastero dell'Agricoltura con quello dell'Economia nazionale. Preparò varie leggi tra cui quella sull'agricoltura e quella sulla caccia.
Fu chiamato da Mussolini con l'incarico di commissario governativo alla "Società Umanitaria", incarico che lasciò nel febbraio 1924 per assumere il 6 marzo dello stesso anno quello di Presidente della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde.
Sotto la sua presidenza, nel 1926, nacque il Dopolavoro della Cariplo.
Presiedette anche l'Associazione nazionale fra le Casse di risparmio italiane dal 1938 e l'Istituto internazionale del risparmio. Fu membro del Consiglio della Corporazione delle Aziende di credito dal 1942 e commissario straordinario dell'Associazione per lo sviluppo dell'alta cultura dal 1941. Fu, per parecchi anni presidente dell'Associazione commercianti ed esercenti di Milano. Tra il 1928 e il 1929 fu podestà di Milano e dal 1° gennaio 1929 venne nominato senatore. Dal 1934 divenne vicepresidente del Senato.
Lasciò la presidenza della Cariplo nel 1945 e morì alla fine dello stesso anno.


personalità di rilievo

Stefano Jacini

Stefano Jacini fu nominato presidente della Cassa di Risparmio l'8 aprile 1946 e si insediò nella carica il 9 ottobre 1946, al termine dell'Amministrazione della Commissione Provvisoria di Reggenza, che resse l'Istituto per circa diciotto mesi, a partire dal 26 aprile 1945.
Confermato alla carica per altri cinque anni con Decreto ministeriale 7 giugno 1951, non porterà a termine il mandato, essendo deceduto il 31 maggio 1952 all'età di 65 anni.
Jacini era nato a Milano il 3 novembre 1886 in una famiglia della più cospicua nobiltà agraria lombarda ed era nipote dell'omonimo statista che fu ministro di Cavour, Ricasoli e La Marmora.
Laureatosi in giurisprudenza nel 1908 presso l'Università di Genova, iniziò la sua attività politica nel 1911 con l'elezione a consigliere comunale di Milano nella giunta Greppi; nel 1914 fu eletto consigliere provinciale per il mandamento di Vimercate.
Partecipò alla grande Guerra riportando diverse onorificenze al valore.
Seguace e amico di don Sturzo, fu fra i primi aderenti al partito popolare, che rappresentò alla Camera per tre legislature, dal 1919 al 1926.
Fu un appassionato studioso di problemi migratori e, come vice presidente e membro del consiglio direttivo dell'"Opera Bonomelli", si occupò per vent'anni dell'assistenza ai nostri emigrati; fu anche membro del Consiglio superiore dell'Emigrazione e della Commissione per gli affari esteri.
Fervente antifascista, dopo l'8 settembre 1943 fu colpito da un mandato di cattura e si rifugiò in Svizzera.
Rientrato in Italia, alla fine del 1944, riprese il suo impegno politico. Fu nominato membro della Consulta Nazionale e Ministro della Guerra nel governo Parri e venne chiamato a presiedere il primo comitato nazionale della DC. Candidato alle elezioni del 2 giugno 1946, venne eletto membro dell'Assemblea Costituente.
Nel 1948 Jacini divenne senatore di diritto della I legislatura repubblicana. In senato fu presidente della commissione Esteri.
Negli stessi anni in cui presiedeva la Cariplo, Jacini svolse per il governo italiano importanti incarichi all'estero: ambasciatore straordinario presso la Repubblica argentina nel 1947; rappresentante italiano presso l'United Nations Educational Scientific and Cultural Organization (UNESCO), quindi capo della delegazione italiana alla sua III Conferenza generale, fu infine nominato presidente del Consiglio esecutivo; europeista convinto, venne scelto dal Senato quale membro del Consiglio d'Europa e da questa assemblea eletto, nel 1949, vice presidente.
Fra le cariche culturali si segnalano la presidenza del Circolo Filologico Milanese e quella del Comitato Milanese della Società Dante Alighieri.


