Banca di San Benedetto del Tronto
Marche, San Benedetto del Tronto
Nel luglio 1874, sotto la presidenza del conte Emidio Ambrosi Sacconi Rosati Natali, venne aperta a San Benedetto del Tronto la prima filiale della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. Per permettere l'apertura della filiale il presidente modificò il regolamento interno dell'istituto ascolano, ma ciò provocò l'intervento di Gaspare Finali, ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio dal 1873 al 1876, che sottolineò come il regolamento interno fosse una "fonte secondaria" rispetto allo statuto della Cassa che non prevedeva l'apertura di filiali. Per legittimare l'operazione, pertanto, il presidente convocò immediatamente l'Assemblea dei soci per aggiungere quattro nuovi articoli (dal 47 al 51) allo statuto appena approvato. In pochi mesi di gestione si verificò un costante incremento dei depositi e degli investimenti, dovuto principalmente alla fiorente attività marittima della città. Ciò fece crescere le pretese di autonomia della filiale che, nel 1880, chiuse i propri sportelli per riaprirli subito dopo col nome di Banca di San Benedetto del Tronto. Nonostante il primo periodo di vertiginoso sviluppo, però, l'Istituto non raggiunse i traguardi sperati, tanto che il ministro dell'Economia Nazionale, nel 1927, ne decretò l'incorporazione nella Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, che subito riaprì lo sportello come filiale propria.
bibliografia
- Carlo Paci (a cura di), La Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno compie 150 anni. Centocinquant'anni tra storia e società. 1842-1992, Ascoli Piceno, Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, 1992, pp. 58, 67;
- Giannino Gagliardi, Ascoli e la Cassa di Risparmio dal 1842 al 2000, Ascoli Piceno, Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, 2000, pp. 94-95.