Banca del Cimino
Lazio, Viterbo
La Banca del Cimino venne costituita il 12 aprile 1926 a Viterbo per iniziativa di Francesco Fornaciari, notaio della città. Il capitale iniziale di lire 1 milione (suddiviso in 2.000 azioni da lire 500 cadauna) fu sottoscritto da 150 soci. Sin dagli anni d'esordio è stata una banca dinamica a sostegno della piccola agricoltura, industria e commercio. Nel primo decennio estese la propria presenza nel territorio di provincia con l'apertura di nove filiali, a cui si aggiunse nel 1938 quella di Fabrica di Roma (VT). Nel luglio 1929 la Banca del Cimino accolse la richiesta di fusione avanzata dalla Banca Cooperativa Popolare di Viterbo, che l'aveva già proposta nel giugno 1926; l'operazione tuttavia non si concretizzò per volere della Popolare, che, posta in liquidazione nel 1930, fu assorbita dal Banco di Santo Spirito. Alla scomparsa di Fornarciari all'inizio degli anni Cinquanta, la maggioranza del capitale fu assunta da Guido Ardinghi, al quale subentrarono nel 1956 gli imprenditori biellesi dell'azienda Fratelli Fila. Nella seconda metà degli anni Sessanta, la quota dei Fratelli Fila fu rilevata da Luigi Mascolo insieme ad altre due famiglie campane, gli Amato (operanti nel settore alimentare) e i d'Amico (operanti nel settore armatoriale). Nel trentennio che seguì sotto la guida di Mascolo, la Banca crebbe operativamente e allargò la propria rete di sportelli, raggiungendo quota 30 all'inizio degli anni Novanta, distribuiti in prevalenza nella provincia di Viterbo (26), ma anche a Latina (2) e a Roma (2), dove fu trasferita la sede operativa (via Veneto). Nel 1994 il 28,5% delle azioni della Banca venne rilevato dal Credito Agrario Bresciano (CAB), al quale furono trasferiti anche gli sportelli ubicati fuori dalla provincia di Viterbo (Latina, Formia e Roma), con atto stipulato il 23 dicembre 1995. Il 30 giugno 1998 la Banca venne poi fusa per incorporazione dal Credito Agrario Bresciano,
bibliografia
- Associazione Bancaria Italiana, Annuario delle banche e banchieri d'Italia. 1925-1926, Milano, Associazione Bancaria Italiana, 1925;
- Michele Calcaterra, Paolo Aicardi, Gli ultimi banchieri, Milano, Publigrafica, 1993, pp. 16-17;
- G. Pizzorni, CAB Spa, in Le società quotate alla Borsa Valori di Milano dal 1861 al 2000. Profili storici e titoli azionari, Milano, Scheiwiller, 2002, p. 580.
fonti
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Credito Agrario Bresciano, Banche Aggregate, Banca del Cimino, Verbali del Consiglio di Amministrazione, anni 1926-1998;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Credito Agrario Bresciano, Atto di scissione parziale fra Banca del Cimino e Credito Agrario Bresciano, 23 dicembre 1995;
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Credito Agrario Bresciano, Atto di fusione per incorporazione della Banca del Cimino nel Credito Agrario Bresciano, 30 giugno 1998.