Cassa di Risparmio di Venezia
Veneto, Venezia
La Cassa di Risparmio di Venezia fu costituita il 12 febbraio 1822 e associata al Banco pignorativo, sorto durante la breve esperienza napoleonica nel 1806. Sin dall'inizio questo legame fu piuttosto condizionante, in quanto i depositi della Cassa erano esclusivamente utilizzati per finanziare le operazioni di prestito su pegno del Banco. Nel 1834 il Banco pignorativo fu trasformato in una nuova istituzione denominata Monte di Pietà di Venezia, da cui la Cassa di Risparmio continuava sostanzialmente a dipendere. Nel 1853 e nel 1886 furono redatti due nuovi statuti, che portarono gradualmente la Cassa alla piena indipendenza gestionale. All'Istituto furono concesse nuove forme di impiego dei depositi (mutui ipotecari, sconto di cambiali, sovvenzioni su titoli), ma rimase l'obbligo di finanziare il Monte, fino a quando - nel 1927 - quest'ultimo venne definitivamente assorbito dalla Cassa, che istituì al proprio interno un Servizio Pegno. Nel corso degli anni l'Istituto contribuì in maniera decisiva allo sviluppo economico e culturale della città. Dal 1897 al 1942 la Cassa concesse importanti finanziamenti alla Biennale e alla Galleria d'arte moderna e, dal 1907, cominciò ad acquisire importanti opere d'arte per l'arredo delle proprie sedi di rappresentanza. Durante la Prima guerra mondiale, con l'avanzata dell'esercito austriaco, la Banca d'Italia dispose il trasferimento degli istituti di credito in località più sicure e la Cassa, per alcuni mesi a cavallo tra il 1917 e il 1918, fu trasferita a Firenze. Al termine del conflitto fu costituito l'Istituto Federale di Credito per il Risorgimento delle Venezie con sede presso la Cassa di Risparmio e, poco tempo dopo, l'Istituto Federale di Credito Fondiario delle Venezie: la Cassa di Venezia, così, assunse un ruolo di primaria importanza per la ricostruzione della zona e, per una presenza più capillare sul territorio, aprì nuove filiali sia nel capoluogo che in provincia. Nel 1930 l'Istituto assorbì la Banca Mutua Popolare di San Donà di Piave. All'indomani della Seconda guerra mondiale, anche tramite il Mediocredito delle Venezie, e grazie alla lunga presidenza di Gaspare Campagna dal 1951 al 1968, la Cassa contribuì alle trasformazioni economiche in atto in tutta la provincia veneziana, quando sorsero i nuovi distretti industriali del mobile, del tessile, della calzatura e dell'abbigliamento, che si affiancarono a quello chimico-industriale di Porto Marghera. Nel 1988 la Cassa incorporò la Banca Popolare Santo Stefano di Portogruaro e nel 1994, insieme alla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, costituì il gruppo Casse Venete che, con le Casse Emiliano Romagnole (CAER), dette vita nel 2000 al gruppo Cardine, confluito due anni dopo in Sanpaolo-IMI. Il 10 novembre 2014 la Cassa di Risparmio di Venezia è stata fusa per incorporazione in Intesa Sanpaolo.
personalità di rilievo
Angelo Pancino
(San Stino di Livenza, 1874 - Venezia, 1968)
Laureatosi in Economia e commercio e in Giurisprudenza, si sposa con Iva Parisi, della nota famiglia di spedizionieri triestini. Fervente cattolico di stampo liberale, è amico di Luigi Luzzatti, Giuseppe Volpi di Misurata, Angelo Roncalli e di Max Ravà, con il quale condivide diverse collaborazioni in attività bancarie (è fondatore e poi direttore dell'Istituto Federale per il Risorgimento delle Venezie, divenuto poi Istituto Federale delle Casse di Risparmio delle Venezie) e a sostegno dei bisognosi. In anni giovanili è direttore della Gazzetta di Treviso e segretario della Camera di Commercio.
Ricopre la carica di presidente della Cassa di Risparmio di Venezia per ben ventotto anni, dal 1917 al 1945, durante i quali non viene mai meno nel suo impegno a sostegno dei meno abbienti. Durante il regime fascista, mantiene la sua carica senza alcun coinvolgimento politico; dopo l'armistizio cerca di resistere all'imposizione di confisca dei beni dei cittadini ebrei, criticando palesemente in Consiglio di amministrazione l'istituzione dell'EGELI Ente di Gestione e Liquidazione Immobiliare. Nel 1938, in seguito alla promulgazioni delle leggi razziali, è costretto a far dimettere da tutti gli incarichi il suo amico e collaboratore Max Ravà.
