Cassa di Risparmio di Barletta
Puglia, Barletta
Sulle ceneri di una precedente Cassa posta in liquidazione nel 1893, venne costituita con regio decreto 8 dicembre 1898 la nuova Cassa di Risparmio di Barletta. Con un fondo di dotazione iniziale di 21.660 lire, suddiviso in 722 azioni da 30 lire ciascuna, il nuovo Istituto iniziò la propria attività il 3 maggio dell'anno seguente. Gli impieghi consentiti dallo statuto riguardavano l'acquisto di titoli emessi o garantiti dallo Stato e di cartelle fondiarie e agrarie, i mutui a enti morali, le anticipazioni sui titoli stessi, su merci e su pegni d'oro e d'argento. Al fine di favorire lo sviluppo dell'agricoltura locale, a partire dal 1905 l'Istituto assunse l'esercizio del credito agrario come intermediario della Cassa di Risparmio del Banco di Napoli, e impiantò nei locali del castello della città un magazzino di deposito di prodotti agricoli, specialmente vino, su cui venivano effettuate le anticipazioni. Tuttavia, la principale attività della Cassa in questi primi anni consistette nel rimborsare, mediante sorteggio, i libretti inferiori a 100 lire del vecchio istituto in liquidazione, al fine di limitare i danni arrecati ai piccoli risparmiatori. Su proposta del ministro dell'Economia Nazionale Giuseppe Belluzzo, nel 1929 la Cassa venne assorbita insieme ad altri dodici istituti meridionali dalla Cassa di Risparmio del Banco di Napoli, ai sensi della legge 29 dicembre 1927 n. 2587 sul riordinamento della Casse di Risparmio. Parere favorevole all'operazione fu espresso, in una lettera a Bonaldo Stringher, dal direttore della filiale barlettana della Banca d'Italia, secondo cui la fusione con la Cassa del Banco non avrebbe recato alcun danno all'andamento economico, commerciale ed agrario della città a causa delle modeste dimensioni di un istituto che, tra l'altro, non aveva mai goduto di particolari 'simpatie su piazza'.
bibliografia
- Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio, Le Casse ordinarie di Risparmio in Italia dal 1822 al 1904. Notizie storiche presentate all'Esposizione di Milano del 1906, Roma, Tipografia Nazionale di Giovanni Bertero e C., 1906, pp. 573-575;
- Luigi De Rosa, Storia del Banco di Napoli, volume IV, Il Banco di Napoli tra fascismo e guerra (1926-1943), Napoli, Banco di Napoli, 2005, pp. 91-99.