personalità di rilievo

Giordano dell'Amore

Giordano Dell'Amore fu nominato Presidente della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde il 24 novembre 1952. La carica decorreva dal 1° dicembre per cinque anni, così come previsto dalle norme statutarie della Cassa. Di rinnovo in rinnovo, si arrivò al 1979, anno in cui Dell'Amore si dimise in aperta polemica con il Comitato interministeriale del Credito e del Risparmio e con la Banca d'Italia che non avevano ancora designato un successore, pur essendo lui in regime di prorogatio fin dal 7 giugno 1978.
Dell'Amore succedeva a due illustri esponenti dell'aristocrazia ambrosiana - Giuseppe De Capitani D'Arzago e Stefano Jacini. Nato nel 1902, dopo aver fatto il fattorino per pagarsi gli studi alla Cooperativa Milanese, lavorò in prova per un anno al Credito Italiano e poi venne assunto nel 1929 come "unico Direttore Centrale" della società G. B. Bianchi S.A. Insegnante in Tecnica Commerciale nel Regio Istituto Commerciale di Milano, si laureò in Bocconi dopo aver ottenuto la borsa di studio.
Prima che banchiere, fu amministratore pubblico: venne nominato delegato dell'E.G.E.L.I. per il sequestro della Banca d'America e d'Italia e fra 1946 e 1952 ebbe importanti incarichi politici nella provincia di Milano, prima come consigliere e poi come capo dell'Amministrazione. Nel 1954 fu Ministro del Commercio con l'Estero del Governo Fanfani. Queste esperienze lo avvicinarono ai problemi di governo di una grande realtà economico-territoriale ed ebbe un peso non irrilevante nelle sue scelte di banchiere.
Alla presidenza della Cariplo, nel giro di un solo anno avviò un radicale processo di riorganizzazione con l'istituzione di nuovi servizi (il Servizio Estero, l'ispettorato e il Servizio organizzazione) e di reinterpretazione della finalità sociale della Cassa e della figura del banchiere che non è più un ‘agnostico distributore di credito' ma il garante di un disegno più alto con una forte connotazione etica.
Tra le nuove iniziative: il Mediocredito Regionale Lombardo, il sostegno all'agricoltura e alla scienza applicata ad essa e il Finafrica, con cui Dell'Amore si impegnò nell'acceso dibattito sul tema cruciale delle responsabilità occidentali verso il terzo mondo e di fronte a chi individuava nell'economia il principale veicolo di sfruttamento
Grande fu anche la sua partecipazione a diversi organismi nazionali e internazionali, in particolare all'Istituto Internazionale del Risparmio - del quale fu presidente dal 1969 al 1972 e della Confederation Internationale du Credit Agricol.
Nel 1961, su iniziativa di Dell'Amore, del Comune di Milano e di Mario Scelba, ministro dell'Interno, venne istituita la Fondazione Italiana per la storia amministrativa (FISA).
Scrisse un numero considerevole di volumi e di articoli, quasi tutti in materia bancaria.
Morì nel 1981, all'età di 78 anni.


personalità di rilievo

Antonio Confalonieri

Antonio Confalonieri nasce a Milano nel 1922, si laurea all'Università Commerciale L. Bocconi nel 1946, mentre già era impiegato presso la Cariplo.
Dal 1950 collabora con l'Università Cattolica del Sacro Cuore, prima come assistente volontario e poi come insegnante di Tecnica bancaria e professionale, di cui vince la cattedra nel 1964. Fu Preside della Facoltà di Economia e Commercio dal 1972 al 1980.
Dopo l'Ufficio Studi del Gruppo ENEL-Edison, di cui si era occupato inizialmente, dal 1961 al 1966 fu dirigente dell'Ufficio Studi di Mediobanca e dal 1966 al 1969 Segretario Generale del Comitato per la Programmazione Economica della Lombardia.
A partire dal 1970 ricoprì incarichi nei collegi sindacali di diverse banche e istituti di credito e nel marzo 1981 venne nominato Presidente della Cariplo, incarico che ricoprì fino al 1987.
Sotto la sua presidenza, la Cariplo fece grandi passi avanti dal punto di vista dell'organizzazione e dell'innovazione operativa. Visse anche diverse acquisizioni, tra cui la più significativa fu senza dubbio l'IBI nel 1982.
Grande studioso, nei suoi numerosi scritti approfondì i problemi della gestione delle banche ordinarie, anche nei loro rapporti con la politica del debito pubblico e con il controllo del credito esercitato dalla Banca centrale, il settore del credito a medio termine e le banche miste.
Morì a Milano il 23 marzo 1995.


