Cassa di Risparmio di Spoleto
Umbria, Spoleto
Il 19 dicembre 1836 la Segreteria per gli Affari di Stato Interni del Governo Pontificio approvò il regolamento per l'istituzione di una cassa di risparmio nella città di Spoleto. Tra i soci fondatori figurava il nome di Vincenzo Pianciani, amministratore generale del Registro e Bollo, la più alta carica nell'amministrazione dello Stato Pontificio riservata ad un laico. Nel 1894 la Cassa fu posta in liquidazione in seguito al grave dissesto economico di un altro istituto di credito locale, esposto verso la Cassa per 700.000 lire per sconto di effetti e a causa della precaria situazione economica della zona. Tuttavia, per l'importanza assunta nel corso degli anni, l'Istituto fu subito rifondato nel 1896 con regio decreto del 5 marzo, con un patrimonio di 9.900 lire formato da 330 azioni da 30 lire ciascuna. Tra i sottoscrittori del capitale iniziale vi era anche Francesco Crispi, allora presidente del Consiglio dei ministri. La novità per l'epoca fu che, oltre a privati cittadini residenti in ogni parte d'Italia, a partecipare alla sottoscrizione iniziale furono altri istituti di credito, come la Banca Popolare di Todi e le Casse di Risparmio di Roma, Calabria, Imola, Viterbo e Città di Castello. Inizialmente la Cassa impiegò i propri capitali soprattutto in sovvenzioni su titoli, conti correnti garantiti e mutui ipotecari. Nessuna iniziativa speciale fu presa in favore dell'agricoltura e dell'industria fino ai primi anni del Novecento, a causa degli eventi che portarono alla messa in liquidazione dell'Istituto nel 1894 e perché alla sua rifondazione la Cassa dovette muoversi con cautela per evitare ulteriori dissesti finanziari. In seguito, però, la Cassa riuscì ad operare nel settore del credito agrario in rappresentanza, nel proprio territorio di competenza, dell'Istituto Federale di Credito Agrario per l'Italia Centrale, nel settore del credito industriale ed alberghiero per conto del Mediocredito dell'Umbria e in quello fondiario in rappresentanza dell'Istituto di Credito Fondiario Umbria, Marche, Abruzzo e Molise. Nel 1992, a seguito della legge n. 218 del 30 luglio 1990 (legge Amato), la Cassa si trasforma in società per azioni. Con decorrenza 1° novembre 2010 Casse del Centro SpA, società costituita nel 1999 da Banca Intesa e controllante l'Istituto, è stata incorporata in Banca CR Firenze, che quindi a sua volta quindi controlla la Cassa di Risparmio di Spoleto.. A seguito del programma di riorganizzazione territoriale di Intesa Sanpaolo, nel giugno 2012 è stata deliberata la fusione per incorporazione delle Casse di Risparmio di Città di Castello, Foligno e Terni e Narni nella Cassa di Risparmio di Spoleto, che assume così la nuova ragione sociale di Casse di Risparmio dell'Umbria.
Nel novembre 2016 le Casse di Risparmio dell'Umbria vengono fuse in Intesa Sanpaolo.
bibliografia
- Aldo Manna, Carlo Marzano, 75°. Cassa di Risparmio di Spoleto. Consegna al Comune di Spoleto del restaurato edificio monumentale di S. Nicolò, Spoleto, Arti Grafiche Panetto & Petrelli, 1971;
- Giuseppe Calzoni, Liana Di Marco, Filippo M. Troiani, La Cassa di Risparmio di Spoleto. Lo sviluppo di una banca, la crescita di una città e di un territorio, Spoleto, Fondazione Centro italiano di studi sull'alto medioevo, 2007;
- Umberto Alunni, 100 anni di Carispo in Acquasparta: analisi e motivazioni dell'insediamento della Cassa di Risparmio di Spoleto nel comune di Acquasparta, Spoleto, Nuova Eliografica, 2012.