Cassa di Risparmio di Alba
Piemonte, Alba (CN)
Le origini della Cassa di Risparmio di Alba risalgono al regio decreto 8 marzo 1855 che autorizzò il locale Monte di Pietà, fondato nel 1705 alla dipendenza del Vescovo, a costituire e amministrare una cassa di risparmio. L'attività fu svolta soprattutto a supporto del Monte, provvedendo sia al servizio di cassa che alla liquidità per la concessione di prestiti su pegni. L'esigua operatività, condizionata dai limiti previsti dal regolamento alla propria attività (tra cui depositi e impieghi riservati ai piccoli risparmiatori della sola città e provincia di Alba), portò alla messa in liquidazione della Cassa, che per regio decreto 23 novembre 1889, n. 3561 fu affidata al Monte di Pietà di Alba. Fu ricostituita nuovamente, per iniziativa dello stesso Monte di Pietà, con un fondo di dotazione iniziale di lire 10.000 ed autorizzata con regio decreto 26 aprile 1893, n. 281. L'apertura degli sportelli avvenne solo il 1° maggio 1894 per consentire la formazione di un Consiglio di Amministrazione svincolato dal Monte di Pietà. Il rapporto di filiazione e simbiosi con l'ente fondatore tuttavia si mantenne forte fino al primo decennio del Novecento; pur avendo autonomia di gestione, furono mantenuti consiglieri di nomina vescovile e del Monte di Pietà, la sede fu posta nei locali del Monte sino al 1904 e successivamente in locali attigui, e parte del personale fu condiviso. Il nuovo statuto comunque consentì alla Cassa di svolgere in pieno le funzioni di banca anche a favore degli enti pubblici, tra cui il Comune della città, con cui instaurò rapporti fecondi. Dal 1903 iniziò ad estendersi nell'area circostante, con l'apertura della filiale a Canale seguita da quelle a Corneliano, Govone, Neive, Santo Stefano Belbo, assumendo anche la gestione di esattorie e tesorerie di alcuni di questi comuni. Essendo ancora scarsamente sviluppata l'industria, la Cassa recò vantaggio soprattutto all'agricoltura locale sia con erogazioni a tassi agevolati alle attività produttive, alle casse rurali e alle associazioni agrarie cooperative sia concorrendo alla costituzione di enti quali la cattedra ambulante e nel 1927 l'Istituto Federale di Credito Agrario per il Piemonte. Con regio decreto 18 novembre 1929, n. 2133 fu disposta l'incorporazione della Cassa di Risparmio di Alba nella Cassa di Risparmio di Cuneo. Le motivazioni alla base dell'operazione sono dibattute: alcuni studiosi (Mola) hanno sottolineato la grave situazione patrimoniale, conseguenza di errati criteri di gestione attribuibili alla direzione dell'Istituto; mentre altri (Parusso) hanno rilevato anche ragioni di carattere politico, come la resistenza del Cassa albese alle direttive accentratrici del Governo e alle pesanti imposizioni contributive richieste dalla Federazione Fascista Provinciale.
relazioni
ente conservatore
bibliografia
- Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia - Parte supplementare (Serie 3^), vol. XXIX, Roma, Regia Tipografia, 1889, p. 5718;
- Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio - Ispettorato Generale del Credito e della Previdenza, Le casse ordinarie di risparmio in Italia dal 1822 al 1904. Notizie storiche presentate all'Esposizione di Milano del 1906, Tipografia Nazionale di Giovanni Bertero e C., 1906, pp. 43-45;
- Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 299, 24 dicembre 1929, p. 5718;
- Luigi De Rosa, Storia delle casse di risparmio e della associazione. 1822-1950, Roma-Bari, Laterza, 2002;
- Giulio Parusso, La Cassa di Risparmio di Alba, in Aldo A. Mola e Giulio Parusso, Un capitolo della storia bancaria della Provincia Granda. Le Casse di Risparmio di Dronero, Alba e Mondovì, Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, 2005, pp. 58-79.