palazzi di pregio

Ca' de Sass

Originaria sede della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde ora confluita in Intesa Sanpaolo, l'edificio fu costruito tra il 1868 ed il 1872 dall'architetto Giuseppe Balzaretti - autore tra l'altro di opere come il Palazzo Poldi Pezzoli, i Giardini Pubblici di via Palestro, l'hotel Cavour e numerose ville e giardini in Lombardia e in Veneto.
L'imponente architettura, disposta tra le vie Andegari, Romagnosi e Monte di Pietà, si inserisce in un'area di Milano che nei secoli ha visto via via mutare i propri caratteri originari da zona fortificata tardo romana a centro medievale di intensa vita monastica, da quartiere amministrativo e assistenziale in epoca asburgica a presidio militare dalla Repubblica Cisalpina fino ai primi anni dopo l'Unità d'Italia. Esempio tra i più significativi a Milano dell'architettura eclettica di fine Ottocento, l'edificio sorge sulle preesistenze di quello che era il Palazzo del Genio Militare, risalente alla stagione del rinnovamento edilizio del Piermarini, e si esprime secondo un linguaggio architettonico neo-rinascimentale, volutamente ispirato alla tradizione quattrocentesca dei palazzi fiorentini in bugnato commissionati dalle grandi famiglie di mercanti e banchieri ad architetti quali Michelozzo, Giuliano da Sangallo, Leon Battista Alberti. Ma, al di là della colta citazione tratta dalle pagine più alte della storia dell'architettura, l'uso delle grandi bugne in pietra intende indubbiamente avere un valore simbolico ed evocativo della solidità dell'Istituto che l'edificio ospita e dell'originaria funzione di "forziere" della Cassa. Nella parte superiore del palazzo, la forte cornice aggettante presenta una fascia di mensoloni che riportano invece ad esempi milanesi del Cinquecento e del Seicento. E proprio la caratteristica della struttura in bugnato, i larghi massi regolari in pietra - i "sass" appunto - hanno determinato il soprannome di origine dialettale con cui venne sin dal suo sorgere identificato l'edificio: Ca' de Sass.
Una volta oltrepassata la facciata, l'aspetto architettonico perde la connotazione più massiccia e marziale e si stempera già nell'ampio cortile interno cui si accede attraverso un elegante portico a colonne. Qui un ordine dorico ripreso dal più maturo Rinascimento scandisce con insolite lesene, senza capitello ma con un doppio triglifo in asse col fusto, i lati dell'invaso ed incorniciano con ritmo regolare la sequenza di archi in cui si aprono le finestre che portano luce all'interno.


