Banco Ghio
Liguria, Chiavari
Le origini del Banco Ghio risalgono alla fine del XVIII secolo, quando Martino Ghio (1765-1842) si trasferì dalla valle Sturla a Chiavari per aprire una casa di commercio, attraverso la quale si occupò dell'acquisto e della vendita di merci (olio, granaglie, prodotti agricoli) da inviare nei grandi mercati di Genova e Marsiglia. Successivamente venne aperta anche una cassa bancaria, col fine di effettuare principalmente operazioni di cambio su valute estere. Alla morte di Martino, l'attività di famiglia venne gestita a Chiavari dai figli Gerolamo, mandatario generale, Antonio e Giobatta, mentre gli altri quattro fratelli lasciarono la città (trasferendosi a Genova, Milazzo, Tunisia, Argentina, Perù) per curare direttamente in loco le operazioni di acquisto e di vendita delle merci. Nel 1887, sciolta la casa di commercio Fratelli Ghio fu Gio. Batta (già Fratelli Ghio fu Martino), la famiglia chiavarese continuò la propria attività bancaria con la costituzione del Banco Fratelli Ghio di G.B. Nei decenni a cavallo tra XIX e XX secolo l'attività del Banco, e degli istituti finanziari chiavaresi in genere, si sviluppò notevolmente a causa del crescente esodo della popolazione verso le Americhe: anticipando il denaro per l'espatrio, infatti, gli istituti ottenevano in compenso la gestione delle rimesse degli emigranti. In particolare, il Banco predisponeva delle "carte di viaggio" a un prezzo inferiore a quello di un normale biglietto, in cambio di prestazioni di lavoro obbligatorio a bordo. Col passare del tempo l'Istituto seppe conquistarsi la fiducia della popolazione e dei consolati americani presenti a Chiavari (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Panama, Paraguay, Perù, Stati Uniti, Uruguay, Venezuela): grazie a questi contatti e alla fiducia acquisita, i Ghio divennero azionisti di banche italiane all'estero, fra cui il Banco de Italia y Rio de la Plata. Il 1° aprile 1934 la Banca Commerciale Ligure, società anonima costituita a Genova il 10 ottobre 1925 come Piccolo Credito Ligure, mutò la propria denominazione sociale in Banco Ghio, rilevando anche l'attività bancaria della famiglia chiavarese. Nel 1946 il capitale sociale dell'Istituto venne portato da 100.000 lire a un milione, ulteriormente aumentato a 5 milioni nel 1949 e a 25 milioni di lire nel 1960. Durante la seduta del 30 gennaio 1970, il Consiglio di Amministrazione dell' Istituto Bancario San Paolo di Torino ratificò il rilievo delle attività e delle passività residue del Banco Ghio in liquidazione. Tale operazione costò all'Istituto torinese un esborso netto di 125 milioni di lire. Il San Paolo, inoltre, ottenne il subentro per due sportelli: in contropartita della chiusura della sede di Chiavari (dove il San Paolo già operava con una propria filiale), venne aperta una nuova dipendenza a Rapallo, mentre in luogo del recapito del Banco Ghio di Genova, sito in Piazza della Vittoria, venne aperta una nuova filiale in via Giovanni Descalzo.
bibliografia
- Rossella Bruschi e Sandra Lebboroni, Ritratto di Cogorno. L'antico feudo dei conti Fieschi attraverso le sue memorie storiche, Genova, De Ferrari, 2000, p. 131;
- Marco Doria, Il Banco di Chiavari e della Riviera Ligure. Storia di una banca nel suo territorio, 1870-1954, Genova, Sagep, 2001;
- Luca Fezzi, I banchieri Ghio e Chiavari (1790-1969), Pistoia, Calvani Art Design, 2007.
fonti
- Archivio Storico San Paolo, II, Istituto bancarioSan Paolo di Torino - Funzioni centrali, Acquisizioni e partecipazioni, Banco Ghio, 2831-2832, 1960-1978;
- Archivio Storico San Paolo, IV, Istituto bancario San Paolo di Torino, Verbali del Consiglio di Amministrazione,
1389, seduta del 30 gennaio 1970.