Cassa di Risparmio di Firenze

Toscana, Firenze

data di fondazione1829
data di fusione25.02.2019

L'origine della Cassa di Risparmio di Firenze, poi Banca CR Firenze, è dovuta all'iniziativa di dodici illustri personalità dell'alta società fiorentina, in parte membri dell'Accademia dei Georgofili. Il comitato promotore, con sovrano rescritto del 30 marzo 1829, ottenne l'approvazione del granduca Leopoldo II per la costituzione della Cassa di Risparmio. In pochi giorni furono trovati, come da statuto, i cento soci fondatori che sottoscrissero altrettante azioni da sessanta fiorini ciascuna. Tra questi Giovan Pietro Vieusseux, Bettino Ricasoli, monsignor Ferdinando Minucci, arcivescovo di Firenze, e Cosimo Ridolfi, presidente dell'Accademia dei Georgofili e primo presidente della Cassa. L'iniziativa, volta ad educare al risparmio la popolazione meno abbiente, fu ben accolta dall'intera popolazione. Così, negli anni successivi, la Cassa decise di distinguere i risparmi delle classi meno agiate dai sostanziosi depositi di capitale delle fasce più alte, concedendo ai primi un tasso d'interesse migliore, al fine di non "nuocere allo andamento economico della Cassa". Per questo motivo, nel 1843, l'Istituto assunse la nuova denominazione di "Cassa Centrale di Risparmi e Depositi di Firenze". Quarant'anni dopo la fondazione l'Istituto contava ben 43 affiliate, di prima e di seconda classe, riuscendo a raccogliere oltre la metà dei risparmi dell'intera regione. Col tempo alcune di queste affiliate si staccarono dalla sede centrale divenendo delle casse di risparmio autonome. Fino al 1870 i depositi erano per lo più investiti in mutui ad enti morali e a comuni: questi ultimi diminuirono in seguito alla crisi economica che colpì il Municipio fiorentino, che rischiò di travolgere anche la Cassa, e ripresero solo dopo che il Comune poté offrire all'Istituto sicure garanzie. La prima riforma dello statuto risale al 1881, quando un quarto degli investimenti era formato da mutui ipotecari. Con la riforma del 1891 furono ammesse le operazioni di credito agrario, disciplinate poi dai regolamenti del 1897 e del 1902 che concedevano, ad esempio, i mutui agrari ad un tasso inferiore di un punto percentuale rispetto ai mutui ordinari. Col nuovo statuto si eliminarono inoltre le anticipazioni su pegno di merci, fu stabilito che i mutui e i conti correnti ipotecari non potessero superare il 30% del totale delle attività e si concessero maggiori poteri al direttore dell'Istituto, in modo da creare una figura di riferimento più forte e con più potere decisionale nell'eventualità di altre gravi crisi finanziarie come quella del 1878-80. La prima erogazione a scopo benefico dell'Istituto risale al 1835 quando, in occasione dell'epidemia di colera che colpì la città, il Consiglio di amministrazione stanziò 1.600 fiorini per soccorrere la popolazione. Con la legge del 1888 sul riordinamento delle casse di risparmio e la conseguente circolare interna del 1893 vennero regolati per statuto gli interventi benefici. L'articolo 17 della legge prevedeva il versamento per scopi sociali di un decimo degli utili annuali, mentre la circolare del 20 aprile 1893 sanciva che "i sussidi non debbano essere distribuiti in forma di limosina individuale e privata, ma destinati sempre a profitto di qualche istituzione pubblica, la quale abbia preso ad esercitare una data forma di beneficenza" e che "ciascuna Cassa eroghi localmente la quota di beneficenza che ha da distribuire, in modo che il benefizio si risenta là dove si sono raccolti i risparmi che hanno concorso alla formazione degli utili". Tra il 1941 e il 1947 l'Istituto assorbì la Cassa di Risparmio di Cortona e i Monti di Sansepolcro, Firenze, Montevarchi ed Empoli. Nel 1975 l'Istituto fu autorizzato ad operare anche fuori regione (Liguria, Emilia, Umbria, Marche e Lazio), mentre nel 1984 poté operare su tutto il territorio nazionale. Nel 1992, a seguito della Legge Amato, l'azienda bancaria della Cassa di Risparmio di Firenze è stata conferita in Banca CR Firenze, costituita a tal fine nella forma di società per azioni. Con decorrenza 1 novembre 2010 l'Istituto ha incorporato la subholding Casse del Centro SpA, costituita da Banca Intesa nel 1999. Il 25 febbraio 2019 è stata fusa per incorporazione in Intesa Sanpaolo.

