Banca del Monte di Pavia
Lombardia, Pavia
Il Monte di Pietà di Pavia fu fondato all'inizio del 1493 in seguito alla predicazione nella città del Beato Bernardino da Feltre e il parere favorevole del Collegio dei dottori dell'Università. Lo Statuto, compilato da una commissione nominata dal Consiglio dei "deputati di provvisione" sotto la supervisione di Bernardino, fu approvato dal duca Giovanni Galeazzo Maria Sforza il 9 maggio 1493. Fino al XVIII secolo il Monte svolse un'intensa attività e raggiunse una notevole consistenza patrimoniale. Le principali fonti di finanziamento provenivano dalle questue periodicamente indette e dai lasciti testamentari, mentre erano scarsi i proventi ricavati direttamente dall'attività di credito su pegno, essendo il tasso praticato del 2,50%, poi ridotto al 2% dopo il 1744. Con la riforma delle Opere pie introdotta dall'imperatore Giuseppe II (editto 15 luglio 1774), il Monte fu riformato: fu stabilito il prestito su pegno gratuito fino a lire 20, mentre si elevò al 5% l'interesse per quelli di importo superiore; inoltre fu cambiata la denominazione in Monte di Pietà di San Siro, in onore del patrono della città. Durante la dominazione napoleonica, il Monte cessò la sua attività. Restaurato il dominio austriaco, fu rifondato nell'aprile 1825 per delibera del Consiglio comunale e con un fondo di dotazione di lire austriache 6 mila. Per il regolamento sanzionato dal regio governo il 4 febbraio 1838, la gestione del Monte fu affidata al Consiglio comunale, la disciplina dei prestiti su pegno fu definita sulle norme dettate da Bernardino da Feltre e fu introdotta la possibilità della raccolta di depositi di risparmi, in caso di necessità. A causa degli scarsi fondi di dotazione, il Monte fu chiuso nel 1899. Fu nuovamente riattivato nel 1902 e nel 1924 fu sottoposto alla gestione della locale Congregazione di Carità e poi concentrato nella stessa per regio decreto 5 luglio 1929. Fu trasformato in Monte di Credito su Pegno nel 1938 in applicazione delle disposizioni sul riordino dei Monti di Pietà (legge 10 maggio, n. 745). Per lo statuto approvato con decreto del Ministro del Tesoro 3 ottobre 1946 divenne Monte di Credito su Pegno di prima categoria, con la conseguente possibilità di svolgere tutte le operazioni bancarie consentite alle casse di risparmio. Per il Monte si aprì una fase di multiforme attività: da una parte poté sostenere la Sezione Pegni, colmandone la cronica carenza di liquidità, dall'altra poté intervenire con operazioni di credito ordinario e speciale a favore dell'economia locale. Dal 1948 si estese in comuni limitrofi con l'apertura di agenzie (Borgo Ticino) e rafforzò la presenza in città (Città Giardino nel 1956 e Porta Cavour nel 1960). Per decreto del Presidente della Repubblica 2 settembre 1985, n. 530 fuse per incorporazione il Monte di Credito su Pegno di Bergamo. Con l'operazione vi fu anche la modifica della denominazione in Banca del Monte di Pavia e di Bergamo.
bibliografia
- Monte di Credito su Pegno di Pavia, Associazione fra le casse di risparmio italiane, Le Casse di risparmio italiane nel secondo venticinquennale della loro Associazione (1938-1962), Roma, 1962, pp. 633-637;
- Vittorino Meneghin, Bernardino da Feltre e i Monti di pietà, Vicenza, L.I.E.F. Edizioni, 1974;
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 241, 12 ottobre 1985, p.7335.
fonti
Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Banca del Monte di Pavia, Bilanci a stampa, 1984.