Banca Nazionale delle Comunicazioni
Lazio, Roma
L'Istituto Nazionale di Previdenza e Credito delle Comunicazioni, ente autonomo con personalità giuridica pubblica, venne costituito a Roma con regio decreto legge 22 dicembre 1927 n. 2574, dalla trasformazione in un unico ente dell'Associazione Nazionale dei Ferrovieri ( società di mutuo soccorso costituita a Roma il 3 novembre 1881 ed eretta a Ente morale con regio decreto 20 settembre 1914 n. 1221), della Cassa Nazionale Ferrovieri e della Cassa Nazionale delle Comunicazioni, società anonime cooperative di credito, costituite la prima a Bologna il 26 settembre 1889, l'altra a Roma il 10 gennaio 1926. L'Istituto aveva lo scopo "a) di assicurare ai soci sussidi giornalieri per casi di malattia, sussidi per vecchiaia, assegni esigibili alla morte, somme da pagarsi a tempo determinato; b) di favorire, in genere, atti di previdenza fra i soci e di risparmio; c) di promuovere e favorire istituzioni ed aziende che tendano a migliorare moralmente ed economicamente le condizioni dei soci; d) di esercitare il credito" secondo le norme stabilite dallo statuto (art. 2). Potevano essere iscritti all'Istituto i vecchi soci e azionisti degli enti riuniti, i dipendenti del Ministero delle Comunicazioni e i funzionari e gli agenti delle reti tranviarie e delle ferrovie gestite da privati. L'Ente era soggetto alla vigilanza dei Ministeri delle Comunicazioni e dell'Economia Nazionale (dal 1933 sostituito dai Ministeri delle Corporazioni e dell'Agricoltura e delle Foreste), di concerto con quello delle Finanze. L'Istituto fu commissariato dal 1935 al 1939 e dal 1944 al 1945, periodo, quest'ultimo, in cui la guerra sul suolo italiano causò la distruzione di molti impianti ferroviari. Con la legge 6 agosto 1967 n. 700, la denominazione sociale venne modificata in Banca Nazionale delle Comunicazioni e fu approvato un nuovo ordinamento dell'Istituto, diviso in due sezioni amministrativamente separate: la sezione credito, per le attività riguardanti l'esercizio bancario, e la sezione previdenza, per quelle concernenti l'esercizio assicurativo. Nuovo scopo della Banca fu di: " coadiuvare il Ministero dei trasporti nello svolgimento di attività e nella realizzazione di iniziative di carattere economico e finanziario tendenti al miglioramento e all'incremento dei servizi ferroviari; di favorire, in genere, atti di previdenza e di risparmio tra gli iscritti, nonché di promuovere e attuare iniziative di carattere sociale tendenti a migliorare moralmente ed economicamente le condizioni degli iscritti, dipendenti dall'Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato" (art. 2). Nel 1995 avvenne la fusione per incorporazione della Banca Nazionale delle Comunicazioni nell' Istituto Bancario San Paolo di Torino. Al momento dell'operazione la Banca possedeva 62 sportelli.
bibliografia
- Banca Nazionale delle Comunicazioni e Giuseppe Cadario(presentazione), La banca e le comunicazioni, Editalia; Banca Nazionale delle Comunicazioni, 1977. Contiene: Maria Raffaella Caroselli. La Banca nei secoli e Giambattista Marchesini, Il contributo dei trasporti e delle comunicazioni allo svolgimento dell'attività bancaria;
- Anna Cantaluppi (a cura di), L'Archivio storico della Compagnia di San Paolo, Torino, Compagnia di San Paolo, 2008, p. 38.
fonti
- Archivio Storico Banca d'Italia, Ispettorato del credito, pratt., n. 677, fasc. 15;
- Archivio Storico Banca d'Italia, Raccolte diverse, Statuti e Regolamenti, pratt., n. 36, doc. 24; Relazioni e Bilanci, pratt., n. 700, doc. 30; n. 723, docc. 21-22; n. 727, docc. 1-2.