Banco Lariano
Lombardia, Como
Il Banco Lariano fu costituito a Como l'8 luglio 1908, all'indomani della crisi che colpì duramente il sistema creditizio e l'industria tessile comasca. Attorno ad un nucleo composto dal Credito Italiano e dalle banche Zaccaria Pisa e Prandoni & C., si raccolse il meglio della finanza e dell'industria lariana: molti degli 84 sottoscrittori, che acquistarono azioni per un capitale iniziale di 1.500.000 lire, erano infatti membri delle più ricche famiglie comasche. L'Istituto prese il seguito delle operazioni della Banca Tajana Perti & C.: alla morte improvvisa del banchiere Luigi Tajana, si decise di liquidare la Banca per dar vita ad un nuovo istituto di credito sotto la forma della società per azioni, in grado di soddisfare meglio le richieste dell'industria e del commercio locali. L'Istituto avviò subito un programma di espansione nella provincia, indirizzandosi principalmente verso i più noti centri turistici della sponda occidentale del lago (per venire incontro alle esigenze dell'industria alberghiera), nella zona di Varese (ricca di industrie tessili), e nella pianura comasca (dove sorgeva un gran numero di opifici). Nel 1909, dunque, vennero istituite le filiali di Bellagio e Olgiate, nel 1912 quella di Menaggio, e l'anno successivo quella di Cernobbio. Nel corso degli anni '10, superate le difficoltà dovute ai dissesti economici di alcune aziende, che fecero temere per l'autonomia dell'Istituto, il Lariano iniziò a concedere fidi a breve e medio termine - con sconti di portafoglio, linee di credito in conto corrente e prestiti a favore degli operatori con l'estero - e a partecipare alla costituzione di numerose piccole e medie società. Nel 1918, passato il difficile periodo bellico, il Banco riprese la sua politica di espansione aprendo a Varese un nuovo sportello, ceduto dalla Banca Prandoni & C. Nel 1930 il Credito Italiano, volendo razionalizzare la gestione dei propri patrimoni azionari, cedette il pacchetto del Lariano alla neocostituita Unione Banche Provinciali. L'Istituto, comunque, mantenne un azionariato piuttosto stabile fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando la maggioranza delle azioni fu acquisita dalla Châtillon, società tessile che, nel 1972, cedette la sua quota alla Fingest, finanziaria del gruppo Montedison. Nel 1953 l'Istituto partecipò alla costituzione del Mediocredito Regionale Lombardo, e l'anno seguente alla fondazione dell'Associazione nazionale aziende ordinarie di credito. La posizione di confine della provincia comasca favorì nel corso del tempo l'interscambio commerciale con la Svizzera ed altri paesi del Nord Europa, e permise all'Istituto di ottenere, nel 1960, il riconoscimento di Banca agente per le operazioni in cambi. Col passare degli anni, nonostante l'autorizzazione al credito agrario (dal 1959), il Banco operò sempre di più nel settore industriale. Nel 1975 l'Istituto incorporò il Credito Legnanese (acquisito l'anno precedente dalla Banca Provinciale Lombarda) e la Banca Alto Milanese di Busto Arsizio (è da ricordare che già nel 1938 aveva acquisito la Banca Appianese). Nel 1977 il pacchetto di controllo del Lariano venne acquisito dall' Istituto Bancario San Paolo di Torino, che lo assorbì definitivamente il 20 dicembre 1993. Al momento dell'incorporazione il Banco Lariano contava ben 184 sportelli.
bibliografia
- Banco Lariano, Furio Cicogna (presentazione di), Banco Lariano, Como, Banco Lariano, 1975;
- R&S Ricerche e Studi Spa, Mediobanca (Ufficio Studi), Annuario R&S 1978, Milano, R&S Ricerche e Studi Spa, 1978, pp. 283-295;
- Anna Maria Galli, La lenta formazione del tessuto bancario locale, in Giorgio Rumi, Virgilio Vercelloni e Alberto Cova (a cura di), Como e il suo territorio, Milano, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, 1995, pp. 415-449;
- Anna Maria Galli, Il sistema produttivo e finanziario, in Sergio Zaninelli (a cura di), Da un sistema agricolo a un sistema industriale: il Comasco dal Settecento al Novecento, IV, Continuità e cambiamento tra grande guerra e "miracolo economico", tomo I, Continuità e cambiamento tra le due guerre, pp. 125-140, 195-205, 258-262, 388-398;
- Anna Maria Galli, La "dolorosa" liquidazione della Banca di Lecco, in "Rivista milanese di economia", 67/68, luglio-dicembre 1998, pp. 138-156.
fonti
- Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio Banca Commerciale Italiana (ASI-BCI), Ufficio Studi, Spoglio di bilanci di imprese, cartt. 18, 101.