Monte di Credito su Pegno di Mirandola
Emilia Romagna, Mirandola
Proposto dai padri minori osservanti, il Monte di Pietà di Mirandola venne costituito nel 1495 con l'approvazione dei capitoli da parte di Galeotto I Pico, signore della città. Lo sviluppo del Monte, tuttavia, si deve alla figura di Fulvia da Correggio, contessa della Mirandola e vedova del conte Lodovico II Pico, che nel 1588 inoltrò richiesta al pontefice per regolarizzare la fondazione dell'Istituto. Senza l'autorizzazione pontificia, infatti, il Monte di Mirandola avrebbe potuto creare una serie di problemi ai suoi amministratori, non ultima la scomunica. Nonostante la mediazione del vescovo di Reggio Claudio Rangoni, la tanto sospirata bolla pontificia, che avrebbe posto fine allo stato di illegittimità in cui l'Istituto operava da quasi un secolo, venne emanata solo il 10 settembre 1597, a firma di papa Clemente VIII. La contessa Fulvia da Correggio svolse inoltre un accurato lavoro di revisione e riordino amministrativo, che culminò nel 1598 con l'approvazione del nuovo statuto che prevedeva, tra le altre cose, la creazione dell'archivio del Santo Monte per la conservazione di "libri et scritture". Con il suo testamento (5 ottobre 1590), infine, la contessa destinò una parte considerevole dei suoi averi "pro costruendo domum et fabricam pro servitio, usu et utilitate dicti Sacri Montis Pietatis". Grazie alla regolarizzazione e alla sua sistemazione amministrativa e finanziaria, l'Istituto entrò nel pieno delle sue attività: ad esso ricorsero non solo "il popolo di esso castello molto civile, humano, piacevole et liberale", ma anche la stessa amministrazione comunale e i signori della città: prestiti vennero infatti concessi alla comunità di Mirandola per mantenere la guarnigione spagnola (1707) o per acquistare frumento (1746) e al duca Rinaldo d'Este, subentrato ai Pico nel controllo della città (1725). Già nelle mani della Congregazione di Carità, che vi applicava una gestione separata rispetto agli altri enti, l'amministrazione del Monte divenne completamente autonoma nel luglio 1937. Quattro anni più tardi l'Istituto (nel frattempo diventato Monte di Credito su Pegno) venne incorporato nella Cassa di Risparmio di Mirandola, che nel 1942 iniziò ad esercitare il credito pignoratizio e assunse la nuova denominazione di Cassa di Risparmio e Monte di Credito su Pegno di Mirandola.
bibliografia
- Cassa di Risparmio di Mirandola, La Cassa di Risparmio e Monte di Credito su Pegno di Mirandola nei suoi primi cento anni. 1864-1963, Modena, Stabilimento Poligrafico Artioli, 1964, p. 69;
- Elena Svalduz, Ad onore della città e dei sudditi: Fulvia da Correggio, contessa della Mirandola e il Monte di pietà, in Mauro Carboni, Maria Giuseppina Muzzarelli e Vera Zamagni (a cura di), Sacri recinti del credito. Sedi e storie dei Monti di pietà in Emilia-Romagna, Venezia, Marsilo Editori, 2005, pp. 187-196.
fonti
- Roberto Baglioni, Archivio storico. Raccolta, in volumi rilegati, dei documenti del fondo storico, Firenze, Cassa di Risparmio di Firenze, 2010.