Cassa di Risparmio Salernitana - Carisal
Campania, Salerno
Nel 1950 la Camera di Commercio Agricoltura e Industria di Salerno, per iniziativa del suo presidente Domenico Florio, promosse la ricostituzione di una cassa di risparmio essendo la precedente stata assorbita dal Banco di Napoli nel 1931. Legalmente istituita con atto notarile del 4 giugno 1953, la nuova Cassa di Risparmio Salernitana fu autorizzata, e il suo Statuto approvato, con decreto ministeriale del 2 novembre 1953. Al fondo di dotazione iniziale concorsero per lire 20 milioni la Camera di Commercio, e per lire 1 milione ciascuno la Provincia, il Comune e l'Ente provinciale per il Turismo. Il primo presidente della Cassa, Mattia Farina, fu nominato per decreto ministeriale del 27 aprile 1954; gli succedette nel 1956 Caro Liberati. L'inaugurazione della sede, presso i locali concessi gratuitamente e provvisoriamente dall'ente fondatore, avvenne più tardi nel novembre 1957. Nel dicembre 1965 acquisì il Monte di Credito su Pegno di Salerno, di cui si impegnò a proseguire il credito pignoratizio e a destinare a favore di opere di assistenza del Comune della città una quota di utili annuali, in proporzione al patrimonio netto incamerato con l'incorporazione. L'attività della Cassa salernitana fu sempre rivolta al sostegno dell'economia locale. A questo fine si riconducono anche iniziative in collaborazione con altri enti come la convenzione con la Camera di Commercio per la concessione di crediti agevolati alle aziende artigiane e la costituzione, con la Cassa di Risparmio della Calabria e della Lucania e la Cassa di Risparmio di Puglia, con l'Istituto di Credito Fondiario ed Edilizio della Calabria, Campania, Lucania e Puglia (decreto del Presidente della Repubblica 22 agosto, n. 505), poi estinto nel novembre 1990. In applicazione della cd. legge Amato (30 luglio 1990, n. 218), il decreto ministeriale 29 maggio 1992 approvò la costituzione della Cassa di Risparmio Salernitana SpA a cui fu conferita l'azienda bancaria, mentre all'omonima Fondazione fu riservato il perseguimento di scopi di pubblico interesse. All'inizio del 1994 furono avviate trattative per la cessione del controllo del capitale sociale alla Cariplo, che distaccò, su richiesta della Cassa salernitana stessa, un proprio direttore centrale per avviare una riorganizzazione interna e un piano di risanamento delle rilevanti perdite e di riduzioni di costi. Pur nella difficoltà di raggiungimento di un accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, nel giugno 1995 la Cariplo, ottenuto anche il riscontro positivo della Banca d'Italia al piano di risanamento messo in atto presso la Cassa, acquisì l'80% del capitale attraverso Fincarime (la società finanziaria per la gestione delle sue partecipazioni nelle casse di risparmio meridionali). Due anni dopo, nell'ambito del cd. Piano Ionio, il programma di risanamento delle partecipazioni di Cariplo nelle casse meridionali che prevedeva la trasformazione di Fincarime in Banca Carime (febbraio-novembre 1997), Carisal conferì in bonis (ovvero in natura) il proprio ramo d'azienda a Banca Carime con atto del 31 dicembre 1997.
bibliografia
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 264, 17 novembre 1953;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 118, 24 maggio 1954;
- Associazione fra le casse di risparmio italiane, Le Casse di risparmio italiane nel secondo venticinquennale della loro associazione (1938-1962), Roma, Tipografia delle Terme, 1962, pp. 407-411;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 8, 4 aprile 1966;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 236, 7 ottobre 1985;
- Carlo Bellavite Pellegrini, Una storia italiana: dal Banco Ambrosiano a Intesa Sanpaolo, Bologna, Il Mulino, 2013.
fonti
Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cariplo, Verbali del Consiglio di Amministrazione, 29 settembre 1994, 6 aprile e 12 giugno 1995, 20 febbraio, 17 luglio, 18 settembre e 23 ottobre 1997.