Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone

Friuli Venezia Giulia, Udine

data di fondazione12.03.1876
data di fusione2003

La Cassa di Risparmio di Udine fu costituita il 12 febbraio 1822, ma fu costretta a cessare l'attività dopo pochissimo tempo, principalmente a causa di essere sorta in un territorio economicamente arretrato dove era difficile la formazione del risparmio. Si dovette attendere così il 12 marzo 1876 per veder comparire a Udine una cassa di risparmio autonoma dopo l'apertura, avvenuta nove anni prima, di una filiale Cariplo. Scopo dell'Istituto fu di "presentare a chiunque, ma segnatamente alle persone della classe meno agiata, opportunità per la sicura custodia, impiego fruttifero e successivo aumento dei loro piccoli risparmi" (art. 2 dello statuto). Lo statuto originario ammetteva i seguenti impieghi: prestiti ai monti di pietà, mutui ipotecari, prestiti a enti locali, acquisti di buoni del tesoro, acquisto di effetti pubblici, prestiti su pegno di enti pubblici, anticipazioni in conto corrente garantito, sconto e risconto cambiario. Nel corso degli anni la Cassa registrò un costante aumento dei depositi, provenienti però dalle classi più abbienti in quanto, per incentivare il risparmio e la crescita dell'economia della zona, non erano stati posti limiti, minimi o massimi, ai depositi. Dopo la disfatta di Caporetto, e fino al febbraio 1919, la sede della Cassa si trasferì prima a Bologna e poi a Firenze, ospite della locale Cassa di Risparmio. Al termine della Grande guerra la Cassa contribuì a finanziare la ricostruzione del territorio, direttamente e come agenzia dell'Istituto Federale per il Risorgimento delle Venezie, e partecipò al fondo di garanzia dell'Istituto di Credito Fondiario delle Venezie, ottenendo così la possibilità di concedere mutui garantiti da cartelle fondiarie. A seguito della legge 29 dicembre 1927 n. 2587, che decise la fusione di tutti gli istituti con depositi inferiori ai cinque milioni di lire con le casse dei capoluoghi di provincia, la Cassa di Udine assorbì i Monti di Pietà di San Daniele e di Cividale e, dopo la Seconda guerra mondiale, quello di Udine. Nel 1968, in seguito alla creazione della provincia di Pordenone, l'Istituto modificò la propria ragione sociale in Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone. Nel 1998 entrò a far parte del gruppo Casse Venete che, insieme al gruppo Casse Emiliano Romagnole, costituì il gruppo Cardine, confluito poi in Sanpaolo-IMI. Nel 2003, dalla fusione tra la Cassa di Gorizia e quella di Udine e Pordenone, nacque Friulcassa. Nel 2007, con l'integrazione di alcuni sportelli Intesa Sanpaolo, venne creata la banca rete Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia.

relazioni

ente conservatore

percorsi

personalità di rilievo

Nicolò Mantica

(Udine, 3 aprile 1835 - Udine, 20 maggio 1900)
Nicolò Mantica, di nobile famiglia lombarda, si laurea in giurisprudenza a Pavia nel 1856, dopo l'annessione del Friuli all'Italia. Inizia la sua carriera lavorativa in ambito amministrativo nella Deputazione provinciale, ma ben presto si impegna pubblicamente ricoprendo cariche elettive istituzionali in particolare nell'ambito agrario friulano. E' socio dell'Associazione Agraria Friulana e della Commissione per la Cooperazione, istituzioni grazie alle quali si diffusero in Friuli le casse rurali e altre istituzioni agricole.
E' considerata una figura molto importante della dirigenza friulana post risorgimentale. Il suo impegno è riconosciuto soprattutto nell'ambito della beneficenza, ricevendo consensi e merito anche al di fuori del Friuli. Per seguire questa sua vocazione si dedica all'amministrazione del Monte di Pietà di Udine (è presidente dal 12 novembre 1887 al 21 maggio 1900) e della Cassa di Risparmio (presidente dal 13 gennaio 1888). Nella gestione del Monte si prodiga per attuare una serie di riforme che possano migliorare le condizioni dei pignoranti; si batte in particolare per fare approvare concessioni di sovvenzioni anche per frazioni di lira. Alla ricerca di miglioramenti nell'amministrazione dell'ente, si confronta con altre realtà, come il modello Milano, anche se ovviamente si tratta di due situazioni molto diverse; in particolare, il Monte di Udine si trova in difficoltà nel soddisfare la grande richiesta di prestiti provenienti dalle campagne. Si attiva per rimediare alla mancanza di istituzioni creditizie sul territorio friulano e infatti è tra i promotori dell'apertura di una filiale della Banca del Popolo di Firenze e della Cariplo. Presiede in diversi istituzioni locali: ricordiamo la carica di consigliere comunale dal 1867 fino alla sua morte e anche quelle di consigliere e presidente della Provincia.


palazzi di pregio

Palazzo del Monte di Pietà

Con il portico in bugnato ingentilito dalle trifore del piano nobile, il Palazzo deve il suo maestoso aspetto agli interventi che nel secondo Seicento vennero ad ampliare l'originario nucleo cinquecentesco, costruito nel centro pulsante della vita cittadina: a ben identificarne l'attività, agli angoli, quattro gruppi marmorei raffigurano la Pietà. Come uno scrigno, vi è incastonata la cappella di Santa Maria, con l'altare marmoreo di G. Comin e E. Merengo, capolavoro della scultura barocca in Friuli, ed interamente affrescata da G. Quaglio.

bibliografia

- Nicolò Mantica, La Cassa di Risparmio di Udine nel primo suo quindennio, 1876-1890, Udine, Tipografia Doretti, 1891;
- La Cassa di Risparmio di Udine nel suo cinquantesimo anno di vita, Udine, Tipografia Doretti, 1926;
- Marzio Strassoldo e Alessio Fornasin, La Cassa di Risparmio e l'economia del Friuli, Udine, Forum, 1996;
- Luciana Cargnelutti, Il Monte di Pietà di Udine tra assistenza, beneficenza e credito, 1496-1942,  Udine, Forum, 1996;
- Mario Robiony, Una gestione bancaria efficiente. La Cassa di Risparmio di Udine dalle origini alla prima guerra mondiale, Udine, Forum, 2007.

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