Monte di Pietà di Cagliari
Sardegna, Cagliari
Sin dal 1421 erano attivi in Sardegna diversi Monti frumentari e di soccorso, ma il primo vero e proprio Monte di Pietà venne costituito a Cagliari nel 1664 per volere del capitano Giambattista Perez, "Commissario Generale di tutta l'artiglieria e soprastante alle fabbriche generali del Regno di Sardegna", che alla sua morte dispose un lascito per l'istituzione di un Monte di Pietà locale. Probabilmente, però, l'insufficienza della dotazione e le calamità che colpirono l'isola in quel periodo (qualche anno prima, dal 1652 al 1656, la Sardegna era stata colpita da una violenta ondata di peste) portarono ben presto il Monte alla chiusura. Sul finire del secolo successivo la giunta diocesana, sovrintendente ai Monti frumentari dell'Arcidiocesi cagliaritana, sottolineando l'assoluta necessità di dotare la città di Cagliari di un nuovo Monte, fissò in 10.000 scudi l'importo della dotazione iniziale. Con carta reale del 27 giugno 1780, il re di Sardegna Vittorio Amedeo III concesse alla causa ben 25.000 scudi sardi, provenienti dal lascito testamentario dei fratelli Antonio e Giovanni Maria Coppola, che avevano espresso il desiderio di veder impegnato il loro patrimonio in opere di beneficenza. Vedendosi assegnato questo grosso importo, la giunta diocesana decise di alzare il fondo iniziale a 50.000 scudi, dal momento che la città di Cagliari e il suo circondario contavano 24.000 abitanti, gran parte dei quali contadini bisognosi. Nel 1781 venne redatto il regolamento del nuovo Monte, che iniziò così la propria attività il 17 novembre 1782 in alcuni locali dell'ex collegio della Compagnia di Gesù in Santa Croce. Primo presidente fu il vescovo di Cagliari Mons. Vittorio Melano. Lo statuto originario stabiliva che le anticipazioni su pegno dovevano concedersi gratuitamente e non dovevano superare i venti scudi sardi. Nel 1852 la gestione del Monte passò dalla giunta diocesana all'amministrazione comunale, alla quale subentrò due anni più tardi la Congregazione di carità. A causa delle malversazioni di un tesoriere, in carica dal 1859 al 1878, il Monte rischiò la chiusura: la Congregazione di carità venne sciolta e l'Istituto venne commissariato per ben otto anni. Rimessi a posto i conti, la Congregazione di carità venne ricostituita e riprese in mano la gestione dell'Istituto fino al 1927, quando questa passò ad una commissione amministrativa autonoma. Nel corso dello stesso anno il Monte poté finalmente dotarsi di una sede propria, in via Sant'Eulalia. Dichiarato Monte di prima categoria con regio decreto 14 giugno 1923 n. 1396, l'Istituto iniziò ad operare anche come cassa di risparmio, intensificando la sua azione nelle varie branche del credito dove già era attivo. Carico di perdite e sull'orlo del collasso, l'Istituto fu assorbito dalla Cassa di Risparmio del Banco di Napoli nel 1931 dopo essere stato inizialmente escluso, "per un riguardo alla sua storia", dall'assorbimento di massa di ben 13 Casse di Risparmio da parte dell'istituto napoletano del 1929.
bibliografia
- Claudio Villasanta, Il Monte di Pietà di Cagliari, Cagliari, Tipografia San Giuseppe, 1927;
- Luigi De Rosa, Storia del Banco di Napoli, volume IV, Il Banco di Napoli tra fascismo e guerra (1926-1943), Napoli, Banco di Napoli, 2005, pp. 96-97, 251-254.