Banco del Santissimo Salvatore

Campania, Napoli

data di fondazione1640
data di fusione1808

L'ultimo dei banchi a nascere fu, nel 1640, il Banco del Santissimo Salvatore. Esso fu costituito con fini speculativi (fu, infatti, l'unico degli otto istituti bancari napoletani a non avere vincoli con istituzioni pie), dai Governatori della gabella della farina, che era stata «arrendata», ossia ceduta in garanzia ai creditori dello Stato. Essi ottennero dal viceré l'autorizzazione ad aprire banco, asserendo che i banchi pubblici erano insufficienti alle numerose operazioni di riscossioni e pagamenti, che essi dovevano compiere. Il Banco del Salvatore, che all'inizio si limitò in effetti alle operazioni riguardanti la gestione della gabella, successivamente abbracciò anche quelle di deposito e di anticipazione su pegno.
Ebbe come prima sede alcune stanze nel chiostro di Santa Maria di Monteverginella, edificato nel XIV secolo, per devozione di Bartolomeo di Capua alla Madonna di Montevergine. Nel 1652 si trasferì nella casa di Giovanni De Gennaro, di fronte alla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. In seguito, nel 1697, il Banco acquistò dai principi di Castiglione, per 18.000 ducati, un edificio del XIV secolo, con portale del XV, sito nella piazza di San Domenico Maggiore, che divenne la sua sede definitiva e che oggi è proprietà di privati.

(Fonte: Fondazione Banco di Napoli)

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