Nell'agosto del 1945 si dimette da presidente della Carive.
personalità di rilievo
Mario Sarpellon
(Venezia, 1908 - ?, 1975)
Si laurea a Cà Foscari in Economia e commercio, dove è uno dei protagonisti dell'antifascismo militando nella FUCI Federazione Universitari Cattolici Italiani. Avviata la sua attività professionale di commercialista, rifiuta l'iscrizione al Partito nazionale fascista. Durante l'8 settembre 1943, è attivo nella Resistenza ospitando nella sua abitazione una famiglia ebraica. E' amico di importanti personalità che operano sul territorio, dall'architetto Carlo Scarpa, a Giovanni Pavanini, a Eugenio Gatto. Per il suo carattere schivo, preferisce non assumere incarichi di primo piano, ma ricopre con competenza diversi impegni in prestigiose istituzioni locali, tra le quali la Camera di Commercio, la Fondazione Giorgio Cini, la Fondazione Guido Lovato e soprattutto per oltre trentanni (1948-1975) è nel Consiglio di amministrazione della Carive.
A lui è dedicata una sala di Palazzo Bembo, acquistato e restaurato dalla Cassa all'inizio degli anni Settanta per poi cederlo - su impegno di Sarpellon stesso - all'Università di Cà Foscari.
Mario Sarpellon è una figura profondamente radicata nell'ambiente veneziano degli artigiani e dei librai, impegnato a preservare le opere prodotte dall'ingegno lagunare. Notevoli sono le acquisizioni di manoscritti e libri antichi fatte dalla Carive, provenienti dall'ambiente antiquario delle ricche collezioni familiari, ma anche dal mondo dei piccoli rivenditori. E proprio a Mario Sarpellon - insieme a Gino Luzzatto e Giuseppe Cudini - si deve il ruolo determinante nell'istituzione della biblioteca (1962) a carattere veneziano della Carive, che custodisce tre nuclei: la raccolta di oggetti d'arredo, disegni, opere d'arte tutti di stampo veneziano dal XV al XX secolo; la Biblioteca veneziana 'raccolta di libri di particolare pregio che trattino materia storica, economica e artistica tipicamente veneziana' e la preziosa collezione numismatica, che custodisce monete prodotte dalla Zecca veneziana dalla seconda metà del XII secolo fino al 1866.
In seguito alla fusione della Cassa di Risparmio di Venezia in Intesa Sanpaolo, al fine di preservare la dispersione di questo peculiare e notevole patrimonio storico-artistico, il Gruppo Intesa Sanpaolo nel 2018 ne ha conferito il deposito ventennale e prorogabile alla prestigiosa Fondazione Querini Stampalia.
palazzi di pregio
Palazzo Nervi
La Cassa di Risparmio di Venezia aveva la sua sede centrale in campo Manin, nel Palazzo progettato da Pier Luigi Nervi e Angelo Scattolin e inaugurato nel 1972 in coincidenza con il centocinquantesimo anniversario della Carive.
Negli anni Sessanta il forte incremento di attività della Cassa di Risparmio di Venezia fece crescere l'esigenza di una nuova sede, moderna e funzionale, rispetto alla precedente sede progettata dell'architetto Enrico Trevisanato nel 1883, che già era stata ampliata e rifatta nella facciata nel 1906 dall'ingegnere Daniele Donghi.
Nel 1963 il Consiglio di amministrazione decise di costruire un nuovo edificio, demolendo la sede preesistente, e affidò il progetto ad Angelo Scattolin, noto accademico e architetto veneziano, autore, tra l'altro, dell'ampliamento del palazzo del Cinema al Lido, e a Pier Luigi Nervi, geniale ingegnere considerato «l'artista del cemento armato» che realizzò, solo per citarne alcuni, la struttura del grattacielo Pirelli a Milano (con Gio Ponti), il Palazzo delle Esposizioni di Torino, l'aula delle udienze in Vaticano e la sede dell'Unesco a Parigi (con Zehrfuss e Breuer).
Il progetto, presentato nel 1964, prevedeva una struttura avente la volumetria del preesistente edificio del quale si decise di conservare la settecentesca facciata su campo San Luca; l'inserimento di un edificio moderno in stile non tradizionale nel centro storico della città fu molto discussa all'epoca. Ma è soprattutto all'interno del palazzo che troviamo l'inconfondibile "firma" di Nervi: nel salone per il pubblico quattro colonne in cemento armato si allargano verso l'alto, creando volte ariose, mentre i piani superiori si raggiungono tramite una scala elicoidale in cemento, acciaio e legno, visibile all'esterno grazie alle vetrate d'angolo.
Pezzo forte delle collezioni d'arte della banca è il bozzetto del Paradiso (cm 150 x 450) realizzato da Domenico Tintoretto nel 1592, in contemporanea con l'omonima tela - la più grande del mondo - dipinta assieme al padre Jacopo per la parete di fondo della sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale.
