La Banca Mutua Popolare di Caiazzo, società anonima cooperativa di credito, venne costituita su iniziativa del Consiglio comunale della città con regio decreto 12 maggio 1878, con un capitale di 10.000 lire. Una volta costituita, il Consiglio comunale non pretese alcun controllo sulla Banca, se non quello derivante dal numero di azioni possedute. Lo scopo della società era di "procurare agli industriali, agricoltori ed esercenti arti e mestieri, il doppio beneficio di raccogliere i loro risparmi e capitalizzarli, e di prestare agli azionisti al tasso più possibilmente tenue il capitale necessario per migliorare la loro industria agricola, commerciale e manifatturiera in generale". Tra le operazioni permesse dallo statuto figuravano: anticipazioni su pegno di oggetti preziosi o di merci depositate in magazzini di fiducia, fino al 50% del loro valore; sconto di cambiali commerciali; prestiti a comuni e corpi morali non eccedenti 1/10 del capitale sociale; operazioni di credito agrario; prestiti sull'onore; servizio di Tesoreria per conto di comuni e opere pie; acquisto di titoli emessi o garantiti dallo Stato, di cartelle fondiarie e agrarie. La Banca poteva inoltre incoraggiare la nascita di istituzioni atte a favorire il risparmio e lo sviluppo dell'agricoltura, come le casse pensioni, le casse operaie e le cooperative, "senza però potervi prendere alcuna compartecipazione, né assumervi alcuna responsabilità". Dopo un tentativo nel 1929 di farsi assorbire dalla Banca del Sud di Roma, con decreto ministeriale 23 ottobre 1930 venne concessa alla Banca Agricola Commerciale del Mezzogiorno l'autorizzazione a incorporare la Mutua Popolare di Caiazzo, nell'ambito del progetto di risanamento e di razionalizzazione del sistema bancario meridionale.