La Banca Popolare di Cagli fu costituita, in forma di società cooperativa a responsabilità limitata, con atto del 28 settembre 1946 (rogito notaio Enrico Zaccarelli, omologato dal Tribunale di Urbino con decreto del 11 ottobre 1946). L'iniziativa si deve a un Comitato promotore di 31 cittadini. Fu autorizzata, e il suo statuto approvato, dal Ministero del Tesoro con decreto 24 febbraio 1947. Suo scopo era «di procurare il credito ai propri soci ed in via eccezionale anche ai non soci quando le proprie disponibilità lo consentano, mediante la mutualità e il risparmio, di compiere operazioni e servizi di banca al fine precipuo di favorire e sviluppare l'agricoltura, l'industria e l'artigianato e il commercio con particolare riguardo alle attività produttive minori. La società si propone pure di attuare opera di propaganda per il risparmio. Sono escluse in modo assoluto le operazioni che abbiano carattere di speculazione» (art. 2, statuto del 1947). La sede era in via Lapis, in locali di proprietà del consigliere Manlio Lumbrici, che li aveva dati in affitto. Operativa dal 16 luglio 1947, l'attività fu rivolta al sostegno dell'economia di Cagli, in prevalenza agricola e con un industria allora in via di sviluppo (specie nell'estrazione e nella lavorazione della pietra). Con decreto ministeriale 20 febbraio 1957 venne autorizzata a compiere nel territorio di Cagli operazioni di credito agrario di esercizio. All'inizio degli anni '70 la Banca entrò in sofferenza, anche in conseguenza del cedimento dell'economia locale. Con decreto del Ministro del Tesoro del 7 gennaio 1974 gli organi amministrativi dell'Istituto di credito furono sciolti e con provvedimento del 9 gennaio 1974 il Governatore della Banca d'Italia nominò Michele di Laro commissario straordinario per la sua gestione. Il 29 giugno 1985 la Banca Popolare di Cagli venne fusa per incorporazione nella Banca Popolare dell'Etruria.