Banca Commerciale Triestina

Friuli Venezia Giulia, Trieste

data di fondazione1859
data di fusione24.04.1932

La Banca Commerciale Triestina (BCT), fondata nel 1859 dai settori più attivi della borghesia imprenditoriale triestina, fu all'inizio "una roccaforte del diffuso azionariato locale, composto in larga misura da esponenti delle case commerciali, poi dalle fortune industriali e finanziarie. Esercitavano un ruolo dominante le famiglie Brunner ed Economo" (cfr. Giulio Sapelli, Trieste italiana. Mito e destino economico, Milano, 1990, p. 29). Nel 1904 la BCT passò sotto il controllo del Wiener Bankverein, che la legò strettamente all'ambiente finanziario viennese. Non risultò, comunque, modificato il tradizionale indirizzo della BCT nel finanziamento delle attività commerciali e industriali dell'area triestina, in concorrenza con le filiali delle banche austriache. Dopo la Prima guerra mondiale, nell'ambito della "italianizzazione" delle attività austriache, la BCT passò sotto il controllo diretto di alcuni tra i maggiori gruppi imprenditoriali triestini (oltre ai Brunner si aggiunsero i Cosulich): si rese così più oneroso rispetto al passato, dopo l'allontanamento delle banche austriache dalla piazza di Trieste, il suo tradizionale ruolo di sostegno all'imprenditoria locale. Ciò fu particolarmente evidente quando alla fine degli anni Venti i gruppi familiari che controllavano la BCT furono travolti da una gravissima crisi economica e finanziaria che aveva sconvolto la città giuliana, trascinando con sé nel crollo anche la banca. Come prima misura la BCT fu ceduta alla Comit e di conseguenza, nel Consiglio di amministrazione del 21 maggio 1930, furono eletti come nuovi consiglieri vari esponenti della Banca Commerciale Italiana, tra cui Enrico Marchesano come Amministratore delegato, e Giuseppe Toeplitz, come vice-presidente della BCT e con l'incarico di presidente del Comitato esecutivo. Il 24 aprile 1932, la BCT venne fusa nella Banca Commerciale Italiana e le sue attività confluirono in quelle della preesistente filiale triestina della Commerciale, aperta nel marzo 1919.

relazioni

ente conservatore

percorsi

personalità di rilievo

Giuseppe Toeplitz

(Varsavia, 1866 - Sant'Ambrogio Olona, 27 gennaio 1938)
Giuseppe (Józef) Toeplitz nacque a Varsavia nel 1866 da una famiglia della borghesia ebraica, quinto di undici fratelli. Dopo aver compiuto studi classici in Lettonia, Toeplitz frequentò le facoltà di ingegneria di Gand e di Aquisgrana. Nel 1890 abbandonò gli studi e si trasferì in Italia per lavorare presso la filiale di Genova della Banca Generale, su invito del direttore Otto Joel, suo cugino acquisito che poi lo fece assumere a Milano nel 1895 alla Banca Commerciale Italiana. La carriera di Toeplitz fu molto rapida: dopo aver aperto le filiali di Napoli e di Venezia della Comit, nel 1903 tornò a Milano, diventando nel 1906 direttore centrale dove si distinse come capo dell'Ispettorato e come tramite di numerosi grandi imprese. Negli anni tumultuosi della prima guerra mondiale, Toeplitz dovette subire gli attacchi della stampa nazionalista in quanto considerato ancora straniero, pur avendo ottenuto la cittadinanza italiana nel 1912. Nel 1917 successe a Joel e a Weil alla guida della Comit come amministratore delegato, carica che divise con Pietro Fenoglio. Nel 1918 e nel 1920 condusse con successo la difesa della Banca dalle scalate del Gruppo Perrone-Ansaldo. Toeplitz rimase dal marzo 1920, dopo le dimissioni di Fenoglio, unico e indiscusso capo della Comit fino al 1933, e mantenne saldo il modello della banca universale delle origini, orientata al credito a lungo termine per favorire lo sviluppo tecnologico e produttivo delle grandi industrie. D'altra parte, Toeplitz non riuscì nella seconda metà degli anni Venti a ridurre il peso esercitato dal portafoglio industriale sulla tesoreria della Banca che invece aumentò progressivamente. Toeplitz proseguì inoltre con maggiore vigore la strategia di espansione all'estero, soprattutto nell'Europa orientale e nell'aerea balcanica, sfruttando la svalutazione delle monete di quell'area. A seguito della situazione molto critica che colpì la Comit per l'eccessivo peso degli immobilizzi del suo portafoglio industriale, Toeplitz nell'autunno del 1931 dovette ricorrere all'aiuto del Governo per salvare la Banca e nel marzo 1933 si dimise da amministratore delegato, rimanendo vicepresidente fino all'anno successivo. Morì nella sua villa di Sant'Ambrogio Olona nel 27 gennaio 1938.

bibliografia

- Giuseppe Landi - Giuseppe Bottai (presentazione), La disciplina del Credito nell'ordinamento Corporativo, contenuto in "Problemi per le Corporazioni. Collezione diretta da G. Bottai", n. 5, Firenze, Casa Editrice Poligrafica Universitaria, 1939;
- Antonio Fossati, Lavoro e Produzione in Italia. Dalla metà del Secolo XVIII alla Seconda Guerra Mondiale, Torino, Giappichelli, 1951;
- Nicola Tridente, La concentrazione bancaria dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri, Bari, Cacucci, 1956;
- Anna Caroleo, Le banche cattoliche dalla prima guerra mondiale al fascismo, contenuto in Collana "Biblioteca di storia contemporanea. I fatti e le idee. Saggi e biografie", n. 347, Milano, Feltrinelli, 1976
- Elio Apih (a cura di), Trieste, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 220 sgg.;
- Giulio Sapelli, Trieste italiana. Mito e destino economico, Milano, Franco Angeli, 1990, pp. 28-81, 103-136;
- Alfredo D'Amore (rel. Antonio Confalonieri), Gli ultimi anni della Banca Commerciale Triestina, Milano (Università Cattolica del Sacro Cuore), 1991 - 1992;
- Gabriella Giusti, La penetrazione straniera in Cina nei primi decenni del XX secolo : il caso della 'Banca Italiana per la Cina', contenuto in "Rassegna economica", a. LVIII, n. 1, gennaio-marzo 1994, Banco di Napoli SpA, 1994;
- Roberto Baglioni - Alfonso Desiata (presentazione di) - Luciano Segreto (introduzione di), Guida agli archivi e alle fonti storiche delle assicurazioni in Italia, contenuto in "Ricerche", Roma-Milano-Venezia, ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) - Marsilio, 2003;
- Pasquale Cuomo, Il miraggio danubiano. Austria e Italia politica ed economia 1918-1936, Milano, Franco Angeli, 2012.

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