relazioni

ente conservatore

percorsi

personalità di rilievo

Cosimo Ridolfi

(Firenze,  28 novembre 1794 - ivi 5 marzo 1865)
Cosimo Ridolfi, marchese discendente da un'antica famiglia nobiliare fiorentina proprietaria terriera, si appassiona fin da giovane ai problemi tecnici legati all'agricoltura, dedicandosi agli studi scientifici seguendo corsi di chimica, fisica e botanica. Queste sue conoscenze e interessi lo portano a impegnarsi nell'Accademia dei Georgofili, dove entra come socio nel 1813, e a sostenere lo sviluppo dell'istruzione elementare e agraria. Sposatosi nel 1823 con Luisa Guicciardini, figlia del conte Francesco, ricopre diversi incarichi pubblici. E' stato sul territorio uno dei primi a intuire il bisogno di istituire un istituto creditizio nell'ambito fiorentino e infatti è tra i fondatori della Cassa di Risparmio di Firenze, di cui ricopre il ruolo di presidente dal 23 aprile 1829 fino al 26 dicembre 1834, per poi riprenderlo dal 19 febbraio 1845 al 1 novembre 1865. Sospettato di essere di simpatie liberali, si dimette nel 1830 dalle cariche pubbliche volgendo il suo impegno verso le questioni agrarie; viaggia molto all'estero, creando così un circuito culturale, con l'Accademia dei Geogofili e il gabinetto Viesseux, attraverso cui sviluppare gli studi e le conoscenze agrarie tra la Toscana, il resto d'Italia e d'Europa. Diventa nel 1828 vicepresidente dell'Accademia dei Georgofili, per poi ricoprirne l'incarico di presidente dal 1842 al 1865. Il suo mandato è caratterizzato dallo stimolo negli studi sul ruolo dell'agricoltura in Toscana e dei suoi proprietari terrieri. Nel 1834, con il suo appoggio, viene fondato l'Istituto Agrario di Meleto Val d'Elsa, la prima vera scuola teorico-pratica d'agricoltura italiana. Accanto all'impegno agrario, Ridolfi riprende a coltivare la sua passione politica, ricoprendo diversi incarichi nell'ambito di enti di pubblica utilità. Partecipa alle vicende politiche che portarono all'Unità d'Italia, sostenendo con Bettino Ricasoli l'annessione della Toscana al Regno costituzionale dei Savoia. Il 23 marzo è nominato senatore del Regno di Sardegna.

bibliografia

- G. Martini Bernardi, La Cassa Centrale di Risparmi e Depositi di Firenze e sue affigliate dall'anno di fondazione a tutto il 1889, 2 volumi, Firenze, Salvadore Landi, 1890;
- Cassa di Risparmio di Firenze, Le opere e i giorni. Vicende storiche, lavoro, vita quotidiana di una Banca nel suo territorio, Firenze, Edizioni Polistampa, 1999;
- Emanuele Barletti e Isabella Napoli (a cura di), La Cassa di Risparmio di Firenze nel XIX secolo. Ricognizioni delle fonti archivistiche e bibliografiche, Firenze, Fondazione Spadolini - Nuova Antologia - Le Monnier, 2007;
- Zeffiro Ciuffoletti (a cura di), Firenze e la sua Cassa: 180 anni di storia nel segno del futuro, Firenze, Banca CR Firenze - Alinari 24 Ore, 2009;
- Giovanni Pallanti, 1829 e dintorni. La fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze. Storia e personaggi, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 2009.

fonti

- Roberto Baglioni, Inventario dell' Archivio storico della Cassa di Risparmio di Firenze, Firenze, Cassa di Risparmio di Firenze, 2010 [in formato pdf, consultabile su richiesta presso Archivio Storico Intesa Sanpaolo];
- Roberto Baglioni, Renato Dalfiol (integrazioni), Scheda archivistica SIUSA, 2007.

 

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