Monte di Pietà di Milano

Lombardia, Milano

data di fondazione01.07.1496
data di fusione25.06.1987

Il Mons pietatis sive succursus pauperum urbis Mediolani venne ufficialmente istituito con proclama del duca di Milano Lodovico il Moro il 1° luglio 1496, allo scopo di subvenire de dinari ad quelli se iudicassero in extremo bisogno gratis con cautione de loro pegni. I primi statuti furono emessi il 20 agosto dello stesso anno e il nuovo ente trovò sede presso un edificio in via Santa Maria Segreta. Alla direzione del Monte fu posto un Capitolo costituito da 12 deputati eletti dagli amministratori di altri luoghi pii della città 'rinnovati'per metà ogni anno. L'attività del Monte fu inizialmente sostenuta dalla dotazione concessa dalla corte di Ludovico il Moro, da investire nei prestiti su pegno. Il sussidio cessò in seguito alla conquista francese di Milano: dal 1499 il Monte si vide costretto a chiedere aiuti a Luigi XII e per un lungo periodo visse soprattutto di elemosine e donazioni. Nel 1502 fu autorizzata una questua ogni venerdì in tutte le chiese di Milano e, nel 1506, fu organizzata una grande processione, sancita poi nel 1528 da Carlo V, per la raccolta di elemosine; la cerimonia rimase in vita fino al XVIII secolo, quando la sopravvenuta prosperità dell'Istituto ne determinò la scomparsa. Attraverso le donazioni il Monte riuscì a sopravvivere anche durante la dominazione spagnola e l'epidemia pestilenziale, che colpì duramente la città tra il 1629 e il 1632.
La sua situazione economica migliorò notevolmente con la dominazione austriaca, grazie agli importanti interventi in suo favore. Le riforme di Giuseppe II, stabilendo nel 1784 lo scioglimento di tutti i capitoli dei luoghi pii e l'istituzione della Giunta delle pie fondazioni, mirarono a semplificare la gestione degli enti assistenziali per una più efficiente opera di aiuto ai bisognosi. Il Monte di Pietà, nella nuova sede in contrada Tre Monasteri, fu affidato ad un unico amministratore, il conte Giovanni Battista Mellerio (31 dicembre 1784) e dotato, nell'aprile del 1785, di un rinnovato 'Piano di regolamento'. Si introdussero alcune novità nell'attività creditizia, tra cui la riduzione del numero dei pegni in base alle disponibilità economiche, ponendo le basi per l'indipendenza da capitali esterni. Venne anche accresciuto il capitale di giro e il 21 febbraio 1785 gli fu assegnato il patrimonio del soppresso Rifugio di Santa Valeria.
Con l'arrivo di Napoleone a Milano, il Monte dovette sospendere l'attività: il 5 maggio 1796 si tenne l'ultima seduta del Capitolo e tra il 20 e il 21 maggio furono consegnati al cassiere generale francese Kollot tutto il denaro presente in cassa e i pegni preziosi. Il governo francese, nell'ottica di un maggior controllo centrale, istituì un'amministrazione unica per gli enti caritatevoli del Regno: le Congregazioni di Carità (1807); quella milanese venne organizzata in tre sezioni operative, ciascuna responsabile di una tipologia di assistenza. Il Monte di Pietà fu assegnato alla Sezione III insieme ai Luoghi pii elemosinieri. Sotto tale gestione il Monte poté riaprire al pubblico nel 1804 per i soli pegni infruttiferi: patto però che la somma somministrata non eccedesse le 20 lire per ciascun pegno e che il pignorante pagasse 5 soldi per il taglio della bolletta.
Nel 1810 venne elaborato un nuovo Regolamento, che, tra le altre novità, ridefinì la struttura organizzativa del Monte: il luogo pio fu rappresentato da due "monti" distinti nel nome ma sotto la stessa direzione, il Monte di San Giuseppe e il Monte di San Carlo. Il primo riceveva i pegni, l'altro li restituiva in alternanza semestrale. La Congregazione "napoleonica" sopravvisse alcuni anni anche dopo la caduta del governo francese, per essere definitivamente sciolta nel 1825. Il Monte proseguì la sua attività sotto la guida di un amministratore unico e nel 1827 ottenne dalle autorità di governo la possibilità di ricevere mutui dal pubblico mediante depositi fruttiferi. Nei decenni successivi il Monte incorse in crisi finanziarie in quanto l'intensa attività pignoratizia non aveva come contropartita una adeguata raccolta di risparmio; di qui la decisione nel 1866 di raccogliere capitali a mutuo senza limiti di importo e corrispondendo un tasso del 5%. Da questo momento l'attività bancaria  (che nel tempo si estesa nei servizi offerti) e l'attività di pegno a miti interessi si integrarono traendo lo stimolo per una reciproca espansione e consentirono al Monte di attraversare le congiunture economiche più difficili. Con decreto 4 gennaio 1925 al Monte fu assegnata la qualifica di Monte di Pietà di prima categoria. Fu trasformato in Monte di Credito su Pegno in applicazione delle disposizioni di riforma dei Monti di Pietà del 1938; nel secondo dopoguerra la sua denominazione fu completata con Banca del Monte. Nel 1939 aprì un'agenzia di pegno a Varese. Fuse per incorporazione i Monti di Credito su Pegno di Monza, di Abbiategrasso e di San Colombano al Lambro nel 1940, di Mantova nel 1946, di Cremona nel 1947, di Caravaggio nel 1983 e di Como nel 1984. Nel 1987, con la fusione per incorporazione della Banca del Monte di Pavia e Bergamo, diede origine alla Banca del Monte di Lombardia.

 

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Sede del Monte di Pietà di Milano

La prima sede del Monte di Pietà di Milano, all'epoca della sua fondazione, è stata una bottega presso San Giovanni in oleo ferventi presso la parrocchia di San Simpliciano.
Nei primi anni del XVI secolo la sede venne trasferita in un l'edificio di S. Maria Segreta, che faceva parte del legato stabilito dal mercante Tommaso Grasso in favore della Fabbrica del Duomo. L'edificio fu dapprima preso in affitto dal Monte di Pietà e poi acquistato nel 1528. Presso questa antica sede venne edificata nel 1535 una piccola chiesa a spese del Monte consacrata alla Pietà, su progetto di Girolamo Quadrio. Gli uffici del Monte di Pietà rimasero qui allocati per circa tre secoli.
Nel 1783 in epoca asburgica, nell'ambito di un processo di riqualificazione urbana generale della città e delle riforme tese a risanare il Monte di Pietà, il governo decise di dotare il Luogo pio di una sede più rispondente alle mutate esigenze; l'edificio in S. Maria Segreta infatti appariva ormai del tutto inadeguato per dimensioni e ubicazione. Venne scelto il fabbricato del soppresso convento delle francescane di Santa Chiara nella contrada dei Tre Monasteri, che in seguito assunse il nome di via Monte di Pietà. Il progetto di riadattamento fu elaborato da Giuseppe Piermarini e il 9 aprile 1783 il capitolo del Monte ricevette l'autorizzazione regia per l'acquisto e le spese di riqualificazione. La sede di S. Maria Segreta venne concessa a livello ad Angelo Brambilla il 21 maggio 1783. L'inaugurazione ufficiale della nuova sede del Monte si celebrò il 1 marzo 1786, dopo aver completato i lavori di adattamento. In seguito al progressivo incremento dell'attività pignoratizia e creditizia del Monte, nel 1841 venne aperta una filiale in via Crocefisso.
L'edificio dell'attuale via Monte di Pietà rimase sede dell'Istituto in tutte le sue diverse trasformazioni istituzionali fino al 2021.

bibliografia

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Piero Compostella, Il Monte di Pietà di Milano. L'istituto nella storia e nella vita milanese attraverso i secoli XV e XVI, 1973.
- Paolo Prodi Alle origini dei Monti di Pietà. I Francescani fra etica ed economia nella Società del Tardo Medioevo in Studi in occasione delle celebrazioni nel V Centenario della morte del beato Michele Carcano (1427-1484), Banca del Monte di Bologna e Ravenna, 1983.
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- Albini, Giuliana, Il denaro e i poveri. L'istituzione dei Monti di Pietà alla fine del Quattrocento in La città e i poveri. Milano e le terre lombarde del Rinascimento all'età spagnola, a cura di Danilo Zardin, Milano, Jaca Book, 1995, pp. 59-70. 
- Corinna Tania Gallori, L'Imago pietatis e gli istituti di carità. Problemi di iconografia in «ACME»,
vol. LIX - fasc. I - gennaio-aprile 2006.  
- Emanuela Fraccaroli, Tra pubblico bene e privata utilità: il Monte di pietà di Milano dagli ordini del 1635 all'età napoleonica, Bologna, Il Mulino, 2008.

fonti

Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Monte di Pietà di Milano.

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