La Banca Mutua Popolare di Sansepolcro venne costituita il 7 luglio 1888 (rogito Galli) con un capitale di 12.100 lire. Suo scopo era «di procacciare il credito ai propri Soci col mezzo della mutualità e del risparmio» (art. 2 dello statuto del 1893). Dall'inizio degli anni '30 del XX secolo la Banca ebbe una forte contrazione dei depositi che la obbligava a ridurre i suoi impieghi e a praticare tassi superiori a quelli della concorrenza, da qui nel 1937 la proposta alle autorità monetarie di fusione con un altro istituto di credito. Solo successivamente, con provvedimento del 6 dicembre 1938, l'Ispettorato del Credito autorizzò la Banca Mutua Popolare Aretina ad incorporare, mediante fusione, la Banca Mutua Popolare di Sansepolcro; la disposizione sanzionava quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione della Banca aretina del 30 settembre 1938 e di quello dell'Istituto di Sansepolcro del 5 ottobre 1938. L'operazione avveniva alle seguenti condizioni (approvate in sede di Assemblea della Banca Mutua Popolare di Sansepolcro del 5 febbraio 1939): cessione di tutte le attività e passività, ivi comprese la gestione dell'esattoria comunale di Sansepolcro, in appalto dal 31 dicembre 1932; rimborso del capitale della Popolare di Sansepolcro a lire 180 per ogni azione del valore nominale di lire 50.