Monte di Pietà di Cremona - Sezione di Credito

Lombardia, Cremona

data di fondazione16.12.1490
data di fusione24.01.1927

Il Monte di Pietà di Cremona venne costituito su proposta del francescano Michele da Acqui, che sosteneva la gratuità di tali istituzioni. Il 17 dicembre 1490 Gian Galeazzo Maria Sforza approvò i sedici capitoli statutari del nuovo Monte di Pietà, la cui prima sede fu all'interno dell'Ospedale Maggiore (solo nel 1785 si trasferì presso palazzo Fodri). Nel 1493 l'Istituto venne affiancato da un Monte frumentario che, a differenza del Monte di Pietà, praticava un tasso d'interesse pari al 3% per staio mensile. I monti gratuiti erano gestiti da confraternite appositamente istituite dai fondatori: a Cremona è nota l'esistenza di un Consorcium Sanctae Pietatis. Proprio per la sua gratuità, l'Istituto cremonese ebbe sin dall'inizio problemi di sopravvivenza così, per evitarne il fallimento, tra il 1504 e il 1512 il governo cittadino girò al Monte il "denarino della carne", tassa versata dai macellai per la carne venduta durante la Quaresima. Solo intorno alla metà del XVI secolo il Monte cremonese perse la sua gratuità, praticando un tasso di interesse del 5% per i depositi e del 6% per i mutui: questa normativa, inizialmente bocciata dal Senato milanese, venne confermata nel 1573 da un breve pontificio di Gregorio XIII, che ridimensionò il tasso sui prestiti al 5%. Nonostante questi tentativi di risanamento, la cacciata degli ebrei dal cremonese alla fine del XVI secolo assestò un duro colpo alla struttura creditizia locale, così nel 1612 il Consiglio municipale decise di rifondare il Monte con un capitale iniziale di 25.000 scudi, ma la peste del 1630 provocò l'arresto delle attività produttive e l'aumento delle spese straordinarie per la salute pubblica: per il Monte di Pietà iniziò così una nuova fase di stallo che durò circa sessant'anni. Al termine di questo periodo, nel 1692, la Congregazione dell'Ospedale Maggiore riformò nuovamente i capitoli dell'Istituto, che visse finalmente un periodo di relativa stabilità economica, nonostante mantenesse un giro d'affari piuttosto basso. A seguito della legge 4 maggio 1898 n.169 anche il Monte cremonese potè operare come istituto di credito autonomo e nel 1909 aprì la propria sezione di credito, che si affiancò alla tradizionale sezione pegni. Nel 1913 l'Istituto assorbì la Banca Martini. Durante la seduta della Commissione Centrale di Beneficenza del 24 gennaio 1927 venne decretato l'assorbimento della sezione credito del Monte da parte della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, mentre la sezione pegni fu ceduta alla Congregazione di Carità. Al momento dell'incorporazione i depositi ammontavano a circa 36 milioni di lire.

relazioni

ente conservatore

bibliografia

- Giulio Ceretti, Cinque anni di fascismo alla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Milano, Stab. Tip. Stucchi Ceretti, 1927, p. 30;
- Daniele Montanari, Il credito e la carità, volume I, Monti di Pietà delle città lombarde in Età Moderna, Milano, Vita e Pensiero, 2001, pp. 135-158;
- Adelaide Ricci, Cremona, il suo primo Monte e il "Consortio de la Sancta Pietà", in Mauro Carboni e Maria Giuseppina Muzzarelli (a cura di), I Monti di pietà fra teoria e prassi. Quattro casi esemplari: Urbino, Cremona, Rovigo e Messina, Bologna, CLUEB - Cooperativa Libraria Universitaria Editrice Bologna, 2009, pp. 67-99;
- Sara Pedrazzini, Le carte della "sezione credito" del Monte di Pietà di Cremona nell'Archivio Storico della Cariplo, tesi di laurea in Archivistica e Biblioteconomia, Università degli Studi di Milano, facoltà di Lettere e Filosofia, relatore prof. Marco Bologna, a.a. 2009-2010;
- Elisabetta Bondioni, Sara Pedrazzini e Lucia Zanotti (a cura di), Palazzo Fodri. Dai Fodri alla Fondazione Città di Cremona: una storia intensa e plurisecolare. Mostra documentaria, Palazzo Fodri, Cremona, 28 settembre - 13 ottobre 2012, Cremona, Manngraf, 2012;
-https://www.monspietatis.org/it/montipieta/view/monte_pieta_cremona_101.html?p=1, accesso 7 aprile 2023.

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