palazzi di pregio

Palazzo delle Colonne

Nota ai milanesi come "Palazzo delle Colonne" per via del lungo porticato in facciata, la nuova sede della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde in via Verdi 8 a Milano fu il risultato di una stretta collaborazione fra architetti - Giovanni Greppi, vincitore del concorso indetto nel 1932 dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, al quale fu presto affiancato il giovane Giovanni Muzio - e ingegneri di chiara fama, primo fra tutti Arturo Danusso, che dovette risolvere non pochi problemi statici, legati soprattutto alla complessa costruzione del famoso caveau, che si inabissava nelle viscere della città per quasi venti metri, mentre la sottostante falda acquifera emergeva dal sottosuolo di Milano.
Il palazzo si contraddistinse per il carattere innovativo e avanguardistico del suo cantiere.
Nel 1932 sei noti professionisti - Ambrogio Annoni, Mario Faravelli, Rinaldo Ferrini, Giovanni Greppi, Alessandro Minali e Piero Portaluppi - vennero invitati a presentare un proprio progetto per un nuovo edificio in grado di rispondere alle esigenze di ampliamento e innovazione della sede centrale della Cassa, l'ottocentesca "Cà de Sass". La nuova costruzione avrebbe dovuto completare l'isolato compreso tra via Verdi e via Monte di Pietà, in continuità con la stessa "Cà de Sass", un'area che la Cassa si era assicurata fin dalla fine dell'Ottocento, grazie ad una lungimirante politica di acquisizioni.
Tra le richieste della committenza, emerse l'esigenza di almeno 15.000-20.000 cassette di sicurezza, con cui la nuova sede si sarebbe attestata come la più grande struttura di deposito valori allora presente a Milano.
Il progetto venne vinto dall'architetto Giovanni Greppi, affiancato, dal gennaio 1933, da Giovanni Muzio.
Nel novembre dello stesso anno i due architetti insieme ai tecnici della Cassa, visitarono i più moderni edifici bancari d'Europa, Parigi, Londra, Aja, Amsterdam, Bruxelles, alla ricerca degli ultimi ritrovati in termini di tecniche costruttive e sistemi di sicurezza, nonché impianti di aerazione, ventilazione, riscaldamento, illuminazione. Ma la vera sfida del nuovo cantiere riguardò la costruzione dei 5 piani sottoterranei di caveau, al di sotto della falda freatica (allora attestata a 7 metri dal piano stradale), in un sottosuolo per nulla affidabile, e senza far uso delle ordinarie pompe aspiranti per non compromettere la stabilità degli edifici circostanti.
Nel marzo 1934 iniziò quello che i giornali dell'epoca definirono "uno scavo ciclopico"; vennero innalzate alte paratie verticali a puntellarne i bordi, a sostegno delle sedi stradali e delle case vicine. Si cominciò a scavare il buco che avrebbe dovuto ospitare le fondamenta e i sotterranei del palazzo, lasciano affluire l'acqua di falda: si formò così un bacino, un vero e proprio "laghetto" nel cuore della città, dove accanto alle maestranze tradizionali operarono anche squadre di palombari. Su una parte dell'area del cantiere, all'asciutto, si costruì uno speciale scafo metallico, a tenuta stagna, con sponde alte inizialmente 3 metri e del peso di circa 600 tonnellate.
La notte del 16 gennaio 1937 venne innalzato artificialmente il livello dell'acqua di falda: l'intera area di scavo venne così allagata, e lo scafo cominciò a galleggiare, così che la mattina fu possibile portarlo al di sopra del bacino, pronto per la cerimonia del "varo".
Nello scafo vi vennero quindi costruite le strutture in metallo e cemento armato del palazzo; progressivamente, al procedere della costruzione, le pareti dello scafo vennero innalzate e sotto l'effetto del peso, mentre l'acqua veniva aspirata, "il guscio" a tenuta stagna si inabissava a poco a poco fino ad appoggiarsi sul fondo.
La fama di 'sicurezza' dei cinque piani sotterranei fece sì che il palazzo divenne, già a partire dal giugno 1940, il rifugio antiaereo più sicuro di Milano e, come tale, il ricovero idoneo per alcune delle opere d'arte più preziose custodite nei musei milanesi
L'inaugurazione avvenne il 5 maggio 1941.

bibliografia

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- Achille Griffini, Bilancio 1857 e notizie sulle Casse di Risparmio di Lombardia, Milano, s.e., 1858;
- Stefano Allocchio, Sullo sviluppo e sulla amministrazione della Cassa di Risparmio di Milano. Studio statistico, Milano, s.e., 1871;
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- Stefano Allocchio, Il Reale Decreto 4 marzo 1880 di costituzione della Commissione Centrale di Beneficenza in Milano, amministratrice della Cassa di Risparmio e gestioni annesse, Milano, Tipografia del Riformatorio Patronato, 1882;
- Stefano Allocchio, La Cassa Centrale di Risparmio di Milano e le Provincie Lombarde, Milano, Hoepli, 1886;
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- Cariplo - Ufficio Studi, La Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde nel cinquantennio 1923-1972, 4 volumi, Milano, Cariplo, 1973;
- Alberto Cova e Anna Maria Galli, La Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde dalla fondazione al 1940. Finanza e sviluppo economico-sociale, 4 volumi, Milano, Cariplo-Laterza, 1991;
- Francesca Pino (a cura di), L'Archivio Storico di Banca Intesa. Per una storia al plurale, Milano, Banca Intesa - Silvana Editoriale, 2004;
- Serena Berno, Barbara Costa, Francesca Pino, Ornella Selvafolta, Uno scavo ciclopico. Il nuovo palazzo della Cariplo nel cuore di Milano , Quaderni fotografici dell'Archivio Storico di Intesa Sanpaolo , Milano, Hoepli, 2012;
-  Francesca Pino, Alessandro Mignone (a cura di), Memorie di valore : guida ai patrimoni dell'Archivio storico di Intesa, Milano, Hoepli- Intesa Sanpaolo, 2016.

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