Il Monte di Pietà di Rossano venne istituito nel 1568 a beneficio dei poveri ad istanza di Monsignor Sammarco, che insieme ai più facoltosi cittadini ne procurò i fondi. Il Monte soffrì gravi perdite a causa delle vicende politiche della città. Il regio decreto 2 ottobre 1897 n. 313 dispose di trasferire una porzione del patrimonio (lire 12.567,31) del Monte a favore del ricovero di mendicità da erigersi nel Comune di Rossano. Dallo statuto, approvato con regio decreto 7 giugno 1906 n. 261, scopo del Monte era «di fare mutui sopra pegni, a mite interesse» (art. 1). Gestito dalla locale Congregazione di Carità, praticò interessi sui prestiti del 5%. Furono ammessi come pegni i soli oggetti d'oro, argento e le perle, restando escluso ogni altro metallo e pietre preziose. Gli utili netti di gestione annuale dovevano essere destinati all'aumento del patrimonio del Monte. Fu trasformato in Monte di Credito su Pegno in applicazione delle disposizioni sul riordino dei Monti di Pietà del 1938 (legge 10 maggio, n. 745). Nel febbraio 1940 venne posto in gestione commissariale temporanea in quanto la situazione delle sue attività era tale da rientrare nelle condizioni per l'avvio della procedura di incorporazione in un altro Monte della provincia (art. 7 della legge 10 maggio 1938, n. 745 e art. 15 del regio decreto attuativo 25 maggio 1939, n. 1279). Con regio decreto 5 dicembre 1941, n. 1366, fu incorporato nel Monte di Credito su Pegno di Cosenza; il provvedimento seguì alle delibere a favore dell'operazione da parte del Commissario del Monte di Rossano del 5 dicembre 1940 e del Consiglio di Amministrazione del Monte di Cosenza del 6 dicembre 1940.