Cassa di Risparmio di Appignano
Marche, Appignano (MC)
La Cassa di Risparmio di Appignano, con l'iniziale denominazione di Cassa di Prestiti e Risparmi, ebbe origine dalla conversione parziale del patrimonio del Monte frumentario locale, autorizzata con regio decreto 1° ottobre 1883. L'iniziativa della sua costituzione risaliva alla proposta formulata nell'aprile 1881 dalla Commissione amministratrice del Monte frumentario (fondato per lascito testamentario di Angelo Gasperi del 29 agosto 1529) al Consiglio Comunale; approvata da quest'ultimo nella seduta del successivo 1° dicembre, fu poi avvallata dalla Deputazione provinciale di Macerata il 5 aprile 1882. Lo statuto, redatto su modello della Cassa di Risparmio di Pollenza, stabiliva che scopo dell'Istituto era «di ricevere depositi di risparmi fruttiferi da ogni classe di cittadini e di far prestanze, con le somme provenienti dai depositi e dal fondo di dotazione e relativi decorsi interessi, ai poveri ed ai coloni del paese per facilitare le piccole industrie e la coltivazione dei campi nonché l'allevamento del bestiame, mediante cauti rinvestimenti e garanzie o dei padroni dei fondi o di persone notoriamente solvibili» (art. 2). Dovevano inoltre essere «preferite le operazioni più piccole e quelle a scadenza più breve» (art. 3); i prestiti, non superiori ai sei mesi, dovevano essere per somme non superiori alle lire 100, a meno che non fossero destinati a coprire spese degli agricoltori colpiti da infortuni o nella necessità di costituire scorte. Il rapporto di affiliazione con il Monte frumentario fu mantenuto nella struttura amministrativa della Cassa di Risparmio, essendo i componenti del proprio Consiglio di Amministrazione i medesimi della Commissione amministratrice del Monte così come il personale amministrativo. Modifiche allo statuto furono approvate nel 1893; recependo le disposizioni di riordino delle casse di risparmio introdotte con la legge 15 luglio 1888, n. 5546, l'Istituto assumeva il titolo di cassa di risparmio e rivedeva alcuni aspetti operativi e nella struttura organizzativa (tra cui l'affidamento della direzione ad uno dei componenti del Consiglio di Amministrazione). Lo statuto fu nuovamente riformato nel 1910 e nel 1916. In seguito alle disposizioni governative di accorpamento delle casse di risparmio minori in casse di risparmio circonvicine di dimensioni maggiori (regio decreto legge 10 febbraio 1926, n. 26, convertito in legge 29 dicembre 1927, n. 2586), su proposta del ministro dell'Economia Nazionale, la Cassa di Risparmio di Appignano venne fusa per incorporazione nella Cassa di Risparmio di Macerata per regio decreto 19 agosto 1927, n. 1724 (in vigore dal 13 ottobre 1927).
bibliografia
- Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 133, 7 giugno 1893;
- Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 285, 9 dicembre 1910;
- Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 87, 13 aprile 1916;
- Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 224, 28 settembre 1927;
- Associazione fra le casse di risparmio italiane, Le Casse di risparmio italiane nel secondo venticinquennale della loro associazione (1938-1962), Roma: Tipografia delle Terme, 1962, p. 255;
- Dante Cecchi, Cassa di Risparmio di Appignano, in idem, Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata nel CXXV anniversario della sua fondazione, [Macerata], 1969, pp. 291-295
- Francesco Chiapparino, Credito, comunità e sviluppo. Ricerche di storia della banca locale nelle Marche in età contemporanea, Ancona, Affinità elettive, 2008.