Collezioni artistiche
Il patrimonio storico-artistico raccolto nel tempo dalla Cassa di Risparmio di Venezia testimonia l'impegno costante che l'istituto bancario ha riversato nella promozione e tutela della cultura veneziana. All'inizio del Novecento risalgono i primi acquisti di opere d'arte destinate all'arredo della sede di Campo Manin, riconducibili non più a motivi di beneficienza, ma di investimento e rappresentanza. Nei decenni successivi la raccolta è cresciuta secondo alcune linee di interesse che si sono definite tra anni Sessanta e Ottanta. Da un lato la grande tradizione veneziana, pienamente rappresentata dai dipinti di Jacopo Tintoretto, Giambattista Tiepolo e Canaletto e dall'importante raccolta di libri antichi e incisioni, che forma la "Biblioteca veneziana". Dall'altro l'arte contemporanea e l'alto artigianato vetrario collezionati attraverso uno stretto dialogo con la Biennale di Venezia e la Fondazione Bevilacqua La Masa (la maggior parte delle opere del Novecento e i vetri di Murano sono stati acquisiti, dopo la riforma del sistema bancario del 1991, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia, oggi Fondazione di Venezia).
Particolarmente significativa è stata nel 1934 la collaborazione con alcune delle maggiori istituzioni veneziane (Fondazione Querini Stampalia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti e Banco San Marco) per l'acquisto di quindici dipinti di Pietro Longhi provenienti dalla collezione Donà delle Rose, che rischiavano di essere esportati e dispersi. Testimonianze della straordinaria inventiva di uno dei protagonisti della pittura del Settecento e del suo influsso sugli artisti coevi, queste vivaci scene di vita veneziana sono state "restituite" alla città ed esposte nei suoi principali musei grazie a una rete tra pubblico e privato. Oggi trovano una nuova, prestigiosa collocazione nel percorso espositivo inaugurato nel 2018 alla Fondazione Querini Stampalia, che comprende i maggiori capolavori della collezione Carive (da Tintoretto ad Arturo Martini). La sala che nella sede della banca ospitava la "Biblioteca veneziana" è stata ricostruita in un ambiente appositamente ricavato al primo piano della Biblioteca Querini Stampalia, dove ricercatori e cultori possono studiare i manoscritti, gli incunaboli, i libri, le incisioni e l'importante collezione di monete prodotte dalla Zecca veneziana. Il progetto, promosso da Intesa Sanpaolo, prosegue con sensibilità la politica culturale che ha caratterizzato la storia della Cassa di Risparmio, nutrita di un profondo amore per l'inestimabile patrimonio artistico di Venezia.
bibliografia
- Elio Zorzi e Giuseppe Cudini, La Cassa di Risparmio di Venezia. Sintesi storica dopo 135 anni dalla fondazione, Venezia, Officine Grafiche Carlo Ferrari, 1957;
- Cassa di Risparmio di Venezia, Un secolo e mezzo di attività 1822-1972, Venezia, Cassa di Risparmio di Venezia, 1972;
- Giannantonio Paladini, Uscire dall'isola. Venezia, risparmio privato e pubblica utilità 1822-2002, Roma-Bari, Laterza, 2003;
- Alvise Simonato e Pietro Verardo (a cura di), La Cassa di Risparmio di Venezia. Immagini di una storia, Venezia, Cassa di Risparmio di Venezia, 2004;
- Anna Coliva (a cura di), Le collezioni d'arte della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, della Cassa di Risparmio di Venezia e di Friulcassa, Milano, Silvana Editoriale, 2006;
- Giorgio Crovato, Il Patrimonio Carive. L'archivio storico e le collezioni della Cassa di Risparmio di Venezia, Venezia, Cassa di Risparmio di Venezia, 2012;
- Giovanna Nepi Sciré (a cura di), Fondazione Querini Stampalia. Collezione Intesa Sanpaolo, Venezia, Fondazione Querini Stampalia, 2018.
fonti
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cassa di Risparmio di Venezia, sez. Monte di Pietà Regolamento del Veneto Monte di Pietà e della Cassa di Risparmio, Avviso 1.7.1839. b. 901 (Avv.), f. F, n. 1;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cassa di Risparmio di Venezia, sez. Monte di Pietà Avviso 17.6.1839 (Nuovo Regolamento). b. 901 (Avv.), f.C, n. 4;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cassa di Risparmio di Venezia, sez. Cassa di Risparmio di Venezia, Statuti Cassa di Risparmio di Venezia 1853 e 1886. b. 1, f. A, n. 11;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cassa di Risparmio di Venezia, Monte di Pietà di Venezia.