Monte di Pietà di Badia Polesine
Veneto, Badia Polesine
Il Monte di Pietà di Badia Polesine venne istituito nel 1549 su impulso delle Confraternite del Corpus Domini, della Beata Vergine Maria e del Santissimo Sacramento. Il capitale iniziale fu di soli 400 ducati, che le Confraternite avevano ricavato dalla vendita di una pezza di terra ottenuta con lascito testamentario del notaio cittadino Antonio Pizzolato. Al fine di incrementare il modesto capitale il Consiglio comunale, durante la seduta del 12 dicembre 1549, dovendo cedere al pubblico incanto il dazio del sale, la riscossione del boccatico, le colte e altre imposte, decretò che "i conduttori di tali tasse sieno tenuti a dare un certo quid al Monte di Pietà, havuto rispetto all'importanza di quelli". Il Senato Veneto approvò l'apertura del Monte con decreto 24 aprile 1554 e l'anno successivo, per incrementarne il capitale sociale, deliberò di devolvere al nuovo Istituto le somme di denaro derivanti da alcune condanne criminali. L'amministrazione del Monte, retta dal podestà cittadino, venne affidata a un Consiglio di 24 membri "de li più meliori et perfetti", di cui 12 cittadini e 12 membri del Consiglio comunale. Sede storica dell'Istituto fu una casa nell'attuale piazza Vittorio Emanuele II, eretta nel 1620 e destinata inizialmente al Collegio e all'Archivio notarile. Con regio decreto 13 ottobre 1927 n. 2367 l'Istituto, che esercitava anche operazioni ordinarie di credito, venne assorbito dalla Cassa di Risparmio di Padova.
relazioni
ente conservatore
bibliografia
- Antonio Cappellini, Badia Polesine. Compendio storico, Genova, Stab. Grafico G. Costa & C., 1946, p. 27;
- Bruno Rigobello, Il Monte di Pieta di Rovigo e gli antichi istituti di pegno del Polesine, Rovigo, Minelliana, 1987, pp.35-40, 183-196.
fonti
- Archivio Storico Banca d'Italia, Banca d'Italia, Vigilanza sulle aziende di credito, pratt., n. 2111, fasc. 1.