Cassa di Risparmio Marrucina
Abruzzo, Chieti
La costituzione della Cassa di Risparmio Marrucina (dal nome della popolazione italica che abitò la capitale Teate, l'odierna Chieti, sin dal I millennio a.C.) si deve all'iniziativa del Consiglio provinciale che, nella seduta del 9 settembre 1861, approvò la creazione di un Comitato promotore, presieduto da Vincenzo De Thomasis e composto dai maggiorenti della città, nella quasi totalità patrioti e liberali. Venne approvata per regio decreto 6 luglio 1862, n. 458; per lo statuto, approvato con la stessa disposizione, suo scopo era di «migliorare le condizioni economiche e morali, specialmente delle classi laboriose; porgendo modo a chiunque della Provincia, ma segnatamente agli Operai e classi meno agiate, un facile e sicuro mezzo di formarsi, con piccoli e ripetuti depositi, un Capitale» (art. 1). Il Consiglio provinciale contribuì con lire 5.000 al capitale iniziale, completato nel luglio 1865 con la sottoscrizione di 151 azioni di lire 100 cadauna da parte della Municipalità e di altri enti chietini (es. Monte dei Morti 'S. Giustino', Asilo infantile, Ospedale Civile SS. Annunziata, Comizio Agrario, ecc.) e delle Municipalità di comuni limitrofi (es. Orsogna, Tornareccio e Monteodorisio). L'Istituto iniziò le sue attività il 2 gennaio 1866 in alcuni locali del palazzo di proprietà dei Valignani-Vacri, sito nell'attuale piazza Valignani. L'avvio fu lento e faticoso a causa della debole economia locale, della concorrenza della filiale locale del Banco di Napoli e delle ripercussioni negative per gli eventi economici a livello nazionale. Adeguato nel 1891 lo statuto alle norme di riordino delle casse di risparmio (legge 15 luglio 1888, n. 5546), fu solo con la sua revisione nel 1909 e l'adozione di un nuovo assetto amministrativo e di nuove funzioni operative che l'Istituto potè assecondare le trasformazioni in atto dell'economia locale, caratterizzate da primi dinamismi nell'industria e da ammodernamenti nell'agricoltura. Superate le difficoltà della Prima guerramondiale, la Cassa di Risparmio proseguì nella sua ascesa operativa. Nel 1927 partecipò, su proposta del Ministero dell'Economia Nazionale e insieme alle altre casse di risparmio abruzzesi, alla costituzione della Federazione regionale avente come fine il coordinamento delle attività, incrementando i servizi e ripartendo i rischi di gestione attraverso la costituzione di un fondo federale di garanzia. Tra il 1928 e il 1929 vi fu un importante sviluppo territoriale: alla filiale di Ortona a Mare, aperta sin dal 1908, si aggiunsero quelle di Chieti Scalo, Francavilla a Mare, Lanciano, Vasto e Bucchianico. Nel 1937 intervenne nella liquidazione ed assorbì il Banco A Martinetti e C. e l'anno successivo la Cassa di Risparmio di Guardiagrele. Con quest'ultima operazione, siglata con atto notarile del 30 dicembre 1938, la Cassa teatina mutò la propria denominazione in Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, avendo ormai la sua rete territoriale assunto una dimensione provinciale.
bibliografia
- Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia, n. 181, 1° agosto 1862;
- Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia, n. 183, 6 agosto 1891;
- Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia, n. 243, 16 ottobre 1909;
- Associazione fra le casse di risparmio italiane, Le Casse di risparmio italiane nel secondo venticinquennale della loro associazione (1938-1962), Roma, Tipografia delle Terme, 1962, pp. 117-118;
- Angelo Melon (a cura di), Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, Cento anni di attività 1866-1966, Chieti, Tipografia Moderna;
- Felice Costantino, Carichieti. Dalle origini ai giorni nostri. Risparmio e credito in un localismo di successo, Roma-Bari, Laterza, 2006.
fonti
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cassa di Risparmio Marrucina, Statuti, 1862 e 1907;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Cassa di Risparmio Marrucina, Verbali del Consiglio di Amministrazione, 1862-1938.