Banca Popolare di Napoli

Campania, Napoli

data di fondazione05.11.1955
data di fusione14.09.1999

La Banca Popolare di Napoli fu costituita il 5 novembre 1955 (rogito Ugo Abbate) come società cooperativa a responsabilità limitata. Un istituto con la stessa denominazione era già stato operativo tra il 1882 e il 1930. In origine, la nuova Banca Popolare di Napoli ebbe sede legale e di direzione a Napoli, in via Guantai Nuovi, 1; dall'inizio degli anni '90 si traferì in via Petronio, 3, nell’edificio noto come villino Berlingieri, dal nome del committente, marchese Anselmo Berlingieri, che aveva affidato la sua costruzione nel 1911 all’architetto Arturo Tricomi e che fu adattato a sede bancaria secondo il progetto di Gaetano Borrelli Rojo. Nel 1972 rilevò le attività e passività della Banca Popolare di Sant'Antimo, che si trovava in liquidazione coatta amministrativa. La Banca Popolare di Napoli, posta in amministrazione straordinaria alla metà degli anni ’90, nel gennaio 1996 passò sotto il controllo della Banca Popolare di Ancona, operazione che avvenne mediante un’offerta di pubblico acquisto sull’80% del capitale dell’Istituto napoletano e la sottoscrizione di un aumento di capitale finalizzato a riequilibrarne il suo assetto patrimoniale; l'iniziativa, autorizzata dalla Banca d’Italia, era stata concordata dalla Banca anconetana con la Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino, essendo con quest'ultima in trattativa per l’ingresso nel suo Gruppo bancario. Gli organi straordinari della Banca Popolare di Napoli approvarono l'operazione il 20 dicembre 1995, in quanto ritenevano che l'operazione avrebbe consentito di risolvere i gravi problemi tecnici, organizzativi e gestionali dell’Istituto, date le caratteristiche tecniche e dimensionali della Banca Popolare di Ancona, e la sua conoscenza dell’economia locale, essendosi in quegli anni insediata in due province della regione campana. Nel quadro di questa operazione, la Banca Popolare di Napoli si trasformò in società per azioni per delibera assembleare del 17 aprile 1996 ed atto nella stessa data a rogito del notaio Catello D’Auria. A partire dal 30 giugno 1996 la Banca ritornò in gestione ordinaria. Nel 1997, per delibera dell'Assemblea straordinaria dell’11 aprile ed atto del 26 maggio (rogito notaio Angelo Tirone), la Banca Popolare di Napoli fuse per incorporazione la Banca Popolare Campana. Il 10 marzo 1999 la Banca d'Italia rilasciò alla Banca Popolare di Bergamo - essendo la Banca Popolare di Ancona nel frattempo entrata a far parte del Gruppo omonimo - l'autorizzazione alla fusione per incorporazione della Banca Popolare di Napoli nella Banca Popolare di Ancona; l’atto fu registrato a rogito del notaio Marcello Pane (di Jesi) il 14 settembre 1999. L’operazione era stata motivata dalle tre banche con l'esigenza di migliorare la struttura dei costi e di accrescere l'efficienza della gestione della Banca Popolare di Napoli, data l'integrazione organizzativa e commerciale nella sua controllante.

bibliografia

- Gaetano Borrelli Rojo, Banca Popolare di Napoli. Un balcone sul golfo, Napoli, Faustino Fiorentino Editrice, 1992;
- Associazione Bancaria Italiana, Annuario delle banche e finanziarie. 1997, Bancaria Editrice, Roma, 1997, p. 308;
- Associazione Bancaria Italiana, Annuario delle banche e finanziarie. 1999, Bancaria Editrice, Roma, 1999, pp. 303-304;
- Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, Foglio delle inserzioni, parte seconda, n. 58, 11 marzo 1997;
- https://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_21261_13?output=text%2Fplain, accesso 27 giugno 2023.

fonti

Archivio Storico Intesa Sanpaolo, patrimonio archivistico Banca Popolare di Ancona, Statuto sociale, 2013.

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