Banca del Monte di Lendinara

Veneto, Lendinara

data di fondazione1500
data di fusione1973

Quello di Lendinara fu il primo Monte di Pietà del Polesine, costituito probabilmente nel 1500 da un certo Montino Montini, primo massaro del Monte, per contrastare l'usura praticata dai banchi di prestito ebraici, presenti in città sin dal 1386. Si pensa al 1500 come anno di costituzione in quanto la data era originariamente incisa sulla parete di un locale di proprietà del Monte: tale iscrizione venne coperta nel 1832 a seguito di alcuni lavori di ristrutturazione e mai più recuperata. In ogni caso, l'esistenza di un Monte di Pietà a Lendinara agli inizi del XVI secolo è accertata da un atto del 1508 del notaio Ercole Lorenzi. Purtroppo i documenti più antichi dell'Istituto sono andati perduti a causa dei numerosi trasferimenti dell'archivio nel corso del tempo, così che non si hanno notizie certe sul Monte precedenti al 1882. Si ipotizza che il patrimonio iniziale fosse di 60.000 lire venete, provenienti per lo più da lasciti di cittadini benestanti. Nel corso degli anni, a causa della cattiva gestione degli amministratori, il patrimonio dell'Istituto diminuì così tanto che nel 1828, quando la Delegazione provinciale approvò il nuovo statuto, questo ammontava ad appena 24.928,35 lire. I disordini amministrativi proseguirono negli anni, così, con deliberazioni 23 maggio 1883 e 17 gennaio 1884, il Consiglio comunale di Lendinara propose la riforma dell'amministrazione e dello statuto del Monte, che prevedeva di sostituire al direttore cassiere (fino ad allora amministratore unico) un consiglio composto da un presidente e da quattro membri nominati dal Consiglio comunale stesso. Tale riforma venne poi autorizzata con decreto reale del 16 aprile 1885. Alla fine dell'800, per provare a combattere la grave crisi agraria che attraversava il territorio, il Consiglio di Amministrazione propose l'istituzione di una cassa di prestanze agrarie, che trovò posto nel nuovo statuto approvato nel 1900. In base al nuovo statuto il Monte poteva: concedere prestiti di denaro sopra pegni; concedere prestiti ad agricoltori domiciliati da almeno tre anni in uno dei comuni del distretto di Lendinara; ricevere somme in deposito a risparmio ed in conto corrente; ricevere in custodia effetti, preziosi e valori.
A seguito della legge 10 maggio 1938 n. 745, nel 1941 l'Istituto modificò la propria ragione sociale in "Monte di Credito su Pegno di Lendinara", mentre otto anni più tardi la sezione credito dell'Istituto assunse la denominazione di "Banca del Monte di Lendinara". A metà degli anni '50 il Monte entrò a far parte della Federazione delle Casse di Risparmio delle Venezie e dell'Istituto di Credito delle Casse di Risparmio Italiane e, con decreto emanato il 26 settembre 1956, venne autorizzato a compiere operazioni di credito agrario. Tutto ciò contribuì ad incrementare notevolmente il patrimonio dell'Istituto che passò in soli sette anni, dal 1954 al 1961, da 5.768.000 lire a 34.166.999 lire. Nel 1973 la Banca del Monte fu assorbita dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

relazioni

ente conservatore

bibliografia

- Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, Le Casse di Risparmio Italiane nel secondo Venticinquennale della loro Associazione (1938-1962), Roma, Tipografia delle Terme, 1962, pp. 596-600;
- Associazione Bancaria Italiana, Annuario delle aziende di credito e finanziarie, 1972-1973, Roma, 1973, p. 764;
- Bruno Rigobello, Il Monte di pietà di Rovigo e gli antichi istituti di pegno del Polesine, Rovigo, Minelliana, 1987, pp. 31-32, 153-155.

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