Banca Popolare Santo Stefano

Veneto, Portogruaro

data di fondazione1898
data di fusione1988

La Banca Cattolica Santo Stefano, fondata nel 1898, fu uno dei risultati più importanti conseguiti dal movimento cattolico locale, che aderì alle direttive in materia mutualistica e cooperativistica dell'enciclica Rerum Novarum emanata da Leone XIII. Dal momento che le casse rurali, anch'esse di matrice cattolica, non potevano "esplicare la loro azione per difficoltà di trovar denaro, si venne alla determinazione di istituire una Banca diocesana per azioni alla quale le casse suddette [avrebbero potuto] attingere i fondi loro necessari" ("Il Gazzettino", 29 gennaio 1897). Preclusa a chi fosse "notoriamente contrario alla chiesa cattolica o non vi appartenga" (art. 17 dello statuto), la Banca fu costituita come società anonima cooperativa di credito a capitale illimitato, e nessun socio avrebbe potuto possedere più di duecento azioni (art. 10). L'Istituto fu subito riconosciuto come la "Banca dei preti", in quanto il Consiglio di amministrazione era composto dai parroci di Casarsa, San Nicolò, Portogruaro, Gruaro e Fossalta. Primo presidente dell'Istituto fu monsignor Gesumano Zamper. Nel corso degli anni la Banca concesse crediti, oltre ai propri soci e alle casse rurali, anche a commercianti, professionisti, agricoltori, operai e lavoratori in genere. Nel 1942 la sua ragione sociale venne modificata in "Banca Popolare Santo Stefano" e con questo nome, nel 1988, è stata assorbita dalla Cassa di Risparmio di Venezia che da molti anni ne deteneva le quote a seguito di una operazione di salvataggio promossa dalla Banca d'Italia.

relazioni

ente conservatore

bibliografia

- Ruggero Simonato e Roberto Sandron (a cura di), Portogruaro nell'Ottocento. Contesto storico e ambiente sociale, Portogruaro, Nuova dimensione Ediciclo, 1995, pp. 203-204.

fonti

- Archivio Storico Cassa di Risparmio di Venezia, Banca Popolare Santo Stefano, Verbali delle Assemblee dei soci, seduta dell'8 febbraio 1942, b. 1, f. A, n